L’incontro odierno con gli operatori dell’informazione ha lo scopo di riaccendere i riflettori sulla bonifica delle aree ex 2A e 2B del SIN di Bussi sul Tirino, il cui avvio era stato prefigurato per la giornata di domani.

Il cronoprogramma stilato dal Ministero delle Infrastrutture non è stato quindi rispettato, per giunta si starebbe sbloccando solo in queste ore la procedura di valutazione (ex art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016 – che sarebbe dovuta terminare a dicembre 2021), che tuttavia come sappiamo rappresenta esclusivamente il primo step dell’intero iter, cui seguiranno progettazione esecutiva e solo a quel punto i lavori veri e propri.

Poco meno di un anno fa, lo scorso 15 novembre, nel corso di un’altra conferenza il Gruppo Pd in Regione aveva prospettato i ritardi che si sono puntualmente verificati, e avanzato inoltre dubbi e interrogativi su una serie di ostacoli che potrebbero sorgere, non ultimo la questione dei costi, in base a quanto previsto dall’art. 4 dell’Accordo di programma del 3 maggio 2017 sottoscritto tra Ministero dell’Ambiente e Regione Abruzzo. Criticità in parte riportate anche nel verbale del 25 giugno 2021 – in cui il Ministero ha illustrato le problematiche alla Regione Abruzzo, all’Arta, al Comune di Bussi, la Polizia Provinciale e all’Ispra –, che non vanno sottovalutate e necessitano di attento esame.  Proprio per questo sollecitiamo per l’ennesima volta il Presidente della Regione a sedersi al tavolo con il nuovo Ministro al fine di analizzarle.

Infatti, se il primo obiettivo resta avviare quanto prima, seppur con un anno di ritardo, la bonifica delle aree suddette, oltre a quelle dei capannoni ex Iprite e Fosgene, occorre scongiurare altresì che a causa di una delle problematiche illustrate nella nostra precedente conferenza stampa e nel citato verbale il progetto di bonifica, presentato dalla RTI Dec. Deme, non arrivi a compimento.

Progetto che, ricordiamo, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 4531/2021 è stato sottoposto dal Ministero, a norma dell’art. 26 comma 6 del D. lgs 50/2016, alla valutazione di un organismo di controllo accreditato, la R.T.P. Inarcheck/Conteco/No Gap Controls, che avrebbe dovuto esprimersi entro 30 giorni e che invece dovrebbe farlo proprio in queste ore, a distanza di ben 8 mesi dall’affidamento.

C’è poi un aspetto che non va sottovalutato. L’art. 4 dell’Accordo di programma per l’affidamento della bonifica, sottoscritto da Regione Abruzzo e Ministero il 3 maggio 2017, prevede che la Regione (che ha già versato sotto la Giunta D’Alfonso 1,5 Mln di €. in aggiunta ai 44.755.338,08 €. di cui alla L. 10/2011), dovrà assicurare la copertura di ogni ulteriore spesa necessaria per la procedura di gara.

Ciò significa che lo scorrere del tempo e l’incremento dei costi per la bonifica (motivato dall’aumento generalizzato dei prezzi di queste settimane) finiranno col ripercuotersi sul progetto del RTI Dec. Deme allo stesso modo della progettazione per il 90% a misura, causando una ulteriore interruzione della bonifica per reperire le risorse aggiuntive necessarie. Col paradosso di una comunità abruzzese vittima dell’inquinamento della vallata del Pescara ma costretta a pagarsi la bonifica in luogo del soggetto inquinatore.

Nel frattempo le aree 2A e 2B continuano ad inquinare, a dircelo è la Polizia Provinciale nell’ordinanza n. 14330 del 22 luglio 2022, che cita un documento l’Arta dove si legge. “non sono note al momento ulteriori fonti di contaminazione dei sedimenti diverse dalla lisciviazione e trasporto dei contaminanti presenti nei rifiuti individuati nelle discariche 2A e 2B e nelle aree circostanti”.

Conclusioni

Chiediamo che per la bonifica delle aree ex 2A e 2B non si perda altro tempo, considerato che è ormai trascorso un altro anno e ne servirà almeno un altro prima di vedere iniziare la bonifica, e che si verifichino con il nuovo Ministro della transizione ecologica i dubbi e le perplessità sollevate a novembre 2021 come nella conferenza stampa odierna.

 

I consiglieri regionali
Silvio Paolucci
Antonio Blasioli