Sarà una presidenza aperta al territorio quella del sindaco di Chieti Diego Ferrara, designato quale presidente del Comitato ristretto dei sindaci Asl di cui fanno parte i comuni di Chieti, Lanciano, Vasto, Atessa e Casoli, insediatosi ufficialmente oggi con l’istituzione degli organi di vertice.

“Siamo finalmente operativi e per questo voglio ringraziare i colleghi sindaci per la fiducia riposta nel mio operato – così il neo presidente Diego Ferrara – Si tratta di un nuovo inizio, perché in questa fase post pandemia e di ripresa il Comitato ristretto dei sindaci è destinato a diventare un organismo non solo indispensabile, ma anche strategico. Per regolamento è un organo di indirizzo politico-amministrativo della Asl e si esprime sulla programmazione e sulle scelte della sanità, supportando le istanze dei territori e facendo sentire la sua voce anche sulle performance manageriali. Ed è esattamente questo l’orizzonte a cui la presidenza di Chieti intende guardare, coinvolgendo i territori in modo concreto e diretto, soprattutto le aree interne del comprensorio sangrino, che sono le più colpite dalle razionalizzazioni, dai ridimensionamenti e, talora anche dagli smantellamenti decisi dalla Asl su postazioni di emergenza, servizi specialistici e presidi territoriali, perché contino di più anche ai fini della Rete ospedaliera varata dalla Regione e non vengano solo penalizzate.

Tanti saranno i modi per dare voce a tutti, a partire dalle riunioni periodiche, che terremo di volta in volta in Comuni diversi, sollecitando la partecipazione diretta di quelli interessati alle tematiche trattate; promuoveremo un ponte costante di dialogo e proposta con l’Assemblea dei Sindaci, perché le istanze arrivino subito a chi può portarle avanti e perorarle, finché non saranno affrontate e concretizzate.

Sarà anche un organismo per guardare lontano, per elaborare strategie che ci consentano di affrontare tre grandi questioni che interessano proprio il nostro vasto territorio provinciale, a cui faremo sempre riferimento:

1)     C’è la partita del PNRR in cui il Comitato deve giocare un ruolo di proposta e stimolo, facendosi da tramite dei Comuni della Provincia, affinché le istanze di tutti trovino spazio e sia possibile anche portare avanti progetti in grado di intercettare risorse sufficienti per realizzarsi, rispondendo alla domanda di servizi sanitari della comunità che è già imponente e che sarà sempre maggiore e colmando anche le lacune su personale e strumentazioni che oggi condizionano efficacia ed efficienza delle prestazioni sanitarie;

2)     C’è la sanità territoriale da assicurare, soprattutto ora che, superata l’emergenza pandemica, bisognerà pensare alla prevenzione e tornare a curare e salvare i nostri malati, non tagliando, ma investendo e potenziando i presidi di emergenza e non solo quelli, in special modo nelle aree interne e facendo le necessarie assunzioni di personale, attivando le reinternalizzazioni dei servizi;

3)     Ci sono le questioni che riguardano i presidi ospedalieri e i nuovi equilibri proposti dalla Rete ospedaliera della Regione Abruzzo, su cui è necessario fare una dettagliata riflessione insieme ai sindaci, perché i problemi più gravi restano ancora inaffrontati e irrisolti e perché i centri interessati dalle strutture devono essere sentiti e coinvolti nel processo decisionale, in modo da rendere più efficace e utile l’azione, più rispondendo alle reali esigenze delle realtà di turno.

Bisogna, insomma, lavorare in modo serrato, esercitando tutte le prerogative che il regolamento conferisce al Comitato, che oggi come oggi non ha un mero valore solo formale, perché è un organo politico, che si esprime sui conti, sulla programmazione e anche sulla gestione della Asl. Dobbiamo anche recuperare tanto tempo inutilmente perso da ottobre a oggi, a causa della lunga vacatio rimasto inerte proprio nel momento più importante della pandemia e viste le emergenze che la provincia di Chieti ha dovuto fronteggiare.

Siamo determinati a farlo, non dimenticando il nostro ruolo di sindaci per la comunità che è e resta il nostro primo riferimento e che non potrà prescindere dall’unione di tutti, per avere forza”.