“Una politica che non riesce ad esprimere fra i suoi eletti la quota rosa, come sta accadendo alla nuova Giunta di Bussi del neo sindaco Paolo Di Salvatore, tanto da fare una call pubblica per trovarla, è seriamente un triste spettacolo che non sorprende chi osserva con attenzione la politica nazionale e appare come un “déjà vu”. Non è più una novità, evidentemente, l’irrituale ricerca dell’assessora mancante; i casi segnalati da una semplice ricerca su internet sono numerosi. Il comune di Bussi, in provincia di Pescara, si adegua, pertanto, “alla nuova moda” e cerca la “quota rosa” tramite un avviso pubblico: forma che solitamente è utilizzata per coprire servizi o attività materiali, ma non ruoli amministrativi. Si cerca un’assessora esterna per garantire la parità di genere prevista dalla legge, pazzesco!” così Leila Kechoud della Direzione nazionale e vice segretaria regionale Pd , con la Segretaria provinciale Pd Pescara Carmen Ranalli, la portavoce regionale delle Donne Dem Roberta Tomasi e quella provinciale per Pescara, Benedetta Di Marzio.

“L’ articolo 1, comma 137, della legge n. 56/2014 per i Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, prevede infatti che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40 %. Nel computo naturalmente, si deve tenere conto anche della figura del primo cittadino in quanto componente della Giunta e per i comuni più piccoli sono gli Statuti comunali a garantire l’equilibrio di genere nella stessa misura – illustrano le esponenti Dem – . A tal proposito, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 406/2016, ha osservato che l’effettiva impossibilità di assicurare nella composizione della Giunta comunale la presenza dei due generi, come prevede la legge, deve essere “adeguatamente provata”, attraverso questi strumenti: sia un’istruttoria effettuata dal sindaco; nonché corredo motivazionale addotto quale giustificazione del mancato rispetto della normativa.

Le disposizioni sulla parità di genere nelle Giunte dei Comuni con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti non hanno quindi un mero valore programmatico, ma assumono, anzi, carattere precettivo; coerentemente con il parere espresso dal Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali del Ministero dell’Interno.

Scorrendo l’Avviso di Bussi si evidenzia un bando pubblico ragionato e quindi scritto precipitosamente, un atto che, in diversi punti, sul piano giuridico, non sta in piedi. Fermo restando che rimane in capo al sindaco la possibilità di nominare un’assessora esterna, ci si chiede perché il primo cittadino abbia ritenuto di non tenere in conto le due donne elette in maggioranza – Grazia Borcalli e Sonia Ammazzalorso, invece delle candidate della lista “L@voriamo sempre per Bussi”.

Le stesse candidate che si sono spese in campagna elettorale, hanno sottoscritto il programma politico del neo primo cittadino, ma da lui oggi non vengono evidentemente ritenute idonee e adeguate  a ricoprire un ruolo di governo in quel di Bussi.

Diversamente, per la scelta di figure maschili, non esiste alcun caso di avviso pubblico con la richiesta di un curriculum vitae e l’esplicito invito a produrre comprovate competenze e esperienza politica. Quindi, due pesi e due misure? Questo appare. Leggendo le recenti dichiarazioni di Paolo Salvatore sembra che il suo intento sia quello di seguire una terza via; ovvero, cercare “la donna ideale” che probabilmente non esiste, se non nelle fiabe, per poi “ripiegare” su una “solida figura maschile”. Sollecitato dall’opposizione nel corso del Consiglio comunale di insediamento, il primo cittadino ha ribadito che la scelta rimane nella sua discrezionalità. Dunque, le donne che hanno risposto al Bando non risulterebbero idonee, pertanto la Giunta è stata presentata senza i requisiti di legge. “Cela va sans dire”! Ci si chiede quindi e infine se questo sia un caso da sottoporre con urgenza all’attenzione del Prefetto di Pescara, cosa che faremo se non ci sarà una decisione giusta e rispettosa della legge e delle opportunità”.

 

13 giugno 2025