Sull’emergenza occupazione la Giunta regionale non può restare inerte a contare i licenziamenti. Non è questo che, nei momenti più gravi, ci si aspetta dalla massima istituzione regionale: è indispensabile agire subito – lo si sarebbe dovuto fare da tempo – con una serie di azioni mirate e concrete e riprendendo l’attività istituzionale, visto che Commissioni e Consiglio sono fermi da luglio.

La crisi economica e occupazionale in Abruzzo è molto più drammatica che nel resto del Paese: investe grandi aziende strategiche del settore manifatturiero (marchi storici come Brioni, Sevel, Denso, a cui si aggiungono imprese dell’indotto, il settore automotive e aziende che scelgono di portare le produzioni all’estero come accade alla Riello e com’è già successo anche per altre aziende nei mesi scorsi e anche attività artigianali locali, grandi e piccole lasciate al loro destino) e coinvolge migliaia di lavoratori e lavoratrici.

A fronte di tutto questo la Regione non può restare inerte, commentando laconicamente la situazione. Deve rivendicare un ruolo attivo e mettersi alla testa di una strategia di difesa del lavoro e di sviluppo del sistema industriale attivando tutti gli strumenti, politici, istituzionali, programmatici e finanziari, capaci di intervenire nelle situazioni di crisi in un confronto continuo e costante con i sindacati, le imprese, le amministrazioni locali, il Governo. Suggerisco tre temi.

1) Il primo passo, come sempre è stato fatto, è la convocazione di Tavoli regionali di confronto sulle vertenze aperte dove siedano tutte le parti interessate, dai lavoratori alle aziende, dove elaborare proposte concrete, definire le misure di competenza regionale e valutare l’esigenza di coinvolgere il Governo con Tavoli nazionali ovunque le condizioni e le possibili soluzioni lo richiedano, come nel caso di alcune grandi aziende.

2) Vanno subito attivate misure di tutela, sostegno e politiche attive del lavoro, a partire dalle proposte in campo: si cominci col calendarizzare la discussione sulla proposta di legge quadro presentata dal centrosinistra (Giovanni Legnini ne fu il proponente) depositata quasi due anni fa. Il testo, da aggiornare essendo stato depositato prima della pandemia, è una  base organica di interventi innovativi che raccolgono le migliori buone pratiche del Paese: incentivi al lavoro e alle imprese con specifico sguardo a giovani e donne;  risorse per lo sviluppo e l’innovazione che tengono conto delle aree interne, della sostenibilità, dei vantaggi dell’impresa 4.0; tutele e incentivi al lavoro subordinato e all’autoimprenditorialità; istituzione di una governance del lavoro con un organismo permanente che coinvolga anche scuole e università; copertura economico-finanziaria per garantire aiuti a chi resta senza lavoro e alle loro famiglie. Come chiedo di accelerare i tempi sulla proposta di legge (anch’essa in attesa di approdare in Commissione e Consiglio) a sostegno delle donne per colmare il differenziale retributivo di genere,

3) Serve una vera strategia di politica industriale capace di favorire investimenti per il sistema produttivo qualificato e innovativo.  Le misure previste nella Carta di Pescara (premialità nei Bandi e accelerazioni autorizzative per le aziende che aderiscono ai protocolli della Sostenibilità), azioni per incentivare la Ricerca e lo Sviluppo nell’ambito dell’economia circolare, l’infrastrutturazione e i servizi nelle aree industriali e artigianali (viabilità, depurazione, banda larga) valorizzando e non azzoppando il ruolo di ARAP, sostegni all’internazionalizzazione, Temporary manager da mettere a disposizione delle PMI: queste – e altre – sono le proposte per qualificare lo sviluppo industriale.

Tutto questo complesso di azioni è perfettamente raccordabile non solo con il PNRR e le grandi risorse disponibili nel Programma europeo Next Generation EU, ma anche con i fondi della Programmazione europea 2021/2027 da attivare attraverso il FESR e l’FSE di cui, purtroppo non si ha ancora una idea di programmazione e investimento.

Così la Regione deve scendere in campo: per rispondere al dramma di lavoratori che rischiano di perdere il posto e per offrire un progetto di sviluppo all’economia abruzzese.

 

Il capogruppo Pd in Consiglio Regionale, Silvio Paolucci