Sulla vicenda relativa agli 8 mezzi di Ambiente spa fermi nel deposito di Città Sant’Angelo abbiamo posto ieri interrogativi circostanziati, che abbiamo illustrato agli organi di stampa e rivolto al Sindaco di Pescara con una specifica interrogazione.

È da lui quindi che pretendiamo risposte, mentre l’Amministrazione al momento ha deciso di rimanere silente. Tuttavia, nel frattempo, la risposta a mezzo stampa della Consigliera Delegata di Ambiente spa, Valeria Toppetti, ha confermato molti degli aspetti da noi evidenziati.

Innanzitutto la confusione della governance aziendale. Ci saremmo aspettati infatti una risposta dal Presidente Massimo Galasso, legale rappresentante dell’azienda e per questo titolato a rappresentare l’intero Cda. Il fatto che invece la risposta sia arrivata, con tanto di carta intestata di Ambiente, dalla Consigliera Toppetti, conferma una realtà emersa dagli articoli di stampa usciti nelle scorse settimane, ovvero gli scontri interni al Cda tra le componenti di maggioranza. Fermo restando che restiamo in attesa di risposte dal Sindaco Masci, a fronte di questa uscita in solitaria della Toppetti saremmo curiosi di sapere cosa pensa della vicenda da noi denunciata il Presidente Galasso.

Entrando nello specifico del bando di gara e del relativo esito, la Consigliera Toppetti, spiegando come la consegna dei mezzi sia avvenuta un paio di settimane dopo rispetto al periodo da noi indicato, certifica che i veicoli sono stati recapitati a distanza di 18 mesi dall’aggiudicazione. Una tempistica che senza dubbio non rispetta i tempi di consegna dichiarati in sede di offerta dall’aggiudicataria.

La Consigliera Toppetti, tra l’altro, dopo aver dedicato la prima parte del comunicato a giustificare il ritardo nella fornitura, dichiara che “saranno applicate le penali previste”. Una versione sembra smentire l’altra. Le penali per i ritardi sono applicabili oppure no, considerate le cause di “forza maggiore” elencate con dovizia di particolari e anche di sentenze giudiziarie? E come si conciliano le difformità riscontrate rispetto alla prevista risoluzione automatica (art. 11 del capitolato)?

Toppetti infatti afferma come “i collaudi hanno evidenziato delle non conformità sui mezzi stessi, difformità che hanno reso impossibile l’accettazione tout court degli stessi nello stato attuale”. In sostanza avvalora quanto da noi denunciato, cioè che i mezzi sono stati consegnati non solo in ritardo ma sono anche difformi rispetto alle condizioni contrattuali, sebbene nella parte finale del comunicato definisca le nostre critiche “pretestuose”.

Dal comunicato registriamo poi l’intenzione di Ambiente di addivenire a una transazione con la ditta fornitrice che possa prevedere “l’eliminazione ovvero, nel caso in cui non fosse possibile, la forte mitigazione delle non conformità dei mezzi consegnati, con spese a carico del fornitore”. Tuttavia, si tratta di circostanze ben diverse: un conto è l’eliminazione delle difformità, un altro la “forte mitigazione”. Davanti a una prospettiva di questo genere, la transazione rischia infatti di generare costi doppi per l’azienda (e quindi per i cittadini), in quanto Ambiente potrebbe incappare nei ricorsi giudiziari da parte delle altre due ditte che parteciparono al bando e che vedrebbero ampiamente lese le condizioni di partenza, trovandosi costretta in caso di sconfitta a pagare persino i danni alle ditte escluse.

Ricordiamo inoltre, come già fatto in conferenza stampa, che di fronte ad una specifica richiesta di chiarimenti in fase di gara sul tipo di mezzi ricercati, Ambiente avesse risposto perentoriamente come i mezzi avrebbero dovuto essere conformi alle caratteristiche previste nel Capitolato. Insomma, ci troveremmo davanti al tentativo del Cda, o meglio della maggioranza del Cda, di rimediare ad un bando nato male con una toppa che rischia di essere peggiore del buco.

Nel comunicato, tra l’altro, la Consigliera Toppetti non spiega in cosa consistano queste difformità. Dall’uso del plurale intuiamo con certezza che gli elementi non conformi sono più di uno, un altro dettaglio che appureremo senz’altro quando riceveremo la risposta dettagliata dell’Amministrazione.

Ricordiamo, infine, come alla base della nostra denuncia vi sia esclusivamente la volontà di vederci chiaro. Al fine di offrire un servizio efficiente e garantire ai dipendenti il pieno rispetto delle regole del codice della strada e della sicurezza sul lavoro, la società preposta alla raccolta rifiuti deve infatti poter contare su un parco mezzi idoneo, adeguato e sicuro, senza però gravare inutilmente sulle spalle dei contribuenti. Mezzi non conformi alle richieste del bando possono davvero rispondere alle esigenze di Comuni e lavoratori?

 

 

Il Consigliere Regionale Pd
Antonio Blasioli

Il Consigliare Comunale
Francesco Pagnanelli