La Transizione Ecologica avrà un ruolo chiave per la ricostruzione del nostro Paese e della nostra regione; un processo divenuto estremamente necessario e che dovrà coadiuvare percorsi e linee politiche basate sulla giustizia economico-sociale e sull’inclusione.

Gli obiettivi presenti nel PNRR, con il programma italiano ammesso a pieni voti dall’Europa, dovranno essere perseguiti mediante un ricco pacchetto di riforme che seguano la via tracciata dalla bozza di modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione Italiana: servirà tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi nell’interesse, soprattutto, delle generazioni future; l’iniziativa economica dovrà svolgersi senza contrastare in alcun modo la tutela dell’ambiente e la sua salvaguardia, necessitando di programmi e controlli volti a coordinare l’attività economica, sia pubblica che privata, rispettando gli interessi ambientali, oltre che sociali.

Dovremo affrontare diverse sfide, in modo tale da poter raggiungere nel minor tempo possibile gli obiettivi resi necessari dalla criticità della situazione attuale.

Uno dei punti cardine di questo processo sarà sicuramente la Transizione Energetica basata sulle energie rinnovabili: al fine di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni CO2, fissati dalla Commissione Europea al 2030, bisognerà raggiungere il 70% di fonti rinnovabili sulla rete elettrica. L’attuale Piano Nazionale Integrato energia e Clima (PNIEC) prevede fonti rinnovabili solo per il 55%, necessitando, per questi motivi, di sostanziali interventi in tale ambito e sulla rete elettrica, al fine di raggiungere quanto richiestoci.

In quest’ottica, occorrerà affrontare con coraggio e radicalità anche la sfida del rifiuto delle politiche “estrattiviste”: bisognerà fermare definitivamente, e non più solo temporaneamente, le trivellazioni, che rappresentano una tematica sanguinosa in special modo per la nostra regione.

La tutela della Biodiversità, presente anche nella modifica costituzionale, dovrà essere sviluppata per consentire interventi di ripristino, oltre che di tutela, dell’integrità degli ecosistemi presenti sul territorio italiano ed abruzzese: la forte problematica dell’erosione delle coste della nostra regione va affrontata con maggiore incidenza, visti i dati davvero preoccupanti sulla tematica, così come la tutela del patrimonio forestale e delle aree montane.

Gli investimenti nel settore agroalimentare dovranno essere calibrati su un modello “agroecologico”, mirante alla riduzione dell’utilizzo dei pesticidi e prevedendo una maggiore superficie dedicata all’agricoltura biologica; inoltre, al fine di diminuire le emissioni e gli impatti su salute ed ambiente, sarà necessario investire nel rinnovamento degli allevamenti intensivi, prevedendone anche la riduzione degli stessi sul territorio nazionale ed abruzzese.

La Mobilità dovrà affrontare la sfida delle “emissioni zero”, limitando il forte impatto derivante dal settore trasporti in materia di emissioni di gas serra; sarà necessario sviluppare un forte piano di investimenti industriali volti ad indirizzare e specializzare il mercato sui veicoli elettrici e la loro manutenzione, al fine di poter raggiungere l’obiettivo di sei milioni di veicoli green entro il 2030 (obiettivo presente nel PNIEC).

Infine, bisognerà seguire i principi europei in tema di Economia Circolare, ad esempio prevenendo e riducendo la produzione dei rifiuti; in special modo bisognerà superare, con soluzioni quali ad esempio la Plastic Tax, percorsi volti esclusivamente alla distruzione del materiale di scarto prodotto, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti prodotti “monouso”.

Enzo Di Salvatore
Responsabile Transizione ecologica e sostenibilità PD Abruzzo