“Per combattere disparità e violenza di genere serve una cultura nuova, lo dimostrano i dati, sempre in aumento sui femminicidi (70 da gennaio a oggi in Italia) e le modalità sempre più crudeli, come i fatti di Palermo e Caiano dimostrano. Questa consapevolezza sta alla base della proposta di legge per istituzionalizzare e potenziare l’educazione contro violenza e disparità di genere promosso in Consiglio regionale, affinché questi temi diventino materia viva nell’educazione scolastica e universitaria”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, proponente con i consiglieri Dino Pepe, Antonio Blasioli e Paolo Pietrucci della proposta di legge regionale predisposta in collaborazione con la Conferenza delle Democratiche d’Abruzzo e i Giovani Democratici. Stamane a L’Aquila la conferenza di presentazione della proposta.

“Assurdo che dopo le storie che hanno toccato anche noi in questi ultimi anni, l’Abruzzo non si sia ancora fatto promotore di un’iniziativa sulla parità e sull’educazione alla parità – riprendono Paolucci, Pepe, Blasioli e Pietrucci del Gruppo PD – . È tempo di muoversi, la Regione scelga di stare in trincea, facendosi promotrice di una nuova cultura della prevenzione, sul campo, il più possibile inclusiva e aderente alla realtà, questo chiede la proposta in 6 articoli, costruita insieme alla Conferenza delle democratiche, perché raccogliesse in sé proposte ed esperienze dirette. Un contenuto che può dare subito frutti, partendo dal fatto che la Regione può e pertanto deve diventare protagonista e concentrando sulla collaborazione interistituzionale l’azione e, in particolare, sul ruolo prezioso degli istituti scolastici, che vanno sostenuti e stimolati nella proposta di progetti su materie così importanti nella formazione delle future generazioni”.

“I dati sui femminicidi e gli stupri nel nostro Paese, da inizio anno, sono allarmanti e confermano l’urgenza di agire in maniera strutturale per prevenire ogni forma di violenza di genere – così Lorenza Panei portavoce Conferenza Democratiche Abruzzo, Stefania Pezzopane Direzione Nazionale Pd ed Esecutivo Nazionale Conferenza Democratiche, Maria Luisa Serone Esecutivo Nazionale Democratiche – . Vogliamo introdurre l’educazione di genere all’interno dell’attività didattica delle scuole con programmi e progetti specifici coinvolgendo studenti, insegnanti e tutta la comunità scolastica da cui deve partire la svolta culturale improntata al rispetto e alla dignità. Siamo certe che la produzione legislativa sia un importante strumento di cambiamento della società . Di pari passo deve esserci, pero’, una presa di coscienza trasversale sul tema della parità di genere, un’alleanza tra donne e uomini nel mondo del lavoro e nella società per garantire una crescita che sia davvero paritaria e  inclusiva”.

“La proposta di legge ha lo scopo di portare dentro le scuole l’educazione all’affettività e la prevenzione delle violenze e delle discriminazioni di genere che ogni giorno, nel nostro paese, si perpetuano a danno di ragazz* e donne i/le quali ancora oggi, spesso, non si sentono pienamente rappresentati da uno Stato che, non solo deve rappresentarli ma ha il dovere di educare le nuove generazioni al rispetto dei singoli delle scelte altrui – così il segretario dei GD Saverio Gileno – . C’è ancora tanto da lavorare, ma con forte convinzione i Giovani Democratici credono che questa proposta di legge sia un passo in avanti per la nostra Regione affinché diventi esempio di inclusività e rispetto dell’altr*”.

Perché serve la legge. Nel 2022 in Italia ci sono stati 120 omicidi di donne, di cui 97 in ambito familiare o affettivo; 57 di queste hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subito violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), ha subito violenza in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. Se dai dati si passa ad indagare le cause, risulta evidente come la violenza di genere sia legata in molti modi a un retroterra culturale temporalmente e spazialmente molto esteso e a un rapporto storicamente e socialmente connotato, quello patriarcale e gerarchico uomo-donna, nelle forme specifiche in cui esso è presente nelle diverse culture.

La proposta. Non partiamo da zero: in Abruzzo è viva la campagna social #iononsonocarne rilanciata in tutto il Paese e ci sono state molte iniziative di piazza in cui, ancora una volta, si è tornati a parlare dell’importanza dell’educazione come leva per una nuova cultura di genere. Si parte da questo, ma bisogna muoversi perché si tratta di situazioni e fatti che vedono tra i protagonisti i giovanissimi e che sempre più spesso colpiscono minori preadolescenti, fragili ed emotivamente più esposti. Non salva lo status: la violenza di genere è presente in tutti i ceti sociali, in tutte le età, non importa il livello di istruzione e benessere economico e a distanza di dieci anni dalla ratifica da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul il fenomeno non accenna a diminuire, ma assume il carattere dell’emergenza quotidiana. Risulta dunque evidente come l’educazione alla parità tra i sessi e al rispetto delle differenze sia uno strumento fondamentale per la prevenzione e come sia necessario partire dai banchi di scuola al più presto possibile. La proposta lo fa, impegnando le parti a intraprendere le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali con l’idea di portare nelle classi un problema che troppo spesso resta isolato in altre mura, fino alle estreme conseguenze.

La parità in sei articoliL’articolo 1, richiamandosi, ai principi di non discriminazione e al diritto all’istruzione sanciti dalla Costituzione, allo Statuto Regionale, alla L.R. 26/2012, alla Carta dei diritti fondamentali UE e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e a quell’articolo 14 della Convenzione di Istanbul, dianzi citato, che sottolinea il ruolo educativo delle scuole su queste tematiche, nonché all’articolo 1, comma 16, della riforma scolastica del 2015 (L. 107/2015), a norma del quale “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.

L’articolo 2 indica i progetti e le iniziative che, su proposta della Commissione Pari Opportunità e sulla base delle analisi svolte da quest’ultima nell’ambito dei compiti ad essa attribuiti e di cui all’art. 2 comma 2 lettera i) L.R. 14 giugno 2012 n.26, possono essere attuati presso gli istituti scolastici, universitari e formativi, anche in collaborazione con gli Enti locali e che la Regione promuove e sostiene, anche attraverso la concessione di finanziamenti, per la realizzazione di tutte quelle attività di informazione e sensibilizzazione da svolgersi con il coinvolgimento dei diversi attori della “comunità educante”. Tra queste attività rientrano non solo quelle rivolte agli studenti, ma anche quelle rivolte alla formazione del personale scolastico e universitario (dirigenti, docenti, personale ATA).

L’articolo 3 ricomprende tra i beneficiari delle attività di promozione e di finanziamento non solo le istituzioni scolastiche e educative di ogni ordine e grado e le istituzioni universitarie, ma anche le istituzioni formative accreditate per l’erogazione di percorsi triennali di istruzione e formazione (IeFP) ai fini dell’assolvimento del diritto-dovere e gli istituti penali per i minorenni. I requisiti, i criteri e le modalità per l’erogazione di questi finanziamenti saranno individuati nello specifico da un’apposita deliberazione della Giunta regionale, che dovrà indicare anche i requisiti di competenza degli operatori che opereranno direttamente a contatto con gli studenti.

L’articolo 4
, al fine di ottenere il maggior coinvolgimento possibile delle istituzioni educative e formative, incarica la Giunta di promuovere la stipula di appositi protocolli d’intesa con le Università, l’Ufficio scolastico regionale, l’ANCI e l’UPI. Lo stesso articolo 4 individua la possibilità di collaborazione con altri Enti o Istituzioni

L’articolo 5 reca la disposizione finanziaria evidenziando che gli oneri decorrono dall’anno 2024. A questi si fa fronte con le risorse di apposito e nuovo stanziamento denominato “Fondo per promuovere l’educazione alla parità di genere e la prevenzione delle discriminazioni e della violenza di genere nelle istituzioni scolastiche, universitarie e formative”.

I fondi. Si specifica che gli interventi di cui alla presente proposta di legge possono essere cofinanziati inoltre facendo ricorso ad altre risorse regionali e statali, allocate e trasferite per finalità coerenti con gli obiettivi della stessa.