“Buttiamoli fuori a calci in culo!”, “Maledetti”, “Entrano cani e porci”; questi sono alcuni dei commenti locali scritti dopo l’uscita della notizia degli otto migranti positivi al virus a Pettorano.  Non sono bastate le rassicurazioni del sindaco di Pettorano a fermare i rigurgiti d’odio che determinate forze politiche hanno scatenato e ci hanno abituato a sentire.  La situazione,  seppur tranquilla,  non deve assolutamente esser certamente sottovalutata, ma ciò che ci interessa sottolineare ora è questo: non possiamo arrenderci a questo modo di fare politica consistente nel trovare un nemico su cui accanirsi, nemico, guarda caso, individuato come sempre in chi è più debole.  D’altronde Il coraggio non è di casa in quegli schieramenti  che su questo modo di far politica hanno edificato il loro consenso.  Ma tutto quest’odio non fa parte della natura di noi Europei, figuriamoci di noi italiani e di noi abruzzesi, perciò non abbandoniamoci ad esso come vogliono farci credere sia giusto fare.   La situazione che si è creata a causa del questo virus (situazione già fragile in precedenza in realtà) è sì molto grave, e la ripresa post Covid rappresenta una delle più grandi sfide che ci troveremo ad affrontare.  Ma superarla è possibile  solo attraverso la razionalità, solidarietà, l’empatia, l’aiuto reciproco. Chi non riconosce questi valori farà solo il proprio interesse e non quello della collettività ed avrà colpe storiche non emendabili ancor più inaccettabili se si considera che ad oggi tutti gli otto migranti risultati positivi stanno per ora bene e la loro auspicata guarigione tutela tutti noi a prescindere siano essi migranti o meno.  Tra l’altro la Lega Nord locale, che ha annunciato che oggi farà una manifestazione contro questi otto ragazzi, non è per caso lo stesso partito il cui leader  fa manifestazioni in tutta Italia creando pericolosissimi assembramenti ed esponendo noi italiani ad un altissimo pericolo per il solo scopo di riprendere qualche voto?  Domanda retorica, certo che sì, alla faccia della coerenza, questa illustre sconosciuta, così sconosciuta da portare la stessa Lega Nord a sostenere nello stesso identico giorno due posizioni assolutamente antitetiche: mentre la Lega locale parla di “epidemia colposa” e di “virus di importazione”, il loro “leader” partecipa in Senato alla convention dei negazionisti del covid promossa da Sgarbi.

Come  si  conciliano  due  posizioni  del  genere?  Anche  questa  è  una  domanda  retorica: semplicemente non si conciliano , come molte altre scelte di  una parte politica  priva di progettualità vera.
Il circolo PD di Sulmona