La nuova “Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027” che individua le aree territoriali contigue che riceveranno benefici mirati per lo sviluppo economico ha visto, a seguito della pandemia, un cospicuo aumento territoriale per i parametri del PIL dovuti alla crisi e per accrescere le opportunità di sostegno economico: il tasso di copertura della popolazione abruzzese è quindi quasi triplicato, passando a oltre 720mila abitanti. Ci diremmo soddisfatti se non fosse che il presidente Marsilio non conosce la geografia della regione che amministra così come disconosce il confronto politico leale e trasparente.

Come ho denunciato, insieme ai colleghi Mariani e Pepe, in tutte le sedi possibili e sin dal novembre dello scorso anno, dal nuovo elenco sono esclusi infatti quasi tutti i Comuni dei crateri sismici, di fatto penalizzando realtà di grande valore produttivo, industriale e aziendale ricadenti nei crateri sismici che non potranno beneficiare della maggiore intensità di finanziamento data dalla Carta degli aiuti. Al contrario, realtà produttive che operano nelle aree “agevolate” di recente individuazione avranno solo teoricamente delle possibilità agevolative poiché non hanno risorse disponibili. Non è un caso che nella loro Programmazione sia dell’Umbria che delle Marche, la classe politica al governo di entrambe le regioni ha inserito per intero le aree dei crateri nella Carta regionale degli aiuti.

Quella operata da Marsilio con il silenzio complice dell’assessore alle Aree Interne, Guido Liris, è una scelta che distribuisce danni invece di aiuti e che finisce per penalizzare tutta la regione. Dopo ben due terremoti e una pandemia l’Abruzzo deve ora combattere con una giunta regionale cieca ai problemi sollevati dai consiglieri regionali, dai suoi sindaci e sorda alle soluzioni possibili prospettate.

Di recente ho anche presentato una interpellanza che deve essere ancora discussa.

Da oggi dunque sono costretto a iniziare, in Consiglio regionale, una forma di protesta non violenta, quale è lo sciopero della fame, per sensibilizzare la Regione Abruzzo, Giunta e Consiglio affinché avvii una discussione aperta con i Sindaci, il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini, le associazioni di categoria  e tutte le istituzioni coinvolte nel processo di ricostruzione dei nostri borghi, sulla vicenda della Carta degli Aiuti.

Chiedo semplicemente la convocazione di un Consiglio Straordinario alla presenza di tutti gli attori istituzionali coinvolti nella vicenda, affinché si possa comprendere il danno arrecato alle aree interne dell’Abruzzo e discutere come porre rimedio a un errore marchiano o se proseguire scientemente nelle decisioni dannose intraprese.

Il consigliere regionale
Pierpaolo Pietrucci

 

La solidarietà di Paolucci, Pepe e Possenti

 

“È più che giusta la causa che spinge il collega consigliere Pd Pierpaolo Pietrucci allo sciopero della fame, perché il Governo regionale che ha escluso i Comuni del cratere sismico dalla Carta degli aiuti, rischia di condannarli a perdere fondi e vantaggi che invece altre regioni hanno assicurato ai propri centri. Il cratere va ricompreso e al più presto nel provvedimento redatto dalla Regione per dare benefici e sostegni a delle aree specifiche, attraverso le misure previste dall’articolo 107.3c del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, perché si rischia anche che siano fortemente penalizzati nella possibilità di attingere agli 800 milioni di risorse che stanno per essere erogate dal Fondo complementare del PNRR proprio sulle aree sisma, a causa dell’incapacità programmatoria della Regione. Il presidente Sospiri accolga la sua richiesta e fissi la seduta del Consiglio regionale richiesta per restituire giustizia a un argomento trattato malissimo che colpisce ingiustamente Comuni già svantaggiati”, così il capogruppo consiliare Pd Silvio Paolucci. “La chiusura dell’esecutivo su questo argomento è incomprensibile, soprattutto perché l’esclusione è stata decisa senza una concertazione con i sindaci e con il Consiglio regionale e con effetti davvero devastanti per le economie dei centri del cratere, che si troveranno in una situazione di doppio svantaggio rispetto a quelli delle altre regioni che invece sono stati ricompresi e potranno avere il doppio delle risorse previste dagli aiuti di Stato – riprende Paolucci – La Giunta è rimasta sorda agli appelli di Pietrucci e dei consiglieri Pepe e Mariani che reclamavano l’inclusione dei Comuni del cratere già da ottobre, non solo perché le risorse disponibili si accompagnano a sconti sul credito di imposta e contributi a scalare per piccole, medie e grandi imprese, previsti dalla misura 107.3c ma soprattutto perché starne fuori significa essere penalizzati rispetto ai bandi del fondo complementare del PNRR proprio sulle aree sisma, che stanno per uscire e che prevedono l’erogazione di 800 milioni di euro. E tale bando non potrà essere sfruttato al massimo per l’Abruzzo, perché la Regione ha escluso proprio i Comuni del cratere, che invece sono stati tutti inclusi nelle regioni vicine, com’è accaduto nel Lazio, Umbria e Marche e questo porta anche una situazione di disparità e svantaggio fra i nostri Comuni terremotati e tutti gli altri. Una richiesta rimasta inascoltata, come non lo sono stati i sindaci che chiedevano alla Regione di non perdere tali opportunità. La protesta di Pietrucci ora rimette in discussione tale esclusione, chiedendo a Giunta e Consiglio che si avvii una discussione aperta con i sindaci, il Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini e tutte le istituzioni coinvolte nel processo di ricostruzione dei nostri borghi sulla vicenda della Carta degli Aiuti. Un punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio, ovvero un Consiglio straordinario ad hoc alla presenza di tutti gli attori istituzionali, per porre rimedio a una scelta sbagliata e paradossale, che penalizza popolazione e attività economiche di aree che non solo vivono lo svantaggio di essere interne, ma sono state anche duramente segnate dai terremoti. Aree che oggi vivono la beffa di stare fuori dagli aiuti per via dell’incapacità programmatoria di questo governo regionale”.

“Sono 7 mesi, ormai da Novembre 2021, che denunciamo i danni che la Giunta Marsilio avrebbe prodotto se non avesse modificato la Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027. Nella individuazione delle aree territoriali contigue che riceveranno i benefici per lo sviluppo economico, infatti, si è scelto di non includere Comuni delle aree interne colpite dai noti eventi sismici che hanno interessato la nostra regione” dichiara il Vicecapogruppo regionale del Partito Democratico, Dino Pepe. “Al contrario delle regioni Marche e Umbria che hanno inserito per intero le aree dei loro crateri sismici nelle rispettive Carte regionali degli aiuti, la Regione Abruzzo ha scelto deliberatamente di penalizzare realtà di grande valore produttivo, industriale e aziendale, peraltro già provate dai terremoti degli anni scorsi” prosegue Dino Pepe. “Abbiamo provato con ogni strumento, insieme al collega Pietrucci, a scongiurare che ai danni già patiti da questi territori, si sommasse la beffa voluta da Marsilio. Ieri il Consigliere Pietrucci ha annunciato lo sciopero della fame come estremo gesto per richiamare l’attenzione su questa vicenda, non posso che esprimere a lui il mio pieno sostegno e rimarcare i disagi che questa Giunta indifferente e miope produce con le poche azioni che mette in campo” conclude Pepe. Dello stesso avviso è  il Segretario provinciale del PD, Piergiorgio Possenti:  “Per quanto riguarda la provincia di Teramo basta un rapido sguardo alla mappa allegata alla Carta degli aiuti di Stato per rendersi conto che l’attuale governance regionale ha escluso tutta l’area interna del nostro territorio” sostiene. “C’è un’assenza”, sottolinea Possenti, “non sappiamo se colposa o dolosa, della Giunta Marsilio nei confronti delle aree interne che penalizza, svilisce, mortifica il lavoro degli amministratori locali e dei cittadini e che, a nostro avviso, anche alla luce di queste ultime decisioni, consegna all’intero Abruzzo, ed alla provincia teramana in particolare, una lettura monca e miope del suo futuro”.