“Con l’ultima delibera del Consiglio di amministrazione ATER del 14 ottobre 2020 ancora una volta si dà seguito a scelte prese nelle segrete stanze tra pochissimi eletti (forse neanche tutti) del Consiglio Regionale e il Sindaco Masci, senza che la città ne sappia nulla e senza che di queste scelte che hanno riguardano l’urbanistica e il sociale ma anche il diritto alla casa, siano fatti partecipi i consiglieri comunali”, così i consiglieri regionali Pd e di centrosinistra al Comune di Pescara nella conferenza congiunta dedicata al provvedimento tenutasi in uno dei siti dell’intervento a cui erano presenti il capogruppo e il consigliere regionale PD Silvio Paolucci e Antonio Blasioli, i consiglieri PD, Sclocco Sindaco e Città Aperta Piero Giampietro, Stefania Catalano, Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli.

La storia. Il 4 luglio 2017 arrivarono in Comune le verifiche statiche eseguite sugli immobili Ater di via Lago di Borgiano n. 14 – 18 e 22 e immediatamente dopo sfollammo circa 84 famiglie. La giunta e la Regione, all’epoca governate dal centrosinistra, preso atto delle schede Aedes che ricollegavano al sisma 2016 gli ultimi cedimenti dei palazzi chiesero il finanziamento di €. 11.500.000,00 per l’abbattimento e la ricostruzione delle palazzine. Il Decreto Cipe 217/2017 accolse la nostra richiesta. Il Decreto Interministeriale del 6 luglio 2020 del MIT con il MEF ha messo a disposizione della Regione Abruzzo la somma di 11.520.000,00 euro. Nella Delibera n. 49 del 14 ottobre 2020 del Cda Ater leggiamo che ci sono stati vari incontri tra Regione, Ater e Comune di Pescara e questo è quello che ha deciso Ater rispetto all’impiego della somma:

1)     € 1.350.000,00 per la demolizione di tutti e tre i palazzi di via Lago di Borgiano;

2)     € 1.850.000,00 per recupero di n.80 immobili Ater nel Comune di Pescara;

3)     € 2.200.000,00 per realizzazione di una palazzina con 15 appartamenti in via San Francesco, e relativa demolizione dell’attuale edificazione;

4)     € 1.530.000,00 per la realizzazione di un fabbricato di 8 appartamenti tra via Tavo e via Trigno, nel quartiere di Villa del Fuoco;

5)     € 1.143.000,00 per la realizzazione di un fabbricato di 6 appartamenti in un’area verde del rione Gescal 

6)     € 1.143.000,00 per la realizzazione di un secondo fabbricato di 6 appartamenti in un’area verde del rione Gescal 

7)     € 2.304.000,00 per la realizzazione di urbanizzazioni che deve decidere il Comune di Pescara. La delibera CIPE e il Decreto Interministeriale consentono che al massimo il 20% del finanziamento totale sia destinato a questo.

La proposta. “Un “percorso di riorganizzazione urbanistica” fatto tra pochi intimi e senza il coinvolgimento della città – denunciano i consiglieri del gruppo Pd regionale e i gruppi di centrosinistra al Comune di Pescara – Eppure si parla di scelte delicate e incisive, che riguardano centinaia di persone in condizione di necessità, a partire dall’abbattimento delle palazzine di via Lago di Borgiano ai civici 14, 18, 22 e che incidono anche su aspetti sociali, scolastici e di qualità della vita. Siamo d’accordo con la demolizione e la non ricostruzione di palazzi in via Lago di Borgiano che già oggi sconta un notevole carico antropico. Rileviamo il ritardo con cui si sta procedendo alla demolizione per evitare possibili crolli. I fondi sono certi e parliamo di immobili sfollati nel 2017 per pericolo crollo, cosa si aspetta per procedere alla demolizione? Ricordiamo che le tre palazzine sono congiunte ad altre palazzine di più ridotte dimensioni. Vogliamo decidere in questo vuoto urbano di destinare parte o per intero le risorse di €. 2.304.000,00 previste per gli oneri di urbanizzazione secondaria, perché riteniamo che via Lago di Borgiano sia una zona particolarmente carica di insediamenti abitativi e abbiamo bisogno di strutture che facciano vivere quel quartiere. Pensiamo ad una casa delle associazioni, o ad un plesso scolastico per l’infanzia e l’adolescenza aperto anche il pomeriggio e la sera: nei quartieri periferici il primo obiettivo deve essere proprio la riapertura delle scuole come centri formativi, educativi, culturali e di aggregazione. 

Siamo concordi con la ristrutturazione e messa a norma degli 80 appartamenti Ater sfitti.  Potrebbero essere messi a disposizione nel giro di pochissimi mesi, ma chiediamo che siano messi a disposizione con priorità alle famiglie che vivono in assegnazioni legittime negli appartamenti del cosiddetto Ferro di cavallo di via Tavo. Le assegnazioni legittime dovrebbero essere circa 70. Non è più pensabile la coesistenza forzata di quelle famiglie con famiglie illegittime. Vivono nella violenza e nella intimidazione quotidiana. Considerato che Ater ha già comunicato che provvederà all’abbattimento di 170 appartamenti del ferro di cavallo e alla ricostruzione di circa 70/80 appartamenti (quelli degli assegnatari legittimi), è il caso di anticipare il loro spostamento volontario da questa situazione di difficile convivenza”.

L’appello. “Il Decreto Interministeriale 127/2017 che attribuisce i fondi alla Regione Abruzzo finalizza gli interventi al rispetto del principio “consumo di suolo zero” specificando come il ricorso a nuove costruzioni sia da intendersi come residuale – continuano i consiglieri – Ci chiediamo perché allora  costruire nuovi alloggi se il Decreto permette di pensare, infatti, a un programma di acquisti di immobili invenduti, dotati delle moderne tecnologie abitative e di tutti i migliori standard edilizi, che oltre a essere meno costoso e anche di più rapida applicazione, avrebbe favorito la sperimentazione di un mix abitativo, adattabile anche alle diverse esigenze e situazioni di chi si trova in condizioni di disagio economico e abitativo e per cui l’attesa non è un fattore secondario.  Se una quota di costruito deve esserci, vogliamo discuterne assieme, in Consiglio comunale e con la città. Se un nuovo insediamento deve essere realizzato, chiediamo che non sia ancora nei rioni popolari o in quelli con un carico antropico notevole o che presentano problemi ad ogni pioggia, con fenomeni sempre più estremi di allagamenti. 

●      Che senso ha non ricostruire a via Lago di Borgiano e ricostruire nel terreno tra via Tavo e via Trigno che ha già un forte insediamento popolare e che sta vedendo nascere gli 84 appartamenti del cd. Contratto di quartiere? 

●      Che senso ha prendere gli ultimi due spazi verdi del rione Gescal, anche questo già carico di insediamenti popolari, per realizzare due palazzine che si sommerebbero al progetto del nuovo e contestato centro commerciale, in una zona che soffre enormemente di allagamenti?

●      Che senso ha abbattere l’asilo dismesso di via San Francesco per realizzare un’altra palazzina di 15 appartamenti popolari che si aggiunge alle altre esistenti in quella stessa zona a poca distanza, fra l’altro, dai nuovi insediamenti di housing sociale in via dei Peligni e via Pepe, senza dimenticare, anche qui, le problematiche legate alle piogge e al fosso Bardet che non trarrebbero giovamento positivo da nuove costruzioni e nuovi insediamenti abitativi? 

●      C’è poi il tema delle urbanizzazioni secondarie: scegliere di utilizzare il massimo previsto dal decreto del Cipe, cioè il 20% del totale dei fondi, vuol dire comunque sottrarre il maggior quantitativo di risorse possibile all’acquisto di nuovi appartamenti o in via subordinata, alla realizzazione di nuova edilizia popolare. Ma se e quale sarà la quota e soprattutto se realizzarci asili, centri sociali, centri di aggregazione per giovani è una scelta che non può essere fatta fuori dal coinvolgimento della città e del Consiglio comunale.

In ultimo una priorità – concludono i consiglieri – Le prime case, acquistate o quelle nuove realizzate vanno prioritariamente assegnate alle famiglie sfollate di via Lago di Borgiano. Alcune hanno avuto una assegnazione di loro gradimento, altre sono in affitto e altre hanno avuto una assegnazione “medio tempore”, per tutte loro chiediamo priorità per le palazzine nuove a risarcimento di quanto hanno dovuto patire a seguito dello sgombero”.