“Il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia Guerino Testa si è reso protagonista di un episodio di becero sessismo”: Inizia così la denuncia della Conferenza delle Democratiche abruzzesi, che proseguono: “Benché gli sia stato fatto notare non solo dalla protagonista dei suoi, a suo dire, ‘auguri’, Sara Marcozzi – consigliera del M5S, ma anche da altri e altre fra cui i consiglieri del gruppo regionale del PD, ha continuato a inveire insistendo nella sua volontà di stigmatizzare una condizione dovuta a questioni biografiche e personali, essere in gravidanza, arrogandosi il diritto, paternalistico e patriarcale, di commentare quello che è un fatto, lo sottolineiamo, privato che nulla ha a che fare con lo svolgimento del ruolo politico e istituzionale che la consigliera Marcozzi ricopre”. 

Per le Democratiche d’Abruzzo “qualunque siano le tempistiche dei fatti e le valutazioni intorno alla volontà del capogruppo di Fratelli d’Italia, rimane un episodio deplorevole quello di ‘raccomandare fortemente alla Marcozzi di godersi quanto di più bello e importante nella vita, l’arrivo del bebè’ caratterizzato da modalità evidentemente discriminatorie, basate sul sesso, affatto inerenti alle questioni che i due condividono sul piano amministrativo e istituzionale. È stata una esternazione fuori luogo. Riguardo infine al riferimento inappropriato al femminismo e al suo fantomatico richiamo a pensare a cose più serie poiché a suo dire ‘le violenze di genere di cui occuparsi sono ben altre’, vorremmo ricordare al consigliere Testa, visto che ci cita come ‘carovana dalla spiccata finta sensibilità’ come sia stato proprio il Partito Democratico, con la Conferenza delle donne a porre l’accento sul tristissimo fenomeno dell’acuirsi delle violenze domestiche durante la chiusura di primavera a causa della pandemia – fatto legato alle radicate convinzioni socioculturali che in Italia vorrebbero la donna sottomessa e funzionale solo allo svolgimento delle questioni inerenti la cura della casa e dei figli, appunto. Questa sensibilità – reale e valoriale – ci è data proprio dalla capacità dello sguardo femminista di attraversare i corpi non solo delle donne, ma di tutti e tutte, al fine di aiutare a re-immaginare una convivenza. La riflessione femminista ha sempre messo a tema, soprattutto negli anni recenti, l’esistenza fragile che caratterizza l’umano, fragilità oggi più che mai sotto gli occhi di tutti e tutte perché da soli non esistiamo, poiché siamo corpi in relazione con altri corpi. Se un compito quindi ha la politica è quello necessario e urgente di sostenere la comunità e il tessuto connettivo relazionale, attraverso il dialogo e l’inclusione e non certo quello di scimmiottare il valore del femminismo né tantomeno di stigmatizzare questioni private delle quali non dovrebbe minimamente interessarsi”.