A fronte dell’incontro tenutosi ieri in sede Aca sull’emergenza idrica e a cui hanno preso parte anche alcuni dei sindaci interessati (Pescara, Montesilvano, Silvi, Francavilla, Chieti) ho rilevato che nulla di nuovo è purtroppo emerso rispetto alle problematiche già ampiamente conosciute e alle urgenti risposte da dare alla cittadinanza che da settimane, ormai, vive senz’acqua. Tra le cose a noi già note e di cui si è parlato, c’è l’impoverimento dell’attuale e unica sorgente di approvvigionamento di Bussi sul Tirino, nonostante l’avvio del cantiere per i lavori di raddoppio di circa un chilometro dell’adduttrice dei suddetti pozzi che l’Aca dice di aver effettuato; c’è poi la situazione della rete idrica dopo gli snodi urbani, soggetta ancora a ingenti dispersioni, nonostante le attività messe in campo da Aca proprio su questo fronte con l’attivazione di un servizio di rilevazione perdite occulte con indagini elettroacustiche. In merito agli ulteriori interventi, nell’incontro avuto con Aca il 22 luglio scorso, abbiamo appurato dai vertici che la Spa avrebbe speso una somma pari a 3.000.000 di euro sulla rete idrica ammalorata del Comune di Chieti, lavori di cui siamo costretti a chiedere dettagli e tempi per capire quali effetti abbiano prodotto o produrranno a breve per alleviare i disagi.

Altra cosa importante è il mancato dialogo tra Aca ed Ersi, che è l’organismo regionale di controllo sulla gestione anche dell’emergenza idrica, ma che ad oggi resta inerte, come la Regione di cui è emanazione. L’Aca ci riferisce che aveva chiesto già da maggio un decreto di emergenza idrica all’esecutivo regionale, ma la risposta arrivata il 9 luglio è un nulla di fatto, dunque accade che l’Aca, in piena crisi idrica, non riesce ad avere ascolto nemmeno dalla Regione, sebbene appartenga alla medesima filiera politica. Nel verbale di trasferimento del servizio idrico del 2017, a cui la minoranza di allora si era fieramente opposta in quanto consapevole dello stato di difficoltà finanziaria dell’Aca a causa del concordato era sottoposta già all’epoca, si era chiesto di agire sulla ricerca delle perdite e l’efficientamento delle stesse, cosa disattesa da Aca e dalla stessa Regione Abruzzo, a cui ancora oggi la Spa chiede i finanziamenti necessari ad agire, evidentemente non concessi dal 2017.

Rispetto a queste realtà conosciute e parzialmente affrontate, non abbiamo percepito da parte del soggetto gestore l’esistenza di una visione strategica a breve, medio e lungo termine, per risolvere le questioni e, dopo settimane di fiduciosa mediazione trascorse confidando nella leale collaborazione dell’Aca, ci aspettavamo che la società avrebbe migliorato la situazione. Questo non è accaduto e oggi mi sento di dire basta e di farlo a gran voce, a nome di tutti i cittadini di Chieti e di battere, non più metaforicamente, i pugni sul tavolo.

Cosa prevediamo:

–        È indispensabile che il presidente Marsilio faccia la sua parte, riconosca l’emergenza idrica e metta a disposizione dell’Aca risorse straordinarie per affrontarla.

–        L’Aca, dal suo canto, deve mettere in condizione l’Ersi di programmare gli interventi, provvedendo in tempi rapidi, alla progettazione esecutiva degli stessi, in modo che la filiera istituzionale sia completa e operativa.

–        Serve, in definitiva, un intervento immediato per aumentare la portata del flusso sulla città, vagliando anche la possibilità di rimettere in funzione le infrastrutture comunali al momento ferme e velocizzare quelle in cantiere, come: il serbatoio della Civitella, quello da realizzare a Colle Marconi e il serbatoio di Rocca di Ferro che si ferma a Colle Marconi e approvvigiona oggi solo i Comuni della rete pedemontana. Ricordo che quest’ultimo era parte di un progetto operativo, stabilito dall’allora commissario Goio e in parte realizzato, che prevedeva il ripristino di questo sulla rete cittadina per potenziare il flusso idrico, oltre al raddoppio  delle condotte a Chieti Scalo, per mettere a pieno regime il serbatoio di Madonna della Vittoria,  che ha una capienza tale da aumentare la pressione del flusso.

L’emergenza attuale, purtroppo, dimostra l’inefficienza dell’Aca sia dal punto di vista gestionale, sia progettuale, come avevamo intuito già nel 2017. Per tale ragione, dal momento che i problemi si aggraveranno sempre di più nei mesi e anni a venire, come ci è stato riferito nella riunione di ieri, ci vediamo costretti ad avviare anche una concreta riflessione sulla riorganizzazione del servizio idrico, mediante la costituzione di una società a partecipazione unica, aperta agli altri Comuni che vivono le medesime criticità e che riporti in capo al Comune di Chieti la responsabilità della gestione dell’intero servizio.

Un’ipotesi che non vuole essere demagogia: vogliamo solo tutelare appieno i diritti e gli interessi dei nostri cittadini e di conseguenza metteremo in campo tutte le azioni volte a questo obiettivo.

Il sindaco di Chieti
Diego Ferrara