“Il declassamento a DEA di primo livello è l’ennesimo colpo a un ospedale che aveva fondi, progetti e un futuro che si poteva costruire in modo diverso da quello che si prospetta oggi, a fronte della scelta della Regione di declassare il presidio teatino, senza una sponda normativa a supporto”, così il sindaco di Chieti Diego Ferrara commenta la scelta della Regione.

“Una scelta che non comprendiamo, perché nasce prima del varo dell’atteso documento programmatorio sulla rete ospedaliera – riprende Ferrara, che è anche presidente del Comitato ristretto dei sindaci Asl –  e che, proprio perché non supportata da vicissitudini legislative, paventavamo da mesi, da quando abbiamo visto scemare tutte le possibilità di rilancio per la struttura. Questo declassamento impoverisce ulteriormente la sanità teatina, già colpita dalla chiusura del Distretto sanitario di Chieti Scalo, dal mancato decollo delle UCCP, dal trasferimento di servizi di eccellenza, dalla perdita dei finanziamenti per il nuovo ospedale e dal disavanzo certificato dalla Asl con il piano di rientro, che renderà impossibile anche il progetto alternativo di ristrutturazione annunciato dalla Regione per l’ospedale. Accusa il colpo anche tutta la sanità abruzzese, che con la rinuncia della Regione non avrà alcun DEA di secondo livello nei suoi ospedali. Non è pensabile che si proponga una sanità di seconda classe quando si hanno tutti i presupposti per elevarne il valore, riportando il livello a quello del percorso avviato quando si è insediata la nuova giunta regionale. Così come riteniamo non sia giusto decidere un declassamento così penalizzante, senza interpellare la politica del territorio e consentire alla dialettica democratica di proporre altre soluzioni, come ancora auspichiamo accada, mettendoci a disposizione affinché si arrivi a un orizzonte che tenga veramente conto del potenziale, delle competenze, del contributo che la nostra sanità ha dato e può ancora dare al territorio in un disegno globale più inclusivo”.

Sull’argomento interviene anche Gianni Cordisco, segretario del Pd provinciale: “Chieti perde il DEA di secondo livello, come Lanciano e l’annunciato declassamento si realizza per mano di una Regione che al posto di agire in nome e per conto del territorio, usa le risorse pronte per pagare i debiti prodotti in due anni e mezzo di governo. La verità è che la Regione non sta governando nemmeno la sanità, dove dopo gli sforzi fatti dal centrosinistra per uscire dal commissariamento e per stanziare risorse a favore degli ospedali, si torna indietro o, peggio, non si va avanti . A Chieti con il declassamento del DEA di secondo livello, nonostante ci fossero risorse pronte per un nuovo ospedale, continua il depotenziamento sanitario che ha notevolmente ridimensionato qualità e quantità delle prestazioni. Un tramonto che continua anche a Lanciano, dove si ripropone l’accoppiata Verì e Paolini, dal cui primo sodalizio ricordiamo la soppressione della Asl-Lanciano Vasto. Oggi l’ospedale aspetta un rilancio che è solo sulla carta e negli annunci che abbiamo sentito da parte dell’esecutivo regionale. Una stasi che si è acuita con la pandemia, durante la quale e nonostante le risorse messe a disposizione del Governo per affrontarla, la gestione di centrodestra di Regione e Asl è riuscita a produrre milioni di debiti, che saranno pagati con le risorse accantonate invece per gli ospedali, destinate a tornare indietro di dieci anni per l’incapacità di produrre persino l’ordinaria amministrazione della sanità”.