Come avevamo prontamente detto già 15 giorni fa, il bando per gli aiuti alimentari partorito dall’Amministrazione Comunale sta mostrando il suo vero volto, quello di un atto discriminatorio infarcito di becera ideologia ed evidenti errori amministrativi.
Dopo l’invito dell’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) ai comuni italiani di adottare criteri non discriminatori nella costruzione dei bandi, dopo le linee guida del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, diffuse in esecuzione dell’Ordinanza di Protezione Civile che aveva stanziato i fondi, arriva adesso anche la sentenza del TAR Abruzzo a dimostrarlo.
Discriminazione ed esclusione dal bando non soltanto per gli stranieri presenti sul territorio ma anche per i cittadini italiani residenti altrove, ma domiciliati abitualmente nella nostra città, e rimasti bloccati qui dall’inizio dell’emergenza.
Un pasticcio quindi che si aggiunge al già vergognoso ritardo che aveva impiegato questa giunta per partorirlo, a differenza di altri comuni, come ad esempio Pescara, città complessa e governata dal centro destra, e perfino quelli piccoli del nostro comprensorio, costretti a condividere il segretario generale e senza dirigenti a tempo pieno in organico, che hanno iniziato la distribuzione dei buoni alimentari alle famiglie bisognose prima ancora che l’avviso pubblico aquilano venisse pubblicato.
Quindi un bando pubblicato con grande ritardo e fatto anche male, specchio di una classe dirigente concentrata molto sul fare bella figura con i propri capi romani e poco o per niente sul governare la città. D’altronde è stato piuttosto chiaro, fin dall’ inizio di questa vicenda, quale fosse la strategia politica impartita dalla Meloni a tutti gli amministratori locali di Fratelli D’Italia, con l’obiettivo di una permanente propaganda contro ogni azione messa in campo dal Governo. E mentre Biondi se la prendeva con il governo per “l’insufficienza dei fondi governativi”, si è ben guardato dal chiedere al Presidente Marsilio di integrare il fondo governativo con i fondi della Regione, che oggi sono oggetto di un ulteriore bando altrettanto farraginoso e per la cui istruttoria si perderà tempo prezioso che avrebbe potuto essere, invece, dedicato a completare i procedimenti per la cassa integrazione in deroga.
Non pago del disastro combinato, oggi il Sindaco rincara la dose dichiarando che, a seguito della sentenza del TAR, sospenderà fino al 20 Maggio l’erogazione dei buoni alimentari. Sia chiaro che il Tribunale Amministrativo non ha richiesto la sospensione dei buoni ma ha dato solo ad una famiglia, esclusa dai criteri del bando del Comune, la possibilità di formulare la domanda. Una scelta folle e incomprensibile dal sapore repressivo. Se il timore è quello di dover soddisfare un maggiore numero di domande si potrebbe tranquillamente aumentare lo stanziamento con fondi di bilancio comunale o chiedendo a Marsilio di fare quello che avrebbe dovuto fare dall’inizio, cioè trasferire i fondi della Regione per le spese alimentari ai Comuni. Il Sindaco, invece, piuttosto che ammettere di aver sbagliato e cercare di rimediare, ancora una volta per mere motivazioni politiche e ideologiche, gioca sulla pelle delle persone in difficoltà, con il rischio evidente di contribuire al crearsi di tensioni sociali. Non è un comportamento accettabile e non staremo fermi a guardare la disperazione di tante famiglie che contavano, nell’immediato, su questo piccolo aiuto. Pertanto chiediamo al Prefetto dell’Aquila di intervenire e di nominare un commissario ad acta per l’erogazione dei buoni alimentari e annunciamo che daremo battaglia in tutte le sedi istituzionali disponibili, a cominciare dal Consiglio Comunale.
Emanuela Di Giovambattista, segretaria Pd dell’Aquila
Stefano Albano, consigliere comunale Pd
Stefano Palumbo, capogruppo Pd in Consiglio comunale