“Quanto sta accadendo in queste ore nelle sedi della Roman Style di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova richiede la massima attenzione ed un concreto impegno da parte di tutti”: inizia così la dichiarazione di Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese, Daniele Marinelli e Lisa Vadini, responsabili rispettivamente economia e lavoro, e Andrea Vecchiotti, segretario del circolo di Penne.

Gli esponenti del Pd Abruzzo ricordano che “le RSU di questi stabilimenti, con un comunicato stampa, hanno infatti reso noto che la dirigenza aziendale ha recentemente annunciato la chiusura dei reparti di maglieria e di camiceria, con conseguente uscita dei lavoratori ivi addetti, contrariamente a quanto promesso la scorsa primavera. A seguito della comunicazione degli esuberi al MISE dello scorso 13 aprile, infatti, l’azienda aveva dichiarato a verbale che questi sarebbero stati gestiti nell’ambito del perimetro aziendale. Una decisione, però, che sembra essere stata disattesa. Le organizzazioni sindacali, dunque, hanno dichiarato lo stato di agitazione con l’organizzazione di un sit-in dinanzi ai cancelli dello stabilimento della Brioni, e con ore di sciopero in fase di definizione. Esprimiamo solidarietà ai lavoratori della Roman Style interessati dalle determinazioni aziendali che hanno condotto, evidentemente, alla soppressione di alcune produzioni essenziali e che mettono definitivamente in pericolo l’impiego di tutti coloro che vi erano addetti. Saremo presenti al sit-in del prossimo 7 settembre per ascoltare le lavoratrici ed i lavoratori coinvolti, impegneremo immediatamente e concretamente il Governo nazionale per la loro tutela, e solleciteremo altresì la Regione affinché si spenda attivamente per la risoluzione della crisi. L’impegno delle organizzazioni sindacali ha consentito, sino ad ora, di salvaguardare quanti più posti di lavoro nell’ambito di un contesto produttivo che ormai da tempo presenta elementi di criticità che, a questo punto, sono sempre più preoccupanti. È importante che l’azienda renda note le motivazioni che hanno portato a questo improvviso cambio di strategia nella gestione degli esuberi, differente da quanto era stato precedentemente concordato con le rappresentanze sindacali, e che dia conto del piano che intende realizzare, al primario fine di salvaguardare i diritti di tutte le lavoratrici ed i lavoratori impiegati”.