Il sindaco di Chieti Diego Ferrara ha preso parte stamane a diverse iniziative dedicate alla celebrazione del Giorno della Memoria. Nella prima parte della mattinata è stato in Prefettura, per la consegna delle Medaglie d’onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Una consegna che coinvolge i famigliari degli uomini e delle donne della provincia ricordate nel Giorno della memoria.

Per la città di Chieti il sindaco e il prefetto S.E. Armando Forgione hanno consegnato la medaglia alla memoria di Antonio Latini, nelle mani della giovane nipote, Sara.

Nella seconda parte della mattinata, il sindaco ha portato il saluto della città all’Istituto di Istruzione Superiore Luigi di Savoia, per l’iniziativa narrativa sulle pietre d’inciampo, che ha unito Chieti, Bologna e Parma in una intensa mattinata dedicata al ricordo e alla memoria, attraverso questo particolare strumento di trasmissione presente anche in città, trasmesse in diretta sui social e in streaming, in modo da condividere l’intento manifestato dai ragazzi di coltivare la memoria della Shoah.

 “Momenti di grande emozione – commenta il sindaco Diego Ferrara –  È stato emozionante, in Prefettura, mettere nelle mani di una ragazza la medaglia in onore di suo nonno, il nostro concittadino Antonio Latini che fu internato dal 1 settembre del 1943 al 1 aprile del 1945. Così come lo è stato ascoltare la storia della pietra d’inciampo che ospitiamo in città, dedicata a un professore dell’Itc. Galiani, Aldo Oberdorfer, arrestato a Milano l’11 giugno 1940 e deportato nel campo di concentramento di Lanciano dove morì il 14 settembre 1941. Chiederemo aiuto alle scuole per continuare il percorso aperto da questa prima pietra d’inciampo, posta nel 2016 davanti all’ingresso del Galiani in occasione dei 150 anni di fondazione, rispondendo anche a una richiesta che ci è giunta da parte dalle associazioni Scopri Teate e Aduc di porre altre pietre d’inciampo, cosa a cui lavoreremo insieme, raccogliendo le idee e i suggerimenti dei ragazzi, coltivando così valore della memoria. 

Questo perché le sofferenze e i sacrifici che noi abbiamo vissuto solo indirettamente, attraverso i racconti dei nostri famigliari o parenti, non dovranno mai essere dimenticati, soprattutto dalle generazioni più giovani. Primo Levi scrisse: se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte e oscurate: anche le nostre. E noi dobbiamo rendere feconda la memoria dei fatti e quella delle persone per evitare che quegli errori si ripetano”.