“Un affronto di una violenza inaudita quello del presidente della Regione Marco Marsilio, oggi in aula, sulla protesta che è stata necessaria a riportare in Consiglio l’esclusione dei Comuni del cratere dalla Carta degli aiuti ad opera del Governo regionale. Una protesta necessaria, lo sciopero della fame del consigliere Pierpaolo Pietrucci, a fare includere nella Carta degli aiuti i comuni teramani, aquilani e pescaresi, perché l’esecutivo li aveva ignorati e non per altro come Marsilio oggi ha insinuato, durante un intervento carico di astio, ma di poche buone intenzioni per la comunità. Un fatto gravissimo, non solo sul fronte della dialettica politica, ma nei confronti dei Comuni che dal 2009 e dal 2016 hanno vissuto la realtà dolorosa e svantaggiata del terremoto e della tempesta perfetta”, dura la reazione dei gruppi consiliari di centrosinistra sulla discussione relativa alla Carta degli aiuti.

“Marsilio non si è limitato ad attaccare con foga chi ha legittimamente focalizzato l’attenzione su una esclusione grave e penalizzante per il futuro di quei Comuni – così i consiglieri dei gruppi Pd, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto – ma ha offeso i territori con una serie di insinuazioni, prendendoli in giro e sminuendo l’importanza che venissero ricompresi nel documento varato dalla Regione, come hanno invece fatto i suoi colleghi nel Lazio, in Umbria e nelle Marche altri presidenti, comprendendo appieno quanto fosse importante coniugare le risorse del Pnrr dedicate alle aree sisma con le misure previste dall’articolo 107.3c del Trattato sul Funzionamento dell’Unione, nonché il pieno e migliore funzionamento dei benefici economici a vantaggio delle imprese presenti nelle aree speciali a cui i provvedimenti sono destinati. Una violenza scomposta, che ben poco si addice a un presidente e che nulla ha di costruttivo, rispetto a un argomento che invece doveva essere affrontato al meglio, perché ai territori arrivassero vantaggi e attenzione. Ma questa è una Regione che non programma, come conferma la paralisi della sanità, quella su lavoro e imprese e non ama il confronto. E questo in aula oggi è affiorato in modo forte e chiaro in tutta la sua virulenza”.