Che lo facciano semplicemente per mancanza di conoscenza di norme e procedure oppure più cinicamente con l’obiettivo di dare facili speranze ai cittadini e far passare per cattivo chi è chiamato per ruolo a bloccare i loro scempi normativi, è ormai consuetudine della destra al governo regionale e comunale amministrare in spregio a qualsiasi regola. Vale tanto in ambito sanitario per l’ordinanza del governatore Marsilio sul ritorno in zona arancione bocciata ieri dal TAR, quanto sul piano urbanistico per la legge della Regione Abruzzo n. 29 su “misure urgenti e temporanee di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia”, impugnata dal Consiglio dei ministri a causa di gravi difformità riscontrate dagli uffici legislativi.
L’avventurismo politico di una classe dirigente mediocre e arrogante, che sfida le regole e le leggi dello Stato di diritto, non fa altro purtroppo che produrre illusioni e generare confusione tra i cittadini. È esattamente il caso del traballante emendamento alla stessa legge regionale n.29 proposto dal consigliere Santangelo sul tema dei manufatti provvisori realizzati nel post sisma che, dopo avere generato un’aspettativa tra la popolazione aquilana sconta oggi anche la valutazione negativa degli organi competenti. Emblematico in tal senso il silenzio nelle scorse settimane del sindaco Biondi sull’argomento, un silenzio che nascondeva evidentemente la consapevolezza del rischio di quanto poi in effetti accaduto o peggio ancora una valutazione sull’inutilità dell’emendamento rispetto alla risoluzione concreta del problema. Perché è evidente che la questione delle “casette”, più complessa di quanto Santangelo ha provato a far credere, va affrontata nel contesto più ampio della nuova pianificazione comunale, finita però nell’oblio dei cassetti nonostante il lavoro già avviato e portato avanti, priva della guida di un assessore all’urbanistica che si protrae ormai dal mese di luglio. Un settore che a dire il vero ha prodotto nel corso di questa consiliatura scarsi risultati e sonore bocciature, come quella incassata sulla variante alle Norme Tecniche Attuative per la ricostruzione dei centri storici, annullata anch’essa dal Tribunale Amministrativo Regionale e oggi confinata in un vuoto normativo, per semplice capriccio.
Far credere dunque in queste condizioni che si sta lavorando per risolvere il problema delle “casette post sisma” significa semplicemente prendere in giro i cittadini. Una questione che invece può e deve essere risolta attraverso un percorso serio che, attraverso il nuovo piano regolatore, le norme e gli strumenti urbanistici necessari e la condivisione interistituzionale tra comune e provincia come sancito nell’accordo di programma preliminare al Prg già sottoscritto e approvato, consenta solo laddove possibile e coerentemente con un’idea di un assetto urbanistico per il nostro territorio di dare risposte definitive alle aspettative di molti cittadini. Un processo che il comune dell’Aquila ha il dovere morale di proseguire anche guardando alle esigenze degli altri comuni del cratere, che non si limita al problema dei manufatti provvisori ma che riguarda, ad esempio, anche il superamento delle difficoltà all’accesso in fase di ricostruzione all’eco-sisma bonus. A tal riguardo annunciamo sin d’ora che formuleremo nelle prossime settimane le nostre proposte nella speranza che chi non si è dimostrato in grado di trovare soluzioni concrete ai problemi, abbia almeno l’umiltà di prendere in considerazione i nostri suggerimenti.
Il capogruppo del PD in Consiglio comunale Stefano Palumbo
Il consigliere regionale del PD Pierpaolo Pietrucci