“Antonietta, Antonietta, Antonietta. Continuo a ripetere il tuo nome, come se questo bastasse a tenerti tra noi. Ma non basta, no, non basta. Te ne sei andata in un pomeriggio di primavera, a casa tua, circondata dai tuoi gatti, i tuoi libri, la tua musica. In silenzio, quasi per non disturbare. Ti conosco da sempre, Antonietta, nelle prime contestazioni femministe tu c’eri, nel gruppo delle donne più grandi, quelle che hanno iniziato per prime. E che hanno insegnato a noi. Poi c’eri negli spettacoli teatrali e nei concerti, tanti eventi  hai seguito, curato, guidato. Ma è quel 6 aprile che ha segnato tutto irreparabilmente. Li sei stata la più grande. La donna coraggio, senza reticenza, hai chiesto giustizia. Giustizia per Davide, che era finito sotto le macerie. La casa dello studente, maledetta e assassina. Poi i processi, le manifestazioni, le fiaccolate. Chiedevi giustizia per tutti, i morti del terremoto e Viareggio e Amatrice. Fino all’ultimo 6 aprile, insieme a te a piantare  i fiori davanti alla casa dello studente e sotto il grande telo con i nomi delle 309 vittime. Il cuore tuo si è fermato ieri pomeriggio, ma diciamo la verità. Il cuore tuo si era spezzato irrimediabilmente, quella notte, alle 3.32 quando la terra tremò e risucchiò la vita di 309 persone. Il sorriso cambiò da allora, cambiò lo sguardo, sempre più orgoglioso e battagliero, ma triste infinitamente triste. Perdo una grande e cara amica, una sorella di tante battaglia. E L’Aquila perde un simbolo della sua resistenza, una donna  coraggiosa, tenace, capace di amore vero e puro. Mi inchino alla tua  bellezza, alla tua forza, alla tua rude dolcezza. Ciao amica mia, ciao Antonietta”: Così la deputata Stefania Pezzopane ricorda l’amica Antonietta Centofanti, animatrice di tante battaglie post terremoto.