Ormai è evidente. Se c’è un’ulteriore emergenza che questa pandemìa sta provocando, e che lascerà tracce indelebili sul tessuto socio economico della città, è quella della ricostruzione degli edifici scolastici, di per sé già sofferente prima ancora di quest’ultimo disgraziatissimo accidente, e che rischia, a questo punto, di rallentare definitivamente fino alla paralisi.

L’edificio del Liceo Classico Ovidio – paradigma perfetto di tutte le inestricabili pastoie burocratiche che fin qui hanno impedito interventi risolutivi alle amministrazioni succedutesi nel corso degli anni, dai lontani tragici eventi del terremoto del 2009 – con le sua facciata deturpata, sembrerebbe prossima al crollo definitivo. Nel bel mezzo del salotto cittadino, quella Piazza XX Settembre , dove inutilmente troneggia la statua del sommo poeta a ricordarci antichi fasti di una città abituata a ben altre ambizioni di vita culturale, sociale ed economica.

Se si trattasse di una azienda pervasa da perdurante cattiva amministrazione, saremmo alla dichiarazione di fallimento ed alla ricerca di un concordato per cercare di salvare il salvabile.

La ricerca, nel caso di questa nostra Amministrazione comunale (per stare alla similitudine), di una solidarietà cittadina fondata su un comune sentire che, di fronte all’inane compito che si profila all’orizzonte, riunisca le menti più avvedute per cercare soluzioni praticabili.

Ma niente di tutto ciò all’orizzonte. Quale sia lo stato dell’arte, degli interventi programmati in materia e degli inevitabili rallentamenti che ci saranno, ed, infine, delle misure che si intendono adottare per una presumibile ripresa delle attività didattiche in modalità sicurezza -come da pericolo virus incombente ancora dopo il “lockdown” -non è dato assolutamente sapere.

In particolare, per l’edificio del Liceo Classico Ovidio sembrerebbe che si è ancora in attesa del nullaosta da parte della Sovrintendenza alle belle Arti sul progetto presentato prima di Natale. In tutti questi mesi non ci si è preoccupati neanche di completarne l’iter burocratico per poter partire con la cantierizzazione.

Di che natura siano i ritardi e a chi attribuirli (nel caso del Liceo), non per sommari processi, ma per trovare soluzioni praticabili e perseguire risultati tangibili, è ormai esercizio ineludibile. E pertanto chiediamo ai rappresentanti istituzionali del territorio ed in ispecie di questa città – Senatrice, Consigliere regionali – di investire la Provincia di una problematica di sua stretta competenza che se non prontamente affrontata, provocherà un altro terremoto – questa volta sotto forma di emergenza scolastica e, quindi, sociale – di proporzioni ad oggi inimmaginabili. Pensiamo solo agli alunni delle elementari (i più giovani e quindi i più deboli psicologicamente) costretti finora alla frequenza scolastica nei “moduli MUSP” e che probabilmente non si sa fino a quando, ancora, si troveranno in questa condizione emergenziale di assoluta precarietà.

Da parte nostra, vista l’assenza di sensibilità istituzionale dell’Amministrazione -quanto non dichiarata ostilità a qualsiasi forma di dialogo – cercheremo attraverso gli organismi territoriali del Partito Democratico di interessare alla problematica la sottosegretaria alla P.I., l’On.le Ascani, per promuovere una stagione di rilancio e ritrovata efficienza in questo campo, quello dell’Istruzione, di prioritaria importanza per i nostri giovani. Al contempo esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento e ringraziamento agli insegnanti e personale scolastico tutto che in una situazione di così grave disagio non hanno lesinato il loro impegno e dedizione.

 

Il circolo PD di Sulmona