“Ho partecipato alla mobilitazione per esprimere una vicinanza dovuta agli agricoltori, perché stanno aspettando da mesi una risposta e delle misure per tutelare campi, raccolti, lavoro dai danni della fauna selvatica che la Regione non ha dato. Come centrosinistra avevamo proposto delle modifiche alla legge regionale 10 del 2004, condivise con la Coldiretti e le organizzazioni di categoria che avrebbe consentito un controllo più sostanziale sulla specie, ma sono state bocciate. In 38 mesi di governo non abbiamo visto andare in onda una politica efficace e condivisa per il settore per questa e altre priorità”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, che oggi è intervenuto alla manifestazione della Coldiretti svoltasi a L’Aquila.

“La proliferazione degli animali selvatici sta mettendo a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali – rimarca Paolucci – è necessario pensare delle tipologie di intervento, coinvolgendo finalmente anche le Polizie provinciali, per costruire un intervento incisivo, capace di distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle venatorie, contemplando anche azioni in autotutela da parte degli agricoltori. Tra le nostre proposte c’era anche l’istituzione presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo, di una Banca Dati regionale dei danni e degli incidenti stradali causati dalla fauna selvatica, per poter sostenere chi li ha subiti. Bisogna intervenire prima che sia troppo tardi anche per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana, attraverso la sorveglianza degli allevamenti, con un rafforzamento delle misure e della campagna di riduzione del numero dei capi e con il coinvolgimento dei veterinari e potenziati i sistemi di sorveglianza. È stata affrontata malissimo anche la gestione dei Consorzi di bonifica, bisogna ridarli agli agricoltori proprietari, terminare questa eterna fase commissariale, che doveva definirsi a novembre del 2020 e da allora, dopo il rinvio delle elezioni, tutto tace: un vero e proprio bavaglio compiuto ai danni del mondo agricolo.

C’è la questione dei fondi del PNRR, l’Abruzzo ha il primato di non aver preso un solo euro del miliardo e 650 milioni che destinati alla progettazione degli impianti di irrigazione: su 149 progetti l’Abruzzo non figura ed è un’assenza che grida vendetta. I “bandi covid” nonostante la dotazione di 9,5 milioni di euro, sono stati un vero flop a causa di una eccessiva burocrazia, che ha impedito a tanti soggetti di partecipare, fra cui la maggior parte della filiera agricola. Le stalle abruzzesi sono a serio rischio chiusura, i rincari di gasolio, energia, mangimi e materie prime ne stanno condizionando fortemente la stabilità e il Governo regionale non è intervenuto nemmeno su questo, nonostante l’ulteriore inasprimento degli aumenti che c’è stato con la guerra in Ucraina. La Regione non può essere latitante, gli agricoltori hanno cominciato a richiedere l’attenzione già da mesi, sono scesi in piazza già due volte, non possono essere trattati come nemici, sono abruzzesi che vivono difficoltà e il compito principale della Regione è risolverle”.