Ci sono i dati ormai a spiegare meglio di qualsiasi valutazione qual è la drammatica situazione che la nostra città vive. Con circa 700 residenti risultati positivi al coronovirus nell’ultimo mese, 2.300 in isolamento attivo e 300 in isolamento passivo L’Aquila è la città, in termini assoluti e di gran lunga in rapporto alla popolazione, che registra la situazione più critica a livello regionale. I dati ci dicono che circa il 5% della popolazione aquilana è attualmente interessata dall’emergenza sanitaria da covid-19. Numeri che la nostra città non aveva mai conosciuto finora e che trovano purtroppo riscontro con le difficoltà crescenti con cui il sistema sanitario locale si trova a fronteggiare l’emergenza, con tempi lunghissimi per fare un tampone e tutti i posti letto in ospedale dedicati già occupati. 

Non credo serva aggiungere altro per comprendere come non occorre più dire, ma è necessario fare tutto il possibile per arginare un’ondata che per la sua portata evoca le dolorose esperienze della Lombardia. Se dunque, come proposto da diversi colleghi, si vuole convocare un consiglio comunale straordinario sull’emergenza in atto, non sia questo il solito palcoscenico in cui la politica si perde in discussioni ormai superate dai fatti, sia piuttosto l’occasione per ascoltare dai vertici di ASL e Regione quali correttivi, seppur tardivi, intendono introdurre rispetto ad un sistema già al collasso. Non è più il tempo delle proposte, formulate da più parti e in ogni modo. È giunto invece il momento delle risposte, non della maggioranza all’opposizione, ma delle istituzioni ai tanti cittadini che stanno affrontando questo momento con grande preoccupazione e intollerabili disagi.

Ognuno, in base a ruolo e competenza, venga a dire alla città perché non è stato assunto il personale necessario a fronteggiare l’annunciata seconda ondata, se 10 medici dedicati alle USCA sono considerati sufficienti per coprire un territorio che si estende da Acciano a Montereale e assistere una popolazione di oltre 100.000 abitanti, oppure come 5 operatori telefonici impegnati al contact center della ASL possano rispondere a migliaia di telefonate al giorno. Sul fronte dei tamponi si spieghi perché non è stato ancora potenziato il laboratorio analisi del San Salvatore o come lo stesso possa rimanere senza reagenti, cosa non ha funzionato nel rapporto con Dante labs e come si intende risolverlo, e inoltre cosa si aspetta ad accreditare anche l’Università dell’Aquila al processamento dei tamponi, così come fatto per quella di Chieti già a primavera. E infine perché si è in ritardo sulla campagna di vaccinazione per l’influenza stagionale, proprio adesso che una massiccia copertura sarebbe indispensabile per semplificare la gestione e le diagnosi tra i casi sospetti COVID-19 e quelli di influenza stagionale?

Lo chiedo a beneficio della chiarezza che tutti gli aquilani meritano. La delicatezza del momento lo impone.

Il capogruppo del PD in Consiglio comunale – Stefano Palumbo