I nostri nonni ci insegnavano ad avere cura delle cose, quelle che ci tramandavano e quelle di cui ci veniva fatto dono; è sempre seguendo il loro esempio che dovremmo agire nel servire la comunità. È con questo spirito che dovremmo pensare oggi ad un piano di manutenzione dell’opera che l’architetto tra i più famosi al mondo, Renzo Piano, ha donato alla città insieme alla Provincia autonoma di Trento che ne ha finanziato la realizzazione. L’auditorium del Parco del Castello, scelto dalla casa editrice tedesca d’arte Taschen come copertina del volume dedicato alle opere dell’archistar genovese, ha bisogno di essere manutenuta, ha bisogno che la città, che è stata ospitata al suo interno in questi anni in centinaia di eventi, se ne prenda cura. L’opera è stata dopo il terremoto uno dei primi edifici ad essere costruito ex novo, con la filosofia del legno, ovvero la filosofia della natura, che è eterna fin quando la si degna di attenzioni. È opportuno quindi, a otto anni dalla sua inaugurazione, pensare a un intervento di manutenzione straordinaria e ad un piano ordinario che duri nel tempo.
Un’evidenza che si presenta davanti agli occhi di noi amministratori in occasione di ogni consiglio comunale che ormai, a causa del distanziamento imposto dalle norme anticovid, si tiene in quel magico luogo e che stona con la rinnovata bellezza del parco circostante dopo i lavori di riqualificazione realizzati grazie all’intervento della fondazione Carispaq. La stessa fondazione si fece avanti, tempo fa, anche per la gestione dell’Auditorium e delle spese necessarie alla manutenzione, proposta di cui purtroppo però si è perso traccia nel disinteresse dell’amministrazione.
Sarebbe bello invitare Renzo Piano a tornare di nuovo all’Aquila, la conclusione dei lavori di restyling dell’auditorium sarebbe la giusta occasione. Un obiettivo che mi auguro tutta la città faccia proprio.
Stefano Palumbo
Capogruppo del PD in consiglio comunale