La notizia diffusa ieri dal Sindaco Biondi e dall’ing. Provenzano, attuale titolare dell’USRA, sarebbe più correttamente annoverabile tra la pubblicità ingannevole da cui siamo quotidianamente bombardati. I fatti stanno diversamente.

Era settembre 2019 quando l’ing. Provenzano, audito in Commissione Territorio, dichiarò come la ricostruzione privata fosse arrivata al 76%, percentuale calcolata come rapporto dei fondi concessi rispetto al costo totale della ricostruzione. Basta ora andare sul sito dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila per constatare come oggi, a quasi un anno di distanza, il valore sia salito al 78%, ovvero di appena due punti percentuali.

Cosa ci sia da vantarsi dunque, in special modo da parte del Sindaco, è arduo da comprendere. In verità i numeri dicono, inequivocabilmente, che il Comune non traduce in concessione di contributi (principalmente per il mancato rilascio del titolo edilizio) le pratiche esaminate dall’USRA. La fonte è proprio il sito dell’Ufficio Speciale con i numeri di seguito riportati:

  • L’Aquila Capoluogo: Importo pareri emessi € 2.767.076.580,63 – Importo concesso € 1.600.501.606,34;
  • Frazioni del Comune dell’Aquila: Importo pareri emessi € 1.755.428.973,08 – Importo concesso € 771.397.949,18

La differenza tra i pareri emessi e i contributi concessi è impietosa, a dimostrazione di come la ricostruzione proceda lentamente, fermandosi alle carte e alle parole piuttosto che avanzare con l’apertura dei cantieri, elemento essenziale e concreto per la ripresa dei centri storici e della vita delle persone. Se c’è un’equivalenza da sottolineare non è dunque la sostanziale parità tra il numero complessivo dei pareri emessi dall’inizio della ricostruzione ad oggi (2.254 per L’Aquila Capoluogo e 2.259 per le Frazioni) semmai il pari ritardo che, tanto il capoluogo quanto le frazioni, scontano tra pareri emessi e contributi concessi, di circa 1 miliardo di euro in entrambi i casi.

È proprio in merito a questi ritardi accumulati che il sindaco dovrebbe invece dare spiegazione ai cittadini, sicuramente rispetto al caos generato dalla sua stessa amministrazione rispetto alla variante urbanistica alle NTA per la ricostruzione delle frazioni, con tutte le sgangherate delibere approvate a colpi di maggioranza annullate poi dal TAR. Così come dovrebbe spiegare il motivo per cui sono stati completamente disattesi i termini stabiliti dalla determina dirigenziale n.56 del 31 gennaio 2017 a firma dell’allora dirigente Vittorio Fabrizi, oggi assessore alla ricostruzione, che fissavano al 30 settembre 2018 la scadenza per la presentazione dei progetti per gli aggregati di tutte le frazioni, procrastinandoli invece ancora per diversi anni: progetti che l’USRA doveva esaminare senza dilazione di tempo. Per non parlare infine del commissariamento degli aggregati inadempienti su cui l’attuale amministrazione avrebbe potuto procedere già il giorno dopo il suo insediamento, avendo ereditato dalla precedente tutte le procedure propedeutiche necessarie, e rispetto ai quali dorme ancora oggi sonni tranquilli, con palazzi puntellati abbandonati a se stessi all’interno di aree completamente recuperate con case che tornano ad essere abitate da intere famiglie, da studi tecnici o da attività commerciali. Piaccia o no è questa la realtà.

 

Stefano Palumbo Capogruppo PD Comune di L’Aquila

Pietro Di Stefano ex assessore alla ricostruzione