I consiglieri comunali dell’Aquila Stefano Palumbo e Stefano Albano dichiarano: “Lavoro, sicurezza dei lavoratori e salute della popolazione non sono mai stati e non devono diventare diritti in conflitto tra loro. Dimostrano di averlo ben chiaro le imprese della ricostruzione aquilana che in una recente nota stampa hanno dichiarato di essere pronte ad attenersi alle nuove disposizioni per il contenimento della diffusione del covid-19 e a fare tamponi a tutte le proprie maestranze (chiedendosi però amaramente se saranno messi in condizioni di farlo), molto meno, purtroppo, le istituzioni comunale e regionale che a pochi giorni dalla riapertura dei cantieri si sono fatte invece trovare completamente impreparate. È dall’inizio dell’emergenza che chiediamo concertazione e programmazione quali imprescindibili metodi per arrivare alle difficili scelte che le istituzioni sono chiamate ad assumere. Il disappunto unanime dell’intero consiglio comunale e di gran parte delle imprese, generato dall’ordinanza n.71 emanata dal Sindaco Biondi, dimostra purtroppo quanto inascoltato sia stato il nostro appello, tanto quanto le nostre proposte. Tra tutte quella di mettere il nostro territorio, alla pari delle altre città abruzzesi, nella condizione di poter processare un numero di tamponi compatibile con il ritorno a lavoro di migliaia di persone dovuto alla riapertura dei cantieri, attivando il laboratorio analisi (la nostra Asl è l’unica ad esserne ancora priva) e dotandolo dello stesso macchinario già in possesso della ASL pescarese capace di analizzare fino a 2.400 tamponi al giorno, oppure quella di prevedere, vista la compresenza di centinaia di cantieri, un presidio medico all’interno del centro storico, previsto come obbligo dal DPCM 26 aprile 2020 per i cantieri con numero di occupati superiore a 250 unità. Proposte, insieme ad altre, che abbiamo avanzato durante tutta la discussione in aula, già dal primo consiglio di lunedì scorso, e che avevano l’obiettivo di mettere le imprese nelle condizioni di poter ripartire in sicurezza già dal 4 maggio. L’ordinanza del sindaco, partorita con estremo ritardo, senza l’opportuna condivisione con i comuni del cratere, con le associazioni di categoria o con le forze politiche, rivela invece, nell’indicazione di fare tamponi agli operai entro 14 giorni dalla ripresa dei lavori, la totale assenza di pianificazione rispetto all’adempimento dei propri doveri. Per non parlare della preoccupante miopia con cui il governo Regionale, impegnato ad emanare ordinanze sulla toelettatura degli animali da compagnia o sulla pesca amatoriale, non ha ritenuto invece di affrontare il tema dei cantieri, come se questo fosse un problema del solo comune dell’Aquila e non riguardasse invece ben due province. Decisivo al riguardo è stato lo scatto d’orgoglio dell’intero consiglio comunale che, con una risoluzione votata all’unanimità, ha impegnato il sindaco a sospendere e modificare la propria ordinanza e ad attivarsi presso il presidente della Regione per l’adozione di un’ordinanza regionale specifica con particolare riferimento all’obbligo di sottoporre a tampone preventivo tutte le maestranze residenti al di fuori della provincia dell’Aquila e della regione che rientrano a lavorare nei cantieri della città, e al divieto d’ingresso in caso di tampone positivo. L’esigenza di chiarezza normativa, che un provvedimento chiaro della Regione Abruzzo assicurerebbe, è chiesta a gran voce anche dai comuni del cratere sismico, che in caso di mancato intervento da parte della Regione si vedrebbero costretti ad emanare tante ordinanze col rischio di generare una pericolosa disomogeneità di disposizioni sul territorio e una grande confusione tra gli addetti ai lavori. Sono 20 giorni ormai che all’Aquila e nel territorio non si registrano nuovi contagi, condizione che va preservata con tutte le accortezze necessarie per ripartire con il piede giusto e non incorrere in nuovi stop, evitando di fomentare nella nostra città tensioni fra tutela della salute e ripartenza economica”.