“Il terzultimo posto di Marsilio nel sondaggio SWG sul gradimento dei presidenti di Regione, con appena il 35% di consenso, non è una sorpresa: è l’esatta fotografia di sette anni di fallimenti, uno dopo l’altro, sotto la guida di Marco Marsilio e della destra”, così il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, commenta i risultati dell’ultima rilevazione pubblicata oggi sul gradimento dei presidenti di Regione.

 

“Il dato parla da solo: Marsilio è stabilmente in fondo alle classifiche, perché il suo governo regionale è stato incapace di affrontare i nodi centrali della vita degli abruzzesi, contrariamente ad altri presidenti di Regione, alcuni di questi anche della sua stessa parte politica – fa notare Marinelli – che sono invece in vetta alle preferenze delle rispettive comunità. Noi purtroppo conosciamo la peggiore destra: la più ideologica e la più incapace. Da noi è tutta una trincea, a partire dalla sanità, un settore in cui non solo il deficit è cresciuto al punto da rendere necessario l’aumento delle tasse, fatto passare dal Governo regionale come una soluzione obbligata, più che la conseguenza della mancanza di governance, ma che, come avevamo previsto, non basterà, il buco del 2025 sarà persino peggiore e crescerà ancora riportando la regione verso un probabile nuovo commissariamento, oltre che verso nuove tasse. Non solo ha fallito nella gestione economico-finanziaria, ma ha anche affossato il diritto alla salute di decine di migliaia di cittadini e cittadine che o non possono curarsi, oppure, addirittura, rinunciano perché non in grado di pagare.

L’Abruzzo è oggi una Regione ferma, che non spende le risorse europee, che non porta avanti opere e infrastrutture per crescere, spaccata tra promesse non mantenute e territori dimenticati. Zero sviluppo economico, nessuna politica industriale efficace, nessuna strategia occupazionale, solo slogan. Intanto, cresce la crisi sociale: giovani costretti ad andare via, lavoratori e lavoratrici abbandonati, famiglie senza un welfare di prossimità, anziani e cittadini delle aree interne tagliati fuori dai servizi più essenziali. Quella percentuale del 35% – conclude Marinelli – racconta di un governo sempre più lontano dalla realtà, incapace di costruire soluzioni concrete e di garantire diritti fondamentali: allo studio, a una mobilità efficiente, al lavoro, alla cura. È tempo che la politica torni ad ascoltare e a cambiare davvero le cose”.

 

4 maggio 2025