Si terrà domani presso la sede della SACA l’assemblea dei soci a seguito di una convocazione per “comunicazioni” dell’Amministratore Unico. Poiché non è dato conoscere l’oggetto delle comunicazioni, proviamo a fare due ipotesi.
– La prima: si vuole forse comunicare ai soci il contenuto per nulla rassicurante del parere sul bilancio della SACA che è stato redatto su incarico dell’ERSI? Dalla lettura del parere si evince, infatti, non solo che la società potrebbe avere a breve problemi di liquidità e/o solvibilità in quanto vi sarebbe un peggioramento della situazione finanziaria, ma anche che l’attuale rischio di crisi aziendale da “medio”, in assenza di decisioni importanti dal punto di vista gestionale, si trasformi in “alto”. Leggiamo ancora nel parere che “qualora nell’ambito dei programmi di valutazione del rischio ex art. 6 comma 2 del D.Lgs. 175/2016 emergano uno o più indicatori di crisi aziendale, l’organo amministrativo deve adottare senza indugio i provvedimenti necessari al fine di prevenire l’aggravamento della crisi, di correggerne gli effetti ed eliminarne le cause, attraverso un idoneo piano di risanamento”. Auspichiamo, quindi, che le comunicazioni riguarderanno proprio i provvedimenti da adottare per scongiurare che, dopo il “buco” Cogesa, si debba affrontare quello Saca, a meno che la soluzione sia, anche per questa società, la vendita a privati, vendita a cui ci dichiariamo da subito fermamente contrari.
– La seconda ipotesi riguarda la vertenza aperta proprio con l’Ersi che ha di fatto chiesto alla Saca di chiarire quale sia l’interesse che il CDA intenda far valere a proposito delle “ossessive” progressioni verticali di carriera. La Saca difatti si dice convinta, nonostante autorevoli pareri legali in senso contrario, che si possa promuovere a livello superiore anche chi non abbia i titoli di studio necessari e senza le procedure previste dalla legge per dipendenti di società pubbliche. Vorrà forse comunicare la Saca perché, ad esempio, da quel che risulta, non v’è parere che dichiari che ai dipendenti in procinto di promozione tra cui l’assessore – volontario del Comune di Sulmona, spetti la qualifica superiore? E vorrà chiarire la Saca se, nelle more e nel rischio che venga revocato l’incarico dell’affidamento dell’acqua, si è proceduto anche al recupero di somme eventualmente ed indebitamente versate? A noi basterebbe anche che si rispondesse alla domanda posta dall’Ersi e che circola non solo in chi come noi fa politica, ma anche tra i cittadini contribuenti, cioè “quale sia l’interesse che codesto CDA intende far valere in sede giudiziale, non certo quello della Società”. E quindi non quello degli utenti-contribuenti aggiungiamo noi, anche perché tra il rischio “medio-alto” di crisi aziendale segnalato nel parere e la rinuncia all’affidamento in house della gestione del servizio pur di promuovere chi non avrebbe i requisiti, non sembra proprio che la Saca navighi in buone … acque … Ci appelliamo perciò ai Sindaci, affinché domani, preso atto di quanto sta accadendo in una società che gestisce un bene primario quale l’acqua, loro per primi rammentino al CDA che non solo la Saca è una società con capitale pubblico e come tale è soggetta a regole dettate per il pubblico, ma che la stessa Corte dei Conti potrebbe e dovrebbe essere interessata della gestione attuale a serio rischio di crisi aziendale.
Il circolo PD di Sulmona