“Mi sento di condividere le ragioni degli specializzandi che stamattina erano in Piazza Duomo a L’Aquila, a Teramo ed in altre piazze in Abruzzo ed in Italia. La protesta degli specializzandi in medicina contro l’imbuto formativo causato dall’insufficiente numero di borse, nonostante il grande sforzo fatto nel CuraItalia di 5.400 per il 2020, è giusta e dobbiamo intervenire per dare risposte concrete alle loro richieste. Anche per questo, se non condizionato e con interessi vantaggiosi, potrebbe essere un’occasione utilizzare i 37 miliardi messi a disposizione dell’Italia dal Mes per il comparto sanitario. Questo governo e questa maggioranza, occorre ricordarlo, nel Decreto Rilancio hanno stanziato 3,2 miliardi di euro per la sanità, oltre all’1,4 miliardi del decreto Cura Italia, finalizzato anche ad aumentare le possibilità di assunzione. L’epidemia ha duramente dimostrato che abbiamo bisogno di medici stabili nel Servizio Sanitario Nazionale e ancor di più lo sarà a fronte dei prossimi pensionamenti. Saranno oltre 20mila i candidati per l’accesso alle borse di specialità previsti per quest’anno, numero che testimonia un impegno preciso nel solco della valorizzazione del Ssn. In pochi mesi alcune buone cose sono state compiute: dall’abilitazione, all’aumento delle borse (4.200 nel Decreto Rilancio), alla possibilità che lo straordinario lavoro di molti specializzandi durante emergenza Sar-Covid 2 sia utile per la stabilizzazione professionale. Ora occorre spingere ancora di più sull’acceleratore, migliorando il Decreto Rilancio, provando con nuovi emendamenti a finanziare altre borse di specializzazione per raggiungere l’obiettivo di garantire un futuro certo ad ogni laureato in medicina. Siamo convinti che è il tempo per portare a compimento una riforma che sia la più condivisa possibile tra le diverse sensibilità del mondo associativo degli specializzanti ed accademico e di dare una forma compiuta alla sanità del futuro. Che è già qui”. Così la deputata Stefania Pezzopane sostiene le ragioni degli specializzandi che oggi hanno simbolicamente manifestato nelle piazze italiane.