Dopo il dolore e le lacrime, è il momento della riflessione e del pensiero positivo: è il momento della politica. La Pineta va ricostruita, rigenerata, forse anche ripensata attraverso contributi scientifici.

Ad esempio andranno discusse e valutate le note critiche dell’Ordine degli Agronomi, anche allo scopo di un’eventuale revisione delle norme di tutela del Pan.

Da più parti (Masci, D’Alfonso e altri) sono stati lanciati appelli agli uomini e alle donne di buona volontà di questa città e della regione, ad aiutare finanziariamente la rinascita della Pineta. Anche lo Stato è stato giustamente chiamato in causa dal Senatore del PD, affinché si faccia carico delle conseguenze devastanti degli incendi che  hanno recentemente e interessato la nostra regione.

Oltre le donazioni private, andranno recuperati fondi anche attraverso il ripensamento dei progetti e degli investimenti pubblici che riguardano l’area della Pineta, a partire da quelli destinati alla strada a scorrimento prevista a ridosso della Pineta su Via Pantini, (1 milione e 200 mila euro) il cui progetto è stato oggetto di forti polemiche e conflitti.

Si possono, inoltre, recuperare i cospicui fondi (6 milioni e 800 mila euro) destinati all’abbattimento dello svincolo della circonvallazione, un’opera finalizzata nei programmi della precedente Giunta alla creazione di ulteriore spazio fisico per la costruzione di un nuovo stadio. Un’opera sbagliata, e per fortuna accantonata, quella dello nuovo stadio. Un’opera del tutto inutile, oggi, quella dell’abbattimento dello svincolo. Sommando il costo dei due interventi (Via Pantini + Svincolo) si arriva ad una cifra complessivamente importante, cioè a 8 milioni di euro!

Una cifra che, insieme ai contributi dei privati, permette di programmare sia un progetto di rigenerazione della Pineta, sia una variante non impattante della strada di accesso alla città da Sud, distante dalla Pineta.

Ma questo si può fare se, e solo se, di fronte al disastro che accomuna tutti, ognuno abbandona le posizioni di parte per convergere unitariamente sulle soluzioni più giuste e opportune. Le forze al governo della città, quelle di opposizione, le associazioni civiche e ambientaliste, i vari Ordini Professionali interessati, le singole personalità del mondo delle competenze, ecc., devono cercare le soluzioni più coerenti e più valide per la città. Ce lo chiede la cultura, l’identità, la storia della città. Uscire dai ruoli e dai “personaggi” fin qui impersonati e creare una “nuova scena” in cui interpretare “altri” ruoli più corrispondenti agli interessi generali della città e dei suoi abitanti.

Questa è in estrema sintesi la proposta che rivolgiamo alle forze politiche, sociali e culturali della città: unirsi per il bene comune.

Nicola Maiale – Segretario provinciale del PD

Tommaso Di Biase – architetto urbanista: responsabile “Territorio Infrastrutture e città” del PD Provinciale)