La conferenza stampa odierna, a cui partecipano per l’Associazione i Colori della vita, che si occupa di pazienti oncologici, le rappresentanti Ilaria Pizzolante, Maria Faieta e Silvia Ziruolo e per l’Associazione Tutela dei Diritti del Malato la presidente Fiorella Cesaroni, mette in risalto ancora una volta un triste primato della nostra ASL di Pescara, che è l’unica ASL abruzzese a non avere una rete delle cure palliative domiciliari.

Sono tre gli aspetti che vogliamo mettere in evidenza.

1)      Le cure palliative domiciliari sono previste dalla L. 15 marzo 2010 n. 38, una legge quadro tra le prime in Europa. Nonostante i LEA, la nostra Regione è in ritardo rispetto alle altre, ma ancor più evidente è il ritardo della ASL di Pescara che, pur avendo un ottimo Hospice, manca del tutto della rete delle cure palliative domiciliari. La ASL di Pescara, come confermato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) è, assieme ad un’altra ASL, l’unica in Italia a non aver attivato équipe per le cure palliative domiciliari.

Questo è un tema importante e molto delicato. Le terapie palliative, in linea con la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno l’importantissimo compito di migliorare la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie, che si trovano ad affrontare le complesse problematiche (cliniche, psicologiche, sociali, burocratiche e spirituali) associate a malattie inguaribili. Sono terapie omnicomprensive, perché coinvolgono diverse figure professionali e non riguardano solo il malato, ma tutta la sua famiglia. Queste cure vanno somministrate per quanto possibile nel domicilio del malato, al fine di assicurare la migliore qualità e la vicinanza dei famigliari, nel fine vita.

Dal 2019, fin dal mio insediamento, mi sono trovato coinvolto in vicende di vita famigliare e sono stato pungolato da una serie di associazioni, tra cui “I colori della vita”, che si erano adoperate presso il Difensore civico regionale per comprendere cosa stesse facendo la ASL di Pescara, l’unica rimasta senza rete domiciliare. Durante il Consiglio regionale del 19 novembre 2019 l’Assessore alla sanità Nicoletta Verì, in risposta ad una mia interpellanza, mi assicurava che erano in corso dei concorsi per assumere 7,5 medici palliativisti, 16 infermieri, 5,5 Oss, 2,5 fisioterapisti e 1,5 psicologo, numeri previsti per la nostra ASL dal Decreto n. 51 dell’11 ottobre 2012.

Sono trascorsi due anni e mezzo e devo rilevare che il concorso dei medici non ha portato ad alcuna assunzione, sono stati assunti solo 4 infermieri, destinati all’hospice Bouganville, mentre dei 9 fisioterapisti assunti solo 1 è arrivato alle cure palliative. Tutto ciò ha comportato l’assenza a Pescara di un servizio specialistico h. 24, che per le famiglie alle prese con un proprio caro in fin di vita sono un sollievo di non poco conto.

Va rilevato che le cure palliative sono LEA e non mancano verbali di verifica del Tavolo tecnico che bacchettano la nostra Regione per questa carenza.

2)      Il secondo motivo per cui abbiamo convocato questa conferenza stampa è quello di cercare di capire come sono stati utilizzati nel corso degli anni i fondi che sono arrivati alla ASL di Pescara con i progetti obiettivo, destinati a queste cure domiciliari. Ho scritto spesso alla ASL di Pescara e il 19 gennaio 2022 anche alla Direzione del Ministero della Salute “Livelli essenziali di assistenza” Dott.ssa Rosanna Mariniello, oltre che al nostro servizio ispettivo regionale, per avere dati e conferme sull’utilizzo dei fondi arrivati alla nostra ASL per l’annualità 2019 e 2020, assegnate con DGR 738/2020.

Per la sola annualità 2019 la ASL di Pescara ha ricevuto la somma di € 1.215.743,61 per la LP3, cioè lo sviluppo dell’assistenza domiciliare palliativa specialistica. Come sono state utilizzate quelle somme se le cure domiciliari non ci sono? Cosa si è coperto con quella somma? C’è stato un uso legittimo di quelle somme? Non ho ricevuto risposta dal Ministero, mentre il servizio regionale ha sostanzialmente riconosciuto la carenza di una rete domiciliare per le cure palliative e si è affrettato a convocare una riunione il 22 febbraio 2022, dopo il mio intervento, ma ha omesso di inviare la documentazione richiesta e anche il verbale del 22 febbraio.

3)      Il terzo aspetto che vogliamo trattare oggi è quello legato alla trasparenza, sempre più carente della ASL di Pescara nei confronti dei Consiglieri regionali. Avere un approccio corretto che inizia con un’interpellanza, seguita con l’attesa del concretizzarsi degli impegni e poi prosegue con la richiesta di atti, puntualmente non dati, probabilmente non è più sufficiente. Dopo due anni e mezzo le famiglie della Provincia di Pescara attendono ancora un servizio specialistico che è somministrato in altre ASL e questo danno merita un ulteriore grado di approfondimento a carico di chi è chiamato a verificare la correttezza degli atti messi in essere fino ad oggi.

Maria Faieta – Associazione i Colori della vita

Nonostante la legge 38 del 2010, che prevede una rete nazionale per la continuità dell’assistenza al malato in ospedale e a casa, nella provincia di Pescara le cure palliative sono ancora un diritto negato.

È da 6 anni che ci battiamo per questo  tipo di assistenza, ma non abbiamo mai avuto una risposta chiara e definitiva né dalla Asl né dalla Regione.

Le cure palliative domiciliari specialistiche sono un LEA, un Livello essenziale di assistenza, e devono dunque essere garantite a prescindere dai bilanci di ASL e Regione.

Molti pazienti non sanno nemmeno di avere questo diritto della legge sul dolore e non sono informati sul fatto che queste cure siano gratuite e che siano rivolte non solo a chi è affetto da patologie oncologiche ma anche da altre malattie come le demenze, il Parkinson, la SLA, le malattie respiratorie croniche.

 

Silvio Paolucci – capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale

Le cure palliative sono cure specialistiche attive e globali che richiedono professionalità appositamente formate e qualificate ed hanno lo scopo di garantire la miglior qualità di vita possibile alla persona malata, nel principio dell’ umanizzazione delle cure.

Per questo le cure palliative e la terapia del dolore rappresentano un traguardo di civiltà e l’assenza della rete delle cure palliative domiciliari nella ASL di Pescara è una situazione inaccettabile e incomprensibile che fa emergere l’assenza della Regione Abruzzo nel suo ruolo di controllo delle attività dell’Azienda Sanitaria Locale e in termini di mancata trasparenza nella pubblicazione e nell’invio di atti e documenti che si richiedono.

I Consiglieri Regionali

Antonio Blasioli
Silvio Paolucci