“Sulla ripartenza post covid L’Abruzzo corre meno del resto del Paese, questo emerge subito da una prima analisi del Documento di economia e finanza regionale presentato dalla maggioranza di centrodestra: circa 300 pagine di rendicontazione che non contengono strategie vincenti di rilancio post pandemia, per l’utilizzo dei fondi europei, né per la progettazione legata a PNRR e al comparto industriale. Un bilancio a nostro avviso fallimentare delle promesse fatte in campagna elettorale, che a metà mandato di governo restano tali, con imprenditori, lavoratori e imprese che aspettano ancora 100 milioni di euro Cura Abruzzo 1 e 2”, durissimo il commento del capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, sul Documento che delinea il percorso governativo regionale dei prossimi due anni.

“Non c’è una politica industriale, né una visione sul futuro per il rilancio della competitività dell’intero sistema produttivo abruzzese e per arginare lo spopolamento e l’emigrazione giovanile. Un documento che non intercetta le enormi opportunità dei fondi in arrivo con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a cui il Defr dedica mere pagine descrittive che non colgono l’eccezionalità dello strumento e non contiene le fondamenta della futura governance, soprattutto con riferimento al ciclo di programmazione dei fondi EU del settennio 2021-2027 – rimarca l’ex assessore regionale al Bilancio – Poco coraggio anche sulle politiche attive del lavoro e sulla formazione, che saranno un tema cruciale per la ripresa, come avevamo previsto nella proposta di legge di riforma del settore presentata dal centrosinistra oltre un anno fa e su cui invitiamo la maggioranza ad incardinare rapidamente la discussione nelle Commissioni, perché contiene importanti ed innovative misure per creare nuovi posti di lavoro e favorire l’incrocio tra la domanda e l’offerta. Auspichiamo, a differenza degli altri anni, il coinvolgimento delle parti sociali e datoriali e tutte le istituzionali interessate per il miglioramento dello strumento di programmazione, che così com’è si presenta come una lunga rendicontazione, post covid, manca di un necessario sguardo al futuro e anzi, a fronte della crescita del PIL nazionale, rimarca la fatica dell’Abruzzo a stare al passo con il Paese e la lentezza a risollevarsi dalla pandemia, rilevando, per la prima volta, anche un forte decremento della popolazione residente che fa il paio con la forte migrazione giovanile perché nulla è stato fatto in questi due anni per trattenerli. Non si coglie l’importanza dei corridoi e della trasversalità, il tema è affrontato, ma con scarsa visione delle opportunità derivanti dalla connessione al corridoio trasversale Tirreno-Adriatico, né del turismo. Da un documento che di fatto dovrebbe programmare gli ultimi due anni di governo di questa maggioranza, ci si sarebbe aspettati una maggiore strategia anche sui fondi europei, il Defr fa il punto su quelli 2014/2020, che con la gestione centrodestra ci vede fanalino di coda delle classifiche su tutti i fondi di spesa (FESR, FSE, FEASR), con i bandi fermi e le istruttorie paralizzate da mesi nonostante l’esigenza di cercare su queste risorse motivi di ripartenza. Si dice poco o nulla sulla programmazione 2021-2027. Nessun indirizzo programmatorio emerge dal testo sulla sanità e ormai tutto è fermo al 31 dicembre 2018, agli atti del centrosinistra, con l’inversione del trend di crescita dei LEA nonostante le belle performance della precedente stagione governativa. Una parte del Defr, infine, è dedicata alla rendicontazione del Cura Abruzzo 1 e 2: bene, a 18 mesi dall’approvazione di quelle norme, solo il 50 per cento dei 200 milioni promessi è stato erogato. Una presa in giro per la comunità di cittadini, lavoratori e imprenditori che praticamente sta affrontando con le sue sole forze la crisi connessa alla pandemia.

Un testo di cui ieri si è ritardata persino la discussione in Commissione, a causa dei livori che attraversano la maggioranza e che è di nuovo un insieme di parole messe nero su bianco per rispettare le scadenze, mentre la comunità abruzzese aspetta azioni concrete per il presente e il futuro, che Marsilio in questi due anni non è stato in grado di produrre, nonostante abbia dedicato tempo, attenzioni e ingenti risorse per il calcio e per i festival dei cartoon”.