La cancellazione dalla zona rossa dell’area Vestina non ci può far tirare un sospiro di sollievo, anzi, lascia alquanto perplessi”. Con queste parole il consigliere del Pd Antonio Blasioli interviene per denunciare tutto ciò che è stato e non è stato fatto in queste settimane nelle cosiddette zone rosse della provincia di Pescara.

“L’istituzione della zona rossa nell’area vestina è stata lunga e travagliata – ricorda Blasioli -, nonostante una chiarissima indicazione della Asl di Pescara del 18 marzo indirizzata alla Regione, che recitava: “onde evitare una ingestibile intensificazione del contagio nell’area costiera, appare opportuno implementare ogni possibile ulteriore provvedimento che possa ridurre l’interscambio tra la costa e la restante area vestina”. Lo stesso giorno il Presidente Marsilio adottava la zona rossa solo sulla val Fino e per Elice, compresa in questa nota, ma non per Penne, Civitella, Farindola e Montebello.

Solo dopo le nostre vibranti proteste, culminate anche con una lettera al Prefetto, la zona rossa veniva estesa anche ai Comuni dell’area vestina.

Da allora i cittadini di Elice, e dal 25 marzo quelli di Civitella Casanova, Farindola, Montebello di Bertona, Penne, Picciano, hanno atteso con pazienza e dignità che la Regione mettesse in atto tutte quelle azioni dichiarate dal Presidente Marsilio, come la mappatura completa dei contagi.

Ricordo a tutti la dichiarazione del 6 aprile 2020 con cui il Presidente annunciava “i centri dell’area vestina, oggi in zona rossa, saranno sottoposti a screening epidemiologico. Nei prossimi giorni la Asl di Pescara organizzerà la raccolta dei tamponi”, come pure i supporti economici alle famiglie e alle attività produttive. Tutti interventi richiesti a gran voce dai sindaci e amministratori e rilanciati anche da me. Ad oggi, però, nulla di tutto ciò è stato fatto, tranne una dichiarazione di intenti, rimasta tale, nella legge del Cura Abruzzo e tanti spot elettorali da Lega e Forza Italia, che ora rischiano di rivelarsi un boomerang per loro e un danno enorme per le categorie che aspettavano. Sorprende che la mancata proroga della zona rossa nell’area vestina sia stata decisa senza aver fatto nemmeno uno screening sugli asintomatici, non a tutta la popolazione, ma quantomeno a un campione rappresentativo. Mi domando, perché la Asl di Chieti è in grado e sta svolgendo i tamponi per i residenti nel Comune di Villa Caldari di Ortona, che è ancora in zona rossa, mentre per le realtà dell’area vestina, nonostante le promesse, questa misura non è stata promossa?

Perché attuare questa sospensione della zona rossa dopo solo una settimana di riduzione dei contagi in queste zone? Siamo sicuri che così facendo il rischio di diffusione dei contagi non ci sia più? Lo stesso sindaco di Penne, reiterando le richieste degli amministratori di centrosinistra, ha richiesto di avviare immediatamente lo screening epidemiologico sulla popolazione del territorio vestino. Screening ovviamente mai effettuato e che, probabilmente, mai si farà. Eppure, proprio nel Comune di Penne il numero dei contagi è quasi raddoppiato rispetto alla data in cui la Asl richiedeva la istituzione della Zona Rossa. Dunque, su quale base tecnico-scientifica è stata revocata la zona rossa? Come si fa a sostenere che il pericolo sia diminuito se sono stati fatti pochissimi tamponi? Nei Comuni in zona rossa del nord Italia(Codogno, Alzano, Vo’ Euganeo, Medicina) è stato effettuato un numero elevatissimo di tamponi. A Vo’ Euganeo tutti i cittadini sono stati sottoposti a tampone. Mi risulta invece che a Penne sia stato effettuato un numero irrisorio di tamponi, così come a Montebello, Farindola e Civitella.

La Asl di Pescara con nota del 17 aprile 2020 ha chiesto la non prosecuzione della zona rossa nell’area vestina. Scrive la Asl “La valutazione del numero dei casi  e  dei trend ad essi associati nei vari Comuni della provincia, relativa all’ultima settimana di osservazione, permette di evidenziare in senso generale un ulteriore rallentamento delle nuove diagnosi anche nelle zone urbane più popolose”. In realtà però i dati che la Asl ha fornito si fermano al 15 aprile e, se in linea generale

sembrerebbero attestare una stabilizzazione, ciò non vale per Penne, dove il numero dei contagi cresce ancora. Peraltro ricordo che Penne contava 23 contagiati il 18 marzo, mentre al 15 aprile sono 105. Discorso simile per Civitella che proprio nell’ultima settimana mostra una discreta crescita.

Un territorio completamente abbandonato a sé stesso, sia dal punto di vista sanitario che economico, mentre il Presidente Marsilio non ha disposto nessun intervento speciale per aiutare e supportare queste realtà territoriali. Nessuna previsione particolare per queste zone nella cosiddetta Fase 2, eppure le imprese e i cittadini hanno subito danni e restrizioni maggiori rispetto ad altre aree. Nessuna risposta alla nostra richiesta di supporto alle famiglie per il pagamento delle bollette, avviando una interlocuzione istituzionale sul modello di altre Regioni.

Alla luce di quanto evidenziato, chiediamo al presidente Marsilio una risposta chiara da dare ai cittadini dell’area Vestina, che per quasi un mese hanno dovuto subire le restrizioni da zona rossa, senza aver avuto nessuna rassicurazione sul proprio futuro economico e con la beffa del non utilizzo di questo tempo per tamponi e screening epidemiologici. In ultimo, voglio rivolgere due appelli al governatore d’Abruzzo per lo stanziamento di aiuti economica famiglie e imprese della zona rossa e mi riferisco a tutti i Comuni che ne hanno fatto parte e a quelli che ancora ne fanno parte, mentre per quei Comuni che sono ancora nella zona rossa, faccio mio l’appello del Sindaco di Castiglione Messer Raimondo. Non si commetta lo stesso errore dell’area vestina. La prosecuzione della zona rossa ha un senso se viene accompagnata da azioni concrete di assistenza sanitaria più efficace nei confronti della popolazione, magari con maggiori screening epidemiologici utili a fotografare la situazione effettiva del contagio”.