“Le scrivo per annunciarLe la mia presenza, anche se non invitato, al Sacrario dei Martiri di Capistrello in occasione della commemorazione del 25 Aprile, Festa della Liberazione e dell’Antifascismo”: inizia  così la lettera istituzionale che il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese, ha inviato al sindaco di Capistrello Francesco Ciciotti.

La lettera prosegue: “Sarò presente perché lo sono sempre stato, con o senza ruoli istituzionali. In questa occasione imprevedibilmente dovrò essere presente anche per aiutarla ad evitare che questa giornata di unità nazionale sia ferita da una manifestazione che ha i caratteri di un’iniziativa di partito, risultando infatti da lei invitati solo esponenti di una forza politica, nello specifico Fratelli d’Italia, contrariamente a quella che è una tradizione consolidata di spirito unitario”.

Sulla vicenda il commento del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: “Bene ha fatto il senatore Michele Fina ad annunciare la sua presenza a Capistrello alla celebrazione del 25 aprile “targata” Fratelli d’Italia pur se non invitato. Ha fatto bene perché è sbagliato e grave che lo spirito più autentico della lotta di Liberazione venga violato e piegato a logiche di parte. La storia, infatti, ci insegna che la Resistenza fu un movimento a cui con generosità parteciparono uomini e donne di ogni credo politico, di ogni ceto sociale, di ogni ispirazione religiosa. Ne furono protagonisti i cattolici e i comunisti, i repubblicani e i monarchici, i liberali, gli azionisti e gli anarchici, tanti sacerdoti e tanti militari che rifiutarono di obbedire all’invasore tedesco, giovani e anziani, borghesi e proletari senza ideologia ma animati da un meraviglioso patriottismo. Gli unici che non vi parteciparono furono i fascisti che stavano con l’invasore nazista. A 80 anni dall’inizio della Resistenza, nell’Abruzzo ferito dalla guerra, attraversato dalla Linea Gustav e tormentato da stragi di civili innocenti e inermi come i 33 martiri di Capistrello, il decoro istituzionale e il rispetto della memoria di chi si è sacrificato per la libertà e la pace, imporrebbero cerimonie rispettose dei valori e degli ideali repubblicani e costituzionali. Ridurre un evento così solenne a una parata di dirigenti di partito non è solo una cosa meschina. È una offesa al 25 aprile. Spero che il Sindaco si scusi pubblicamente e cambi il cerimoniale, assicurando quel pluralismo che ha generato la Repubblica e di cui oggi sentiamo estremo bisogno”.