Oggi il gruppo regionale PD ha indetto questa conferenza per annunciare l’inizio dei lavori di bonifica della località Tre Monti di Bussi e per evidenziare la grande confusione che si fa dopo la recente ordinanza della Cassazione civile n. 31541-21 del 3 novembre 2021 e l’inattività che accompagna il progetto di bonifica cd. Goio, aggiudicato alla RTI Dec. Deme sulle aree ex 2A e ex 2B di Bussi sul Tirino.

Iniziamo dalla bella notizia dell’inizio dei lavori di bonifica della località Tre Monti di Bussi, per cui il PD ringrazia la Procura della Repubblica, il Corpo forestale dello Stato, i tanti tecnici di Arta e dell’Avvocatura di Stato per la passione con cui hanno svolto i rispettivi compiti. Ricordo a tutti che l’area “I Tre Monti” è l’area di massima criticità ed è quella che più di tutte ha influito sull’inquinamento del Campo Pizzi e quindi sull’acqua che hanno bevuto in val Pescara e a Pescara città.

La settimana prossima o comunque nei giorni a seguire, vedremo operare nell’area “i Tre Monti di Bussi”, localizzata sotto al cavalcavia dell’autostrada e in prossimità della stazione ferroviaria di Bussi sul Tirino, la società Tremonti s.r.l.  E’ stata costituita ad hoc e il Ministero dell’Ambiente, con decreto n. 165 del 29 settembre 2021, ha riconosciuto il suo subentro a Edison (ferma restando la solidarietà passiva di Edison in caso di mancato adempimento rispetto al progetto di bonifica approvato con Decreto MATTM n. 403/STA del 6 agosto 2018).

L’area “I Tre Monti” è un’area di circa 30.000 mq. sita nel Comune di Bussi sul Tirino. La stima quantitativa di materiale antropico è di 130.000 m3, con rifiuti che hanno uno spessore che varia tra i 3 e i 6 metri nella parte settentrionale e tra 2 e 4 metri nella parte meridionale. E’ stata scoperta nell’ambito di un’indagine commissionata dalla Procura della Repubblica di Pescara nel 2006, con rilevazione del Corpo forestale di Pescara nel 2007. E’ un’area lungo il fondovalle del Fiume Pescara, sulla sponda sinistra, e in prossimità della confluenza col Fiume Tirino, in parte sotto al viadotto dell’autostrada e in prossimità della stazione ferroviaria di Bussi.

L’importo dell’intervento è superiore a 37 mln. di €. e sarà a carico di Tremonti srl e quindi di Edison. L’intervento dovrebbe durare circa 3 anni.

Tremonti s.r.l. inizierà a lavorare sulle fasce indicate, e cioè la 13 e la 14, rimuovendo una volumetria di rifiuti di circa 8.000 m3 su un totale di 11.500 m3. Si è ipotizzato di rimuovere circa 500 m3 al giorno, ma questo dato tecnico è ancora da verificare. Ciò che conta è che la settimana del 22 novembre 2021 si inizi la rimozione dei rifiuti nella parte a sud del sito, procedendo verso la parte centrale. La parte a nord, invece, sarà trattata con la tecnica sperimentale del desorbimento termico.

Il progetto di bonifica, presentato da Edison, soggetto inquinatore, risale al 2018 ed è stato approvato con decreto di approvazione n. 403/sta del 6 agosto 2018.

Il progetto si articolerà per fasi. Se nella parte a sud si procederà con la rimozione dei rifiuti, nella parte a nord si procederà, invece, con la tecnica del desorbimento termico dopo un test pilota. E’ una tecnica del tutto sperimentale ed è la ragione per cui chiediamo una grande attenzione ad Arta, anche nella valutazione del test pilota di prossima realizzazione, e consiste nel riscaldamento del terreno attraverso iniezioni di vapore che provoca lo strippaggio dei contaminanti organici volatili che vengono convogliati in una rete di estrazione off gas e trattati.

Nelle prossime settimane dovrebbe partire un test pilota sul desorbimento termico, per una porzione di area delimitata. Se questo processo non dovesse portare a dei risultati, si procederà comunque alla rimozione dei rifiuti, con le stesse modalità con cui si procederà nell’area a sud.

Terminata la fase di rimozione dei rifiuti si procederà alla fase IV, che è il completamento del ripristino morfologico.

Oggi è una giornata felice, ma non dimentichiamo che il ritardo e il danno ambientale per Bussi e per tutta la Val Pescara aspettano dal gennaio 2020 lo scioglimento dell’ordinanza nel processo civile incardinato presso il Tribunale de L’Aquila. Chiediamo che possa sciogliersi definitivamente la riserva di ordinanza sulla prescrizione per il risarcimento dei danni che, se al Ministero compete per i danni ambientali (totale stimato €. 1.376.954.137), alla Regione Abruzzo compete per i danni di immagine (€. 50 Mln.), ma anche i Comuni e gli enti che si sono costituiti parte civile attendono di comprendere se la causa di risarcimento civile contro Edison possa entrare nel merito o se viceversa quella richiesta sia da considerare prescritta. Sono somme importanti per la rigenerazione ambientale e compensativa del nostro territorio e del fiume Pescara.

Le date sono importanti e le vogliamo ripetere, perché ci aiutano anche ad un parallelo con il secondo argomento. Parliamo di un’area scoperta dal Corpo forestale dello Stato nell’ambito di un processo penale, nel 2006/2007, il cui progetto è stato approvato ad agosto 2018, inizia a fine 2021 e durerà tra i 3 e i 4 anni. Questo è importante per un confronto con la situazione ben più complicata delle aree 2A e 2B, dove tutti quelli che oggi esultano per l’ordinanza della Cassazione n. 31541-21 che, riconoscendo la sentenza del Consiglio di Stato, ha ritenuto la società Edison come soggetto responsabile dell’inquinamento delle aree ex 2A e ex 2B, in realtà hanno impugnato la revoca del MAATM del progetto Goio/DEC DEME, facendo di fatto in modo che, a differenza della località “ i Tre Monti”, dove oggi chi ha inquinato esegue la bonifica, per queste aree si proceda con fondi pubblici (cioè di tutti) e con un progetto che potrebbe avere serie difficoltà a superare il vaglio e che, se lo superasse, lo farà con tempi lunghi e probabilmente con la necessità che la Regione Abruzzo debba collaborare economicamente, in virtù dell’Accordo di Programma sottoscritto il 3 maggio 2017 (art. 4) ), salva poi la richiesta a Edison delle somme spese.

Ø  Ricordiamo che il MATTM (oggi Ministero della transizione ecologica) aveva diffidato Edison a presentare un progetto di bonifica per queste aree, (ricomprendendo anche le aree ex Iprite e fosgene – di proprietà del Comune di Bussi e non oggetto del progetto di bonifica Goio), ponendo la bonifica a carico della società inquinatrice. Edison ha presentato questo progetto, ma la scelta di procedere con Dec Deme ha fermato la bonifica di queste aree;

Ø  La causa intentata dalla DEC DEME, che ha visto partecipare anche la Regione Abruzzo, il Comune di Bussi e l’Arta, tutte a sostenere l’erroneità dell’atto di autotutela del Ministero, con cui si revocava la gara che aveva visto l’aggiudicazione dei lavori a RTI DEC DEME;

Ø  La sentenza del Consiglio di Stato ha fermato il progetto di bonifica di Edison e ha rimesso in moto la bonifica con i fondi stanziati nella legge del terremoto, la L. 10/11, che ora ammontano a circa 38 Mln;

Ø  Questa situazione rischia di avvantaggiare solo Edison, che prima viene diffidata dal Ministero a presentare la bonifica e poi viene fermata mentre non risolve i problemi del territorio che potrebbe non vedere a breve la bonifica;

Ø  Da cosa nascono le nostre preoccupazioni? Dal verbale del 25 giugno 2021, in cui il Ministero della transizione ecologica convoca la Regione Abruzzo, il Comune di Bussi, l’Arta, la Polizia Provinciale e l’Ispra per illustrare le fasi successive alla sentenza del Consiglio di Stato.

Sono 7 i punti che vogliamo evidenziare e su cui nutriamo dei dubbi che andrebbero verificati.

 

  1. A)Il Percorso di valutazione del Progetto Goio richiede ancora tempi lunghi. Il progetto di bonifica aggiudicato al RTI DecDeme dovrà essere sottoposto ad un organismo di controllo accreditato (società di valutazione) a norma dell’art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016. Questa società, che da verbale di gara n. 548 (all.) è stata individuata a seguito di gara pubblica nella seduta della commissione di gara del 20 settembre 2021 nella la T.P. Inarcheck/Conteco/No Gap Controlsnon ha ancora avuto l’affidamento dell’incarico e siamo al 15 novembre.  Percepirà (a base d’asta era € 180.882,23) quei fondi pubblici stanziati per la bonifica dalla L. 10/11, dovrà essere individuata, dovrà eseguire la valutazione e avrà possibilità di chiedere integrazioni. Ciò significa che occorreranno almeno tra i sei mesi/1 anno per la valutazione, che ad oggi ancora non parte. Parliamo del solo progetto definitivo.
  2. B)Se il progetto supererà il vaglio, il RTI DEC DEME potrà procedere alla progettazione esecutiva, ed anche questa dovrà essere sottoposta ad un organismo di controllo accreditato. I fondi verranno presi ancora una volta dallo stanziamento per la bonifica di cui alla L. 10/2011 (fondi pubblici e che si ridurranno ulteriormente) e ci vorrà tanto altro tempo sia per l’individuazione della società, sia per l’esame del progetto esecutivo. E’ falso quindi prospettare l’inizio della bonifica ad agosto 2022.
  3. C)Nel corso di questi passaggi, non sono solo il tempo che passa e le risorse che diminuiscono, ma si potrebbe paventare il rischio che qualcuno degli appunti del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, già mossi nel parere del 24 gennaio 2019, possano trovare conferma, primo fra tutti il divieto di appalto a misura ex art. 63 D. Lgs. 163/06 che vigeva nel momento dell’appalto, mentre il progetto preliminare DEC DEME è per il 90% a misura, circostanza che peraltro rischia di trasformare questo appalto in un vero e proprio bancomat sulle casse dello Stato.
  4. D)Cosa prevede il disciplinare di gara se il progetto DecDeme non dovesse superare il vaglio? Le disposizioni del disciplinare di gara del 2015 prevedono che se il progetto DecDeme non fosse ritenuto approvabile, la stessa si dichiarerebbe immediatamente decaduta e si passerebbe alla seconda classificata, con tutta la medesima procedura da ripetere (composta anche qui della valutazione affidata all’esterno, sia della progettazione definitiva che di quella esecutiva).
  1. E)Abnorme differenza dei costi tra progetto presentato da DecDeme e progetto Edison approvato con Decreto direttoriale 16448 del 08.08.2018 (di questo punto abbiamo trattato approfonditamente nella precedente conferenza Stampa del 12 luglio 2021, a cui rinviamo). Dal confronto tra i due progetti presentati emerge che DEC DEME con 33 Mln. di €. vorrebbe bonificare 255.000 m3, mentre Edison ne richiede 46 Mln. solo per la prima bonifica di 133.000 m3. Il RTI DecDeme sembrerebbe bonificare il doppio delle quantità alla metà dei costi.
  2. F)Rischio che un importo importante della bonifica sia a carico della Regione. L 4 dell’Accordo di programma per l’affidamento della bonifica, sottoscritto da Regione Abruzzo e Ministero il 3 maggio 2017, prevede che la Regione, (che ha già versato sotto la Giunta D’Alfonso 1,5 Mln di €. in aggiunta ai 44.755.338,08 €. di cui alla L. 10/2011), dovrà assicurare la copertura di ogni ulteriore spesa necessaria per la procedura di gara. Un vero paradosso per la comunità abruzzese che ha subito l’inquinamento della vallata del Pescara.
  3. G)Il progetto Goio, che è quello a base di gara per l’aggiudicazione al RTI DecDeme, non prevede la bonifica di tutte le aree, restando fuori quelle dello stabilimento dove veniva prodotto il gas iprite e il fosgene, che erano invece ricomprese nel progetto presentato da Edison. 

Conclusioni

 

Il PD, nell’esprimere tutto il suo compiacimento per la partenza della Bonifica in località “I Tre Monti” di Bussi, progetto giustamente a carico di Edison che per il principio del “chi inquina paga” lo eseguirà, auspica che siano seguiti con attenzione tutti i passaggi relativi alla tecnica sperimentale del cd. desorbimento termico, per verificarne la validità ai fini di una bonifica dell’area, con un controllo continuo da parte di Arta.

Per la bonifica delle aree ex 2A e 2B chiede che anche qui, per lo stesso principio del “chi inquina paga”, si verifichi la possibilità che proceda Edison, che è stata riconosciuta in via definitiva soggetto inquinatore, invitando il Presidente Marsilio a verificare con il MITE questa possibilità prima che inizi la valutazione ex art. 26 comma 6 del D.Lgs. 50/2016 del progetto definitivo, in ragione del fatto che il progetto definitivo DEC DEME lascia fuori le aree degli stabilimenti Iprite e fosgene, potrebbe avere valutazione negativa e dilatare oltre misura la bonifica, e comunque sarebbe costoso per gli abruzzesi che potrebbero essere chiamati ad anticipare più fondi di quelli a disposizione, salvo poi richiederli a bonifica terminata alla Edison.

I Consiglieri regionali PD
Antonio Blasioli
Silvio Paolucci