Invitato dal Presidente della Sezione CAI di Farindola Luigi Di Giuseppe, quest’oggi, presso la sala Consiliare del Comune, ho partecipato alla presentazione del libro fotografico, naturalistico e antropologico dal titolo FONNluci e ombre del Vallone d’Angora, autore di Giovanni (Gino) Damiani, fotografo, socio CAI e  e operatore dell’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga, tra i primi ad occuparsi e ad avere cura dell’area faunistica di Farindola istituita nel 1992.

Quest’anno ricorreranno i 30 anni dalla ripopolazione in quest’area dei camosci d’Abruzzo che ora sono più di duemila esemplari e Gino Damiani è stato il primo volontario del posto che ha controllato ogni giorno l’area destinata ai camosci, il cui recinto fu realizzato da tutti gli abitanti di Farindola.

La Valle d’Angri non è una terra abbandonata, è frequentata oggi da cervi e caprioli, lupi e aquile reali e perfino dall’orso marsicano che è tornato recentemente nella zona più alta e con abilità straordinaria, l’autore Gino Damiani di Farindola, è riuscito a documentare la ricca biodiversità, i paesaggi sconosciuti e misteriosi, la rara flora e l’elusiva fauna.

Un prezioso volume sulla ricchezza naturalistica dell’area vestina che ci ricorda come a queste montagne dobbiamo una grande attenzione.

La presentazione del libro ha rappresentato l’occasione per un utile confronto con i vertici nazionali del CAI e con i sindaci di oggi e di allora: Ilario Lacchetta e Antonello De Vico per fare il punto sullo stato dei lavori della progettazione del museo del Camoscio che potrà diventare anche sede dell’Osservatorio di geologia che deve tornare a rinascere.

Il consigliere regionale
Antonio Blasioli