Quando le cose non vanno, oltre ad avere il coraggio di ammetterlo, si dovrebbe avere la risolutezza e la forza di essere consequenziali soprattutto se si rivestono cariche istituzionali. Per questo il consigliere (comunale) e provinciale Andrea Ramunno, cui riconosciamo l’onestà intellettuale di aver ammesso il suo fallimento per la mancata riapertura dell’istituto De Nino Morandi, dopo essersi scusato con gli studenti e le famiglie per non aver tenuto fede alle sue promesse circa la riapertura a settembre dell’istituto, dovrebbe rassegnare le dimissioni. Chi non rispetta gli impegni (ad oggi, gli studenti del De Nino Morandi non sono tornati nella loro sede “naturale” come promesso), dovrebbe lasciare la carica che riveste. Invece, il consigliere Ramunno, cosa fa? Non solo non si dimette ma rilancia, dando l’impressione di essere già in campagna elettorale visto che, citiamo testualmente, garantisce che non potrà mai perdonarsi “alla fine del mandato di non aver riportato la scuola a Sulmona e riavviato i lavori nella sede originaria”. Noi dal canto nostro e gli studenti e i genitori, dal canto loro, invece, ci saremmo aspettati dal consigliere Ramunno, non l’ennesima promessa, ma le risposte alle domande che tutti si pongono: perché si è arrivati a questa situazione e come intende lavorare per evitare che tale situazione prosegua e si riproponga nel futuro? Niente di tutto questo. Probabilmente anche Ramunno, in cuor suo, sa che per risolvere il problema, è necessaria una discontinuità nella gestione delle scuole della Provincia. Di quell’ente che, per stessa ammissione di Ramunno, non è stato capace di dare seguito alle promesse fatte ai sulmonesi e che, però, evidentemente (sic!) il consigliere proprio non vuole lasciare.
Il circolo PD di Sulmona