Questa mattina, accompagnato dal coordinatore sanitario Dott. Antonio Pallini, mi sono recato in visita ispettiva presso il Covid Hospital per verificare la funzionalità della TAC a 128 strati, apparecchio costosissimo (circa 450mila euro) quanto estremamente utile, poiché in grado di garantire un importante salto tecnologico alla diagnostica radiologica. Inaugurato nel marzo 2021 dal governatore Marco Marsilio e l’assessore alla Salute Nicoletta Verì, il macchinario era stato installato in un locale inutilizzato al seminterrato della palazzina rossa riservata ai pazienti covid, e dunque principalmente destinato a questi ultimi, che così non avrebbero dovuto transitare in radiologia e nelle aree pulite dell’ospedale di Pescara.

Tuttavia, da quattro mesi a questa parte, a seguito dell’ordinanza regionale che ha disposto il dislocamento dei positivi dal Covid Hospital in aree dedicate individuate all’interno dei reparti del corpo centrale, gli esami dei contagiati vengono eseguiti nella radiologia centrale e la sezione radiologica del Covid Hospital è stata conseguentemente aperta a pazienti esterni. In questo lasso di tempo, ci riferiscono alcune fonti che gli esami eseguiti sarebbero solo un centinaio, mentre il Primario parla di circa 400 indagini radiologiche (riferite esclusivamente all’utenza esterna, non ai degenti), un numero, in entrambi i casi, davvero esiguo se si tiene conto del costo dell’apparecchio e della sua potenzialità: almeno 30 esami al giorno, e che comunque stiamo accertando formalmente.

La criticità principale è di natura tecnica e risiede nell’impossibilità di svolgere esami con mezzo di contrasto, a causa dell’assenza di un respiratore automatico, indispensabile per sopperire ad eventuali emergenze. Allo scopo i tecnici erano stati perfino dotati dell’apposito iniettore per l’infusione del mezzo di contrasto, in comodato d’uso fino a dicembre e di fatto mai impiegato. In queste condizioni il macchinario ha una potenzialità ridotta al 20%, limitandosi a due-tre esami al giorno, peraltro per soli due giorni a settimana.

A fronte dell’ingente spesa sostenuta, viene lecito domandarsi perché la TAC inaugurata più di un anno e mezzo fa sia sottoutilizzata, specie dopo il trasferimento dei pazienti covid nei vari reparti, e non si sia intervenuti per adeguare gli impianti e consentire gli esami con contrasto. Abbiamo chiesto con una nota alla Asl di conoscere quante diagnosi siano state complessivamente effettuate dal marzo 2021 ad oggi, e quante invece negli ultimi quattro mesi sia su pazienti covid che esterni. Nel frattempo, i tempi d’attesa per gli esami del pubblico senza priorità continuano ad allungarsi. Venerdì ci siamo rivolti al CUP. Per le risonanze, perfino quelle senza contrasto, le prenotazioni sono addirittura chiuse. Discorso analogo per le Tac con mezzo di contrasto, mentre per quelle che non lo richiedono la prima data utile risulta dicembre.

È evidente che un apparecchio debitamente funzionante consentirebbe di erogare le prestazioni in tempi più rapidi rispetto a quelli previsti. Quali sono le intenzioni della direzione della Asl? La sezione radiologica del Covid Hospital verrà messa a disposizione stabilmente dei pazienti esterni? E soprattutto, come intendono intervenire affinché il macchinario lavori quotidianamente e a pieno ritmo? E in quali tempi?

 

Il Consigliere Regionale
Antonio Blasioli