Questo dossier propone una lettura del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2026–2028 e della relativa Nota di aggiornamento, mettendoli a confronto con il DEFR 2025–2027 alla luce delle priorità dei Giovani Democratici Abruzzo. L’obiettivo è
misurare quanto la programmazione regionale risponda – o non risponda – alla questione generazionale: spopolamento, fuga dei giovani, diritto allo studio, lavoro, mobilità e accesso alla cultura.
1. Quadro macroeconomico e demografico: una regione che si svuota. Il DEFR 2026–2028 dedica un’ampia parte iniziale al contesto macroeconomico internazionale e nazionale e allo scenario regionale (Sezione I, capitolo 1). Tuttavia, la descrizione dei rischi globali – inflazione, tassi d’interesse elevati, rallentamento dell’export europeo – non si traduce in una strategia autonoma per l’Abruzzo, ma resta sul piano meramente descrittivo. Sul piano demografico, i numeri contenuti nel DEFR sono inequivocabili. La popolazione residente passa da 1.300.645 abitanti nel 2019 a 1.269.571 al 1° gennaio 2024 (DEFR 2026–2028, p. 39), con una diminuzione di oltre 31 mila residenti in cinque anni. La variazione tra 2023 e 2024 è pari a circa -0,24%, in linea con il calo strutturale già in atto, ma più pesante se rapportata a una base demografica già fragile. La distribuzione per fasce di età conferma che la crisi è soprattutto generazionale: al 1° gennaio 2024 i residenti con meno di 15 anni sono 147.896, pari all’11,6% della popolazione, in calo del 2,2% rispetto all’anno precedente (DEFR 2026–2028, pp. 41–42). Nello stesso tempo aumentano tutte le principali misure di invecchiamento demografico: l’indice di vecchiaia raggiunge 220,2, ben al di sopra della media nazionale (DEFR 2026–2028, p. 44), mentre l’indice di dipendenza strutturale arriva a 59,5 contro una media italiana di 57,6 (ibidem).
Lo stesso documento riconosce esplicitamente che “continua la tendenza in aumento dei valori degli indicatori demografici di dipendenza strutturale, degli anziani e di vecchiaia” (DEFR 2026–2028, p. 42). È la fotografia di una regione che vede restringersi la propria base giovane e allargarsi quella anziana. Nonostante ciò, nel DEFR non compaiono mai – né come indicatore né come priorità – il tema dei NEET, la quota di giovani che lasciano
l’Abruzzo per studio o lavoro, il differenziale salariale e di qualità del lavoro tra
giovani abruzzesi e coetanei del Centro-Nord. La crisi demografica è descritta, ma non è
letta in chiave generazionale: il documento parla di spopolamento solo in relazione ad
alcune misure di contrasto nelle aree montane (DEFR 2026–2028, p. 148), ma non mette
mai al centro la questione di come trattenere e riportare i giovani in regione.
2. Giovani, spopolamento e aree interne: fallimento della legge 32/2021 Nel paragrafo dedicato alle aree montane e interne, il DEFR richiama la L.R. 32/2021 sul contrasto al declino demografico nelle zone montane, che prevede incentivi alle famiglie che trasferiscono la residenza in comuni ad alto spopolamento o con meno di 200 abitanti.
Il documento stesso ammette che, nonostante due avvisi già finanziati, “le percentuali di incremento della popolazione dei piccoli Comuni, seppur non elevate, risultano crescenti rispetto
all’annualità precedente e si attestano ad una percentuale pari a poco meno dell’1%” (DEFR 2026–
2028, p. 147). In altre parole, la misura simbolo della Giunta per contrastare lo spopolamento delle aree interne produce un effetto marginale, prossimo allo zero. Lo stesso DEFR riconosce che l’obiettivo è “contrastare efficacemente lo spopolamento delle aree interne con ulteriore sostegno alla misura nei limiti del rispetto degli equilibri di bilancio” (DEFR 2026– 2028, p. 147). Manca completamente un disegno organico che tenga insieme: diritto alla mobilità, presenza di servizi sanitari, scuola, diritto allo studio universitario, politiche abitative, infrastrutture digitali. La risposta allo spopolamento viene ridotta a un bonus economico per pochi nuclei familiari, senza un piano strutturale per riportare servizi e lavoro nei territori interni.
3. Università e diritto allo studio: nulla sulle residenze universitarie. Sul versante università e diritto allo studio, il DEFR 2026–2028 conferma alcune misure già presenti nella programmazione precedente, tutte legate in modo pressoché esclusivo all’utilizzo del PR FSE+ Abruzzo 2021–2027. La Regione ribadisce l’intenzione di cofinanziare il fondo nazionale per le borse di studio al fine di “consentire alle ADSU l’erogazione di un maggior numero di Borse di Studio universitarie e consentire a tutti gli idonei in graduatoria di ottenere il richiesto sostegno” (DEFR 2026–2028, p. 55 e pp. 240–241, sezione Istruzione e diritto allo studio).
Rispetto al DEFR 2025–2027, dove la Regione indicava come risultato atteso il finanziamento al 100% degli idonei alle borse di studio universitarie e annunciava l’avvio dell’iter di revisione di tutte le leggi sul diritto allo studio, l’attuale documento conferma la linea sul cofinanziamento, ma non offre alcun aggiornamento sull’effettiva copertura degli idonei né sull’avanzamento della riforma normativa. La continuità è solo programmatica: gli impegni vengono ribaditi, ma senza indicatori verificabili. Non c’è una parola sulle residenze universitarie, nonostante il fabbisogno di posti
letto sia uno dei principali fattori di diseguaglianza tra studenti abruzzesi e studenti delle
regioni più avanzate. Non esiste un obiettivo quantitativo sui nuovi alloggi da realizzare,
né una strategia di medio periodo per rendere l’Abruzzo competitivo nell’attrazione di
studenti e ricercatori. Anche gli interventi su dottorati di ricerca e alta formazione (voucher e borse dottorali) sono presentati quasi esclusivamente come leve di “competitività” del sistema produttivo regionale, ma non sono mai letti come parte di una politica complessiva per trattenere
capitale umano qualificato in Abruzzo. La Nota di aggiornamento al DEFR 2026–2028
ribadisce che i dottorati servono a “sviluppare figure professionali in grado di affiancare il sistema
produttivo regionale nel trasferimento tecnologico e di innovazione” (Nota di aggiornamento, pp. 57–58), ma resta silente su quanti giovani laureati abruzzesi siano oggi costretti a cercare queste
opportunità fuori regione.
4. Scuola, edilizia e divari educativi: serve la legge sul diritto allo studio. Per la scuola, il DEFR insiste sul tema – certamente importante – dell’edilizia scolastica e della sicurezza sismica. Viene ricordato il nuovo Piano triennale 2024–2026 e si richiamano le risorse nazionali per la messa in sicurezza e la riqualificazione del patrimonio scolastico (richiamate anche nella nostra analisi del DEFR 2025–2027). Si cita inoltre il piano per la connessione ad internet a 1 Giga per 1.074 istituti scolastici regionali, di cui 776 già collegati (come si diceva già nel DEFR 2025–2027).
Manca però qualsiasi approfondimento sulla dimensione sociale dei divari educativi: dispersione scolastica, abbandoni nelle aree interne, condizioni materiali delle famiglie, costi di trasporto per raggiungere le scuole superiori nei centri maggiori. La scuola è trattata quasi esclusivamente come infrastruttura – edifici, banda ultra-larga, programmazione dei lavori – ma non come luogo
cruciale di contrasto alle diseguaglianze generazionali e territoriali.
5. Abruzzo precario: lavoro giovanile, transizioni industriali, tassazione, incentivi
e digitalizzazione. Il quadro sul lavoro giovanile è forse la lacuna più grave del DEFR 2026–2028. Nella parte generale sull’economia regionale si richiamano le trasformazioni in corso nei settori
manifatturieri, in particolare nell’automotive, nella meccatronica e nella componentistica,
a fronte delle transizioni digitale ed ecologica e dei nuovi equilibri geopolitici. Tuttavia,
queste transizioni non vengono mai lette dal punto di vista dei giovani che oggi entrano –
o tentano di entrare – nel mercato del lavoro. Non esiste un paragrafo specifico che
indichi: quanti sono i giovani disoccupati, quanti i NEET, quale sia la qualità media dei contratti di ingresso, quale rapporto tra formazione terziaria (università, ITS, IFTS) e nuovi profili professionali richiesti dal sistema produttivo abruzzese. Le misure finanziate dal FSE+ in ambito di politiche attive, ITS e IFTS sono descritte in termini di avvisi, importi, platee potenziali, ma mai collegate a un obiettivo politico preciso di riduzione della precarietà giovanile e della fuga di capitale umano.
Giovani Democratici Abruzzo – giovanidemocraticiabruzzo@gmail.com – Via Tiburtina Valeria 144, Pescara Rispetto al DEFR 2025–2027, in cui almeno veniva richiamata la strategia nazionale
“Giovani, donne e lavoro” con l’elenco delle quattro priorità (facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro, favorire l’occupazione femminile e delle persone vulnerabili, nuove competenze per le transizioni, modernizzazione dei servizi per il lavoro), il nuovo DEFR appare perfino meno ambizioso: non vengono indicati target, non vengono fissati indicatori di risultato, non si esplicita quanta nuova occupazione giovanile ci si attenda di generare nel triennio di programmazione.
Contestualmente, il DEFR 2026–2028 ignora completamente il pesante aumento delle addizionali regionali IRPEF che i cittadini inizieranno a sentire immediatamente in busta paga. Una scelta che renderà l’Abruzzo una delle regioni più tartassate d’Italia in rapporto al reddito, considerando che l’aliquota unica dell’1,73% viene sostituita da scaglioni che arrivano fino al 3,33% per una larga fascia di contribuenti. In particolare, gli aumenti colpiscono pesantemente la fascia media e non certamente soggetti con grande disponibilità economica. (Pag.61, cap. 3.1.2 La pressione fiscale). Colpisce, inoltre, che nel documento non ci sia neanche un riferimento alla possibilità di ridurre la
pressione fiscale nel triennio, né di rivedere l’impatto sociale dell’aumento: ciò significa
che l’intera legislatura potrebbe chiudersi senza alcuna misura di alleggerimento per
famiglie, giovani e imprese. Allo stesso modo, manca completamente una valutazione degli
effetti dell’aumento sull’accesso ai servizi, un silenzio che dimostra ancora una volta una
gestione superficiale e poco attenta alle ricadute concrete sulle comunità locali.
Inoltre, nel capitolo dedicato alla competitività del sistema produttivo (Politiche industriali
e di competitività, sezione 5.1–5.2), il DEFR elenca interventi per favorire investimenti,
innovazione e semplificazione amministrativa anche connessi alla ZES unica, senza però
indicare obiettivi occupazionali giovanili specifici né collegare la spesa pubblica
alla qualità del lavoro generato. Questa impostazione rischia di alimentare quello che
già sta accadendo: un’economia che funziona senza i giovani.
Nel capitolo dedicato alle infrastrutture (pag. 125-136) il DEFR presenta obiettivi molto
generici, senza indicare investimenti concreti o tempistiche verificabili sulla
Giovani Democratici Abruzzo – giovanidemocraticiabruzzo@gmail.com – Via Tiburtina Valeria 144, Pescara digitalizzazione del territorio. Manca una strategia chiara sull’estensione della fibra
ultraveloce, sull’implementazione dei servizi digitali per cittadini e imprese e sul
rafforzamento dei sistemi informativi pubblici. In un contesto in cui competitività,
mobilità e attrattività dei territori dipendono sempre più dalla qualità delle infrastrutture
digitali, questa carenza di programmazione rischia di mantenere l’Abruzzo in una
posizione di ritardo strutturale rispetto alle altre regioni italiane.
6. Politiche giovanili: annualità vecchie, nessuna visione nuova. Il capitolo esplicitamente dedicato alle politiche giovanili nel DEFR 2026–2028 conferma un’impostazione puramente amministrativa. La Regione elenca le risorse del Fondo Nazionale Politiche Giovanili per le annualità 2022 e 2023 – rispettivamente 533.245 euro e 571.033 euro – e annuncia che per gli anni 2026–2028 le politiche giovanili saranno finalizzate alla conclusione dei progetti relativi a queste annualità, insieme all’attuazione del Piano Operativo Triennale “AMA – Arte Musica Abruzzo” 2024–2026 (DEFR 2026– 2028, sezione Politiche giovanili). In altre parole, non c’è alcuna nuova agenda generazionale: si usano gli anni di programmazione 2026–2028 per chiudere progetti concepiti nel 2021–2023, spesso scollegati dai bisogni attuali dei giovani abruzzesi. Il
linguaggio è quello delle linee guida ministeriali e delle intese in Conferenza Unificata:
partecipazione, inclusione, sport, creatività, contrasto alla dispersione scolastica. Manca
una definizione politica di quali siano oggi i diritti negati alla generazione under 35 in Abruzzo e quali obiettivi misurabili la Regione intenda porsi per colmare questo divario. Rispetto all’analisi GD del DEFR 2025–2027, che già evidenziava come le politiche giovanili fossero concentrate sulla chiusura delle annualità 2021 e 2022 senza una progettualità nuova, il quadro non solo non migliora, ma peggiora: nel nuovo triennio la Giunta continua a non dotarsi di un Piano Giovani regionale che tenga insieme lavoro, casa, mobilità, formazione, cultura e partecipazione.
7. Biblioteche e sistema culturale: aperte sulla carta, chiuse in realtà. Sul piano culturale, il DEFR 2026–2028 insiste molto sull’attuazione della L.R. 20/2023 “Disciplina del Sistema Culturale Regionale e gestione di tutte le attività culturali sul territorio”, richiamando la creazione del Sistema museale regionale, il percorso di accreditamento al Sistema Museale Nazionale e la nascita del Sistema bibliotecario regionale (DEFR 2026–2028, p. 115).
In tema di biblioteche, la Regione si impegna a proseguire il percorso di creazione del Sistema bibliotecario regionale avviato con la DGR 65/2024 e annuncia l’inserimento del profilo professionale del “bibliotecario” nella declaratoria dei profili regionali (DEFR 2026–2028, pp. 115–116). Sono passi positivi sul piano ordinamentale, in linea con quanto già segnalato nella nostra analisi del DEFR 2025–2027. Tuttavia, non vengono indicati: quanti presìdi bibliotecari si intendono aprire o salvare nei piccoli comuni, quante ore di apertura garantite, quali risorse stabili per
il personale, quali obiettivi di alfabetizzazione culturale e digitale per i giovani.
Anche in questo caso, la riforma si ferma sulla carta. Per i Giovani Democratici Abruzzo, le biblioteche dovrebbero essere infrastrutture di cittadinanza e spazi di comunità per le nuove generazioni, soprattutto nelle aree interne: il DEFR non compie questo salto di visione.
8. Trasporti e mobilità: nulla sul diritto alla mobilità. La sezione sui trasporti richiama il Piano Regionale Integrato dei Trasporti 2035 e le risorse FSC 2021–2027, concentrandosi su nuove infrastrutture viarie, manutenzione straordinaria della rete stradale provinciale e comunale e sviluppo della mobilità sostenibile e condivisa (DEFR 2026–2028, cap. 5.3, Missione 10 – Trasporti). Viene ribadita la necessità di ridurre la distanza e i tempi di percorrenza tra costa e aree interne, anche per aumentare la “competitività” di queste ultime. Nell’analisi GD del DEFR 2025–2027 era
già stato segnalato l’annuncio dell’attivazione del Sistema unico di vendita dei titoli di viaggio ferroviari TUA–Trenitalia come fase preliminare all’integrazione tariffaria. Il nuovo DEFR cita nuovamente i risultati attesi in termini di efficienza e competitività del sistema di TPL (DEFR 2026–2028, p. 136), ma ancora una volta non entra mai nel merito del costo effettivo dei biglietti per studenti, lavoratori pendolari e giovani che studiano o lavorano fuori sede e rientrano nei fine settimana o nei periodi festivi. Si parla (pag. 138) di “possibilità di utilizzare un titolo di viaggio unico per percorsi che coinvolgono più vettori”, allora riteniamo necessario e urgente
approvare la proposta ABRU di Luciano D’Amico. Il diritto alla mobilità non è mai declinato come diritto universale e tanto meno come diritto generazionale. Non si parla di abbonamenti agevolati per under 25, studenti universitari, over 65, né di un biglietto unico regionale integrato ferro–gomma che permetta a chi studia o lavora nelle città di tornare nei paesi interni a costi
sostenibili.
9. Politiche di genere, diritti LGBTQ+ e disabilità: poco o niente. Il DEFR, nella sezione 7.2.4, riconosce il contrasto alla violenza di genere come un problema della società, ma non accenna a un piano di azione che vada concretamente a risolverlo. Non si parla di progetti educativi per le nuove generazioni che possano porre fine al perpetuare della cultura patriarcale. Inoltre, non si tengono in considerazione le numerose forme di discriminazione di genere oltre alla violenza psicofisica (ambito lavorativo, di salute, lavoro di cura, disparità salariale etc.). Sono dedicate giusto due righe
ai CUAV, promettendo supporto, ma la crisi che gli uomini vivono è sempre più evidente e c’è bisogno di un sostegno politico, sociale, culturale e soprattutto educativo sia per gli uomini che per le donne. Nel DEFR si parla solo di sostegno economico, ma la violenza di genere non si combatte solo con finanziamenti economici: c’è bisogno di un cambiamento radicale e culturale che parta dal basso e dalla quotidianità delle persone. Nel documento non c’è nemmeno riferimento ai diritti della comunità LGBTQ+. Sono quindi escluse dalle politiche abruzzesi tutte le persone che subiscono violenza e oppressione per il loro orientamento sessuale e identità di genere.
Non c’è un piano per tutelarle dall’omobilesbotransfobia e dalle diseguaglianze che le affliggono. Nella parte dedicata al sostegno delle famiglie svantaggiate e delle persone con disabilità è assente un piano concreto sulle politiche attuabili al fine di garantirne una vita dignitosa. Sarebbe opportuno parlare di abbattimento delle barriere architettoniche e di sostegno per la didattica speciale in tutte le scuole.
10. Ambiente: nessuna strategia e atti incoerenti. Ambiente e clima vengono presentati come assi portanti della programmazione regionale, nelle sezioni 6.1 e 6.2, in netta contraddizione con le recenti azioni amministrative della giunta Marsilio. Si parla di tutela delle aree naturali, resilienza climatica, forestazione urbana, rinnovabili, qualità dell’aria, gestione delle acque e sicurezza del territorio. Tuttavia, l’impianto resta prevalentemente narrativo, più orientato a descrivere progetti e adempimenti che a definire una linea politica chiara e riconoscibile. Il nodo principale è la
mancanza di una visione coerente. Mentre il DEFR rivendica come priorità la protezione del patrimonio naturale, la maggioranza regionale ha proceduto in direzione opposta: riduzione delle tutele (come nel caso della Riserva del Borsacchio), tagli alla gestione delle riserve, ritardi ingiustificati sulla pianificazione energetica e conflitti aperti sulle aree idonee alle rinnovabili. Anche sul clima, il documento elenca interventi (comunità energetiche, idrogeno rinnovabile, efficientamento) ma non definisce una strategia regionale di transizione, e affronta le criticità più urgenti (consumo di suolo, rischio idrogeologico crescente, stress idrico, ondate di calore, incendi boschivi sempre più intensi.) in modo frammentato e prevalentemente operativo, senza sviluppare una visione complessiva degli impatti del cambiamento climatico sul territorio. Risulta
assente la valutazione degli impatti sull’Abruzzo dei cambiamenti climatici tramite
indicatori quantitativi, necessari per definire strategie di mitigazione e adattamento. Nella
Nota di Aggiornamento non ci sono riferimenti ad ambiente e clima se non un generico
riferimento agli “eventi estremi” come fattore di rischio macroeconomico.
Il risultato è un quadro in cui ambiente e clima compaiono in modo esteso nella retorica,
ma non emergono come priorità strutturali nelle scelte politiche. Per i Giovani Democratici Abruzzo, una politica ambientale seria non si costruisce sommando progetti, ma assumendo una direzione chiara: proteggere davvero il territorio, guidare la transizione energetica, investire sulla mitigazione e sull’adattamento climatico. È proprio questo, oggi, che nella programmazione regionale manca.
Confronto con il DEFR 2025–2027 e continuità delle criticità. Il confronto con il DEFR 2025–2027, alla luce dell’analisi svolta dai Giovani Democratici Abruzzo lo scorso anno, mostra una forte continuità nelle criticità e una sostanziale assenza di avanzamento politico sui temi giovanili.
– Sul diritto allo studio, il vecchio DEFR indicava come risultato atteso il finanziamento
al 100% degli idonei alle borse di studio universitarie e annunciava l’avvio della revisione
delle leggi regionali. Il nuovo DEFR non documenta il raggiungimento del 100% e non
parla invece della riforma normativa. – Sulle politiche giovanili, il precedente documento prevedeva la chiusura delle annualità 2021 e 2022; oggi si parla di annualità 2022 e 2023, ma la logica è la stessa: smaltire vecchi fondi, senza un Piano Giovani regionale.
– Su biblioteche e sistema culturale, viene confermata l’attuazione della L.R. 20/2023,
ma senza obiettivi quantitativi sul rafforzamento dei servizi nei territori.
– Sui trasporti, restano inesistenti le misure sulla tariffazione agevolata per i giovani e il
piano per il biglietto unico regionale.
In sintesi, il passaggio dal DEFR 2025–2027 al DEFR 2026–2028 non segna un salto di qualità nella capacità della Regione di affrontare la questione generazionale. Al contrario, la Giunta consolida una programmazione che usa i fondi europei per interventi puntuali, senza una visione complessiva sul futuro dei giovani abruzzesi.
Il giudizio dei Giovani Democratici Abruzzo sul DEFR 2026–2028 è netto: ci troviamo di fronte a un documento che certifica la crisi demografica e sociale dell’Abruzzo, ma non ha il coraggio di assumere la questione generazionale come asse centrale della programmazione.
La Regione descrive lo spopolamento ma lo affronta con misure marginali; racconta l’invecchiamento della popolazione ma non investe nella permanenza e nel rientro dei giovani; ribadisce impegni sul diritto allo studio ma non definisce un piano per alloggi universitari e servizi; elenca progetti sulle politiche giovanili ma li limita a chiudere annualità passate; parla di trasporti, ma mai del costo reale di muoversi per studiare, lavorare e tornare a casa. L’impressione complessiva è quella di una Regione che sta seduta su un declino annunciato.
PER INVERTIRE LA ROTTA
I Giovani Democratici Abruzzo continuano ad avanzare alcune proposte di lavoro per i
prossimi anni:
1. INDICATORI: Inserire nel DEFR un set stabile di indicatori giovanili: tasso di NEET, saldo migratorio dei 18–34 anni, tasso di occupazione giovanile, quota di contratti stabili sul totale degli avviamenti, numero di laureati residenti all’estero o fuori regione.
2. DETASSAZIONE UNDER35: Aprire una riflessione strutturale sulla fiscalità regionale, introducendo misure di detassazione mirata dell’addizionale regionale per i giovani, indispensabili per invertire la fuga dei talenti e sostenere l’ingresso nel mondo del lavoro in Abruzzo.
3. DIRITTO ALLO STUDIO: Adottare un Piano regionale per il diritto allo studio che fissi per legge: copertura al 100% degli idonei alle borse di studio, programma pluriennale di posti letto in alloggi universitari, trasporti agevolati per studenti e dottorandi, revisione complessiva delle norme su scuola e università. Approvazione della nostra proposta di legge sul Diritto allo studio.
4. POLITICHE GIOVANILI: Definire un Piano Giovani Abruzzo che integri lavoro, casa, mobilità, cultura e partecipazione, con un capitolo specifico nel DEFR e risorse dedicate, anziché limitarsi alla chiusura delle vecchie annualità del Fondo nazionale politiche giovanili.
5. TRASPORTI: Introdurre un titolo di spesa specifico per un TPL gratuito per under 30 e studenti e il biglietto unico regionale ABRU.
6. BIBLIOTECHE: Riconoscere le biblioteche come infrastrutture di cittadinanza, con un Piano Biblioteche di comunità per aree interne e periferie urbane: più personale, più ore di apertura, spazi studio e coworking per studenti e giovani lavoratori, non progetti inaccettabili di tirocini retribuiti 1,6 euro l’ora.
7. POLITICA INDUSTRIALE: Utilizzare le risorse del FSE+, del PNRR e dell’FSC per costruire una vera politica industriale regionale orientata alla qualità dell’occupazione, vincolando gli incentivi alle imprese alla creazione di lavoro stabile, qualificato e non precario per i giovani.


