“Vincere l’odio. Prima e dopo il coronavirus” (All Around), scritto da Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente di Autonomie Locali Italiane, è stato al centro dell’incontro della quindicesima puntata della rubrica “Un libro, il dialogo, la politica” curata dal segretario del Partito Democratico abruzzese Michele Fina.
Ricci e Fina si sono confrontati in diretta Facebook sui contenuti e sul messaggio del libro, un lavoro a cui il sindaco di Pesaro si era iniziato a dedicare prima della pandemia, ripreso dopo la fase più acuta di emergenza, acquistando così un valore e un’attualità se possibile ancora più marcati. La prefazione è di Liliana Segre. Tutto parte dalla manifestazione del 10 dicembre scorso a Milano, quando oltre 600 sindaci manifestarono solidarietà alla Segre. Il sindaco di Pesaro ne fu promotore principale assieme a quello del capoluogo lombardo, e parlando del libro spiega che “di fatto il risultato di questo lavoro sono due libri che si collegano. Il primo a ridosso della manifestazione del 10 dicembre, che rappresentò una reazione dei sindaci, increduli dopo che il questore fu costretto a disporre la scorta per Liliana Segre, il giorno dopo la votazione del Senato della legge per istituire una Commissione contro l’odio, su cui Lega e Fratelli d’Italia si astennero. Il giorno successivo lei fu inondata di insulti e minacce, chiamai il sindaco di Milano Sala e gli dissi che era necessario che l’Italia dimostrasse che era con Liliana, e che i sindaci fossero la sua scorta. A partire da questo c’è nel libro tutta la mia esperienza da sindaco, amministratore e militante per combattere l’odio”. La seconda parte del libro, dopo la fase più acuta dell’emergenza pandemica che aveva assorbito l’impegno di Ricci in quanto sindaco di una città molto colpita, è un confronto con la filosofa Lucrezia Ercoli sul tipo di società che sarebbe nata dopo questa fase. “Ci siamo chiesti se il coronavirus farà crescere o diminuire l’odio”, ha detto il sindaco di Pesaro, sottolineando quindi la grande attualità del messaggio e delle questioni che si affrontano nel libro.
Ricci (Ali, l’associazione che presiede, affronterà il Congresso nazionale il 16 e il 17 luglio prossimi), ha spiegato nel corso del dialogo con Fina che ritiene in questo senso molto importante la risposta che proprio in questa fase, in queste settimane, riusciranno a dare le istituzioni, a cominciare dal governo: “La parola chiave è la velocità, che è fondamentale per aiutare le fasce più deboli della popolazione a resistere. L’alternativa è il conflitto sociale, lo scontro tra gli ultimi e i penultimi, un clima di odio nel quale la destra sovranista sguazza. L’estate rappresenta un bivio, e in mezzo c’è la politica: il Paese deve, può farcela, il cambio di passo dell’Unione europea mi fa ben sperare”. In questa riflessione Fina ha inserito anche l’urgenza, nella fase di ripartenza, di “ricostruzione di un meccanismo più eguale”, quindi a tutela delle fasce più deboli, e Ricci concordando è tornato a evidenziare l’importanza di una risposta veloce ai bisogni, chiamando a modello la rapidità con cui i Comuni sono riusciti a distribuire i buoni spesa nel pieno dell’emergenza: “Se si vuole in Italia le cose si possono fare”.
Alla domanda chiave di Fina, se cioè si può tenere assieme sburocratizzazione e legalità, Ricci ha risposto con la necessità “di un cambio di paradigma. I controlli sono indispensabili, ma ex post”. Un’altra questione posta dal segretario del Pd abruzzese riguarda la fragilità e i limiti di un modello di sviluppo evidenziati dal contagio. Il sindaco di Pesaro ha elencato alcune certezze che sono emerse, come l’importanza della sanità pubblica e quella di rafforzare le politiche di sostenibilità, e un elemento nuovo, ovvero una nuova centralità dello spazio in luogo del tempo: “Per questo serve un riequilibrio tra aree interne e aree costiere, possiamo conseguirlo con le risorse europee”.
Il dialogo, che si può rivedere sulla pagina Facebook di Michele Fina, si è concluso con il rilancio di una “battaglia” di cui si parla nel libro, ovvero l’assegnazione a Liliana Segre del Premio Nobel per la pace. Per Fina “c’è un movimento che porta avanti questo obiettivo, e va sostenuto”.