“Solo un esecutivo che non sa programmare e governare la sanità, dopo aver a lungo e vanamente illuso il territorio peligno sulle sorti del punto nascite di Sulmona, può arrivare a scaricare la colpa della sua chiusura sul Governo. Agli anni di strumentalizzazioni del centrodestra quando la Regione era commissariata, sono seguiti i mesi di promesse firmate Salvini, Meloni e Marsilio. E oggi si rileva che, la Regione, non più commissariata come allora, ma nei pieni poteri, non ha giocato nessun ruolo”, così il capogruppo in Consiglio regionale Pd Silvio Paolucci.

“Non spiegano Marsilio e i suoi che la messa in sicurezza del punto nascita di Sulmona, in termini soprattutto di adeguamento del personale medico e ostetrico sotto dimensionato, doveva essere attuata al momento della reiterata richiesta al Comitato nazionale e non dopo a parole – riprende l’ex assessore alla Sanità – Il regolamento ministeriale sulle deroghe è estremamente chiaro: certezza di rispetto degli standard, ma concreta e reale e non teorica e futuribile. Tutto questo Marsilio e la sua maggioranza di centrodestra lo sapevano bene e nella interlocuzione ministeriale non hanno trasmesso un solo atto di rivisitazione della pianta organica, perché erano coscienti della presa in giro da teatranti che avrebbero dovuto sostenere. Un atteggiamento peraltro comune a tutta la dimensione della sanità, dove gli atti efficaci e vigenti sono tutti quelli precedenti, nel mentre Marsilio non ha voluto né programmare né utilizzare i fondi a disposizione (oltre 500 milioni) per una riorganizzazione sul territorio, perché ognuno potesse puntare su eccellenze e sulle proprie competenze. 

Al danno di un’inerzia consapevole sulla pianificazione relativa al punto nascite, si aggiunge anche la beffa del futuro del presidio, perché con tale bocciatura salta Sulmona DEA di I livello, visto che nel documento sulla rete che hanno rilasciato e che si presume trasmesso a Roma, la motivazione del DEA era ancorata alla permanenza del punto nascita. Per timore di essere attaccati, sono rimasti fermi e ora cercano di mettere le mani avanti, incolpando altri della propria inerzia. A dimostrazione di questo la risposta all’ultimo accesso agli atti è datata 18 gennaio 2021, mi hanno consegnato la proposta di rete ospedaliera 2019-2021 che porta la data di ottobre 2019!

Quella data è importante, perché da allora in poi tutto è fermo sulla sanità e la loro proposta di rete ospedaliera che doveva valere già dall’anno scorso, siamo ormai a febbraio ed è ancora una bozza. Vale solo la propaganda, ma quella non dà accesso a un diritto sacrosanto che la Regione deve assicurare, perché è fra le sue competenze primarie: il diritto alla salute”.