“Sarebbe gravissimo se fosse confermata la notizia che la Regione Abruzzo avrebbe fissato un per l’11 ottobre la riunione di un tavolo di confronto con i no-green pass abruzzesi che stanno manifestando contro le regole governative di contenimento dell’epidemia. Saremmo l’unica regione italiana a metterle in discussione, aprendo una spaccatura istituzionale in uno dei momenti più delicati e importanti per l’Abruzzo e per l’Italia”, duro il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci sulla notizia fatta circolare nelle scorse ore sugli organi di stampa da parte del movimento #Nogreenpass #Nontoccateiminori che in questi giorni ha organizzato mobilitazioni contro i provvedimenti governativi.
“È innanzitutto inadeguato l’interlocutore che il movimento ha scelto, la Regione è un organo che secondo la Costituzione attua provvedimenti e normative di natura governativa, non le mette in discussione – continua l’ex assessore regionale alla Sanità – È poi una scelta incomprensibile e palesemente inopportuna, andare a confrontarsi con chi chiede un tavolo per fare il processo ai vaccini e al green pass, in un momento in cui la comunità sta facendo di tutto per difendersi dal virus. Tutto questo, poi, in una Regione dove ogni giorno si perdono decine di posti di lavoro e non si istituisce alcun tavolo di confronto richiesto da sindacati e lavoratori sul tema; dove manca condivisione delle scelte sui trasporti; dove mancano programmazione e confronto sulla governance della sanità; dove si viene esclusi dai primi finanziamenti del Pnrr perché non si è in grado nemmeno di produrre progetti subito esecutivi per approdare alle risorse per l’agricoltura: cosa fa l’esecutivo regionale? Dialoga con chi ha una posizione critica contro il governo e la ripresa? Veglieremo affinché ciò non avvenga e invitiamo Marsilio a confrontarsi con gli abruzzesi sulle tante cose che ha promesso e non ha mantenuto, al posto di infilarsi in una polemica che alla nostra comunità non porta nulla di buono e ci regalerebbe un altro primato imbarazzante come quelli collezionati in due anni e mezzo di governo di centrodestra”.