“Potrei limitarmi ad esprimere soddisfazione per aver convinto tutti ad un passo indietro rispetto alla volontà di approvare, in Prima commissione, la delibera sul mega appalto per la gestione energetica del patrimonio comunale; tuttavia, non posso che denunciare la leggerezza con cui il centrodestra ha provato a liquidare un provvedimento assai delicato, trattando dell’appalto più importante che il Comune dell’Aquila abbia probabilmente mai bandito”.

A dirlo è il consigliere comunale del Pd Stefano Palumbo, presidente della Commissione di Vigilanza e controllo, all’indomani della riunione della Prima commissione consiliare che doveva deliberare su un appalto dall’importo stimato di oltre 136 milioni di euro, che prevede l’affidamento per 15 anni dell’efficientamento energetico e della riqualificazione della rete di illuminazione pubblica comunale, degli edifici di proprietà del comune dell’Aquila e degli immobili facenti parte del progetto CASE.

In particolare, il provvedimento portato all’attenzione dei commissari avrebbe dovuto individuare la proposta da porre a base di gara nella seconda fase della procedura di partenariato pubblico privato.

“Si tratta di un appalto strategico, motivo che impone ad ogni consigliere comunale la massima attenzione e meticolosità affinché sia garantito il miglior risultato a beneficio della comunità aquilana”, ha tenuto a ribadire Palumbo a margine dei lavori. “Le perplessità che ho sollevato in commissione, dopo una approfondita lettura dei documenti, sono state evidentemente condivise da tutti i commissari sia di opposizione che di maggioranza. Ho evidenziato, innanzitutto, l’inopportunità di chiamare il consiglio comunale ad esprimersi su una procedura viziata al momento da un ricorso dinanzi al Tribunale amministrativo la cui udienza è fissata per il giorno 8 febbraio, per una questione di rispetto istituzionale nei confronti del TAR ma anche di sostanza, viste le motivazioni esposte nel ricorso dalla società ricorrente”.

Contrariamente a quanto affermato dall’avvocatura comunale e sostenuto anche in commissione dal dirigente, Palumbo ha spiegato infatti che non si può liquidare la vicenda ritenendo la manifestazione d’interesse con cui sono state raccolte le proposte di 8 imprese una semplice fase preparatoria alla successiva bensì parte integrale e sostanziale della seconda; “tanto è vero che la ditta selezionata dal gruppo di valutazione potrà far valere il diritto di prelazione a parità di offerte con altre concorrenti”, ha rimarcato il consigliere dem.

Ma i dubbi non finiscono qui, perché “è davvero singolare che si chieda al consiglio comunale di approvare il progetto di fattibilità tecnica economia non avendo lo stesso né la competenza né gli strumenti per capire quali siano le valutazioni fatte sui ‘criteri di massima’ (così vengono definiti nel verbale) dal gruppo di valutazione per scegliere la proposta a loro giudizio migliore”, ha proseguito Palumbo.

“Si tratta di un tentativo da parte della giunta comunale e dei dirigenti di scaricare una enorme responsabilità sul consiglio comunale, contando forse sulla consueta disponibilità dei consiglieri di maggioranza ad assecondare qualsiasi proposta fatta dall’amministrazione, ma che personalmente non ho alcuna intenzione di avallare”.