“Continuano a rimanere incerte le sorti dell’ospedale di Atessa, dalla Commissione odierna con l’esecutivo non emerge alcuna risposta sulle intenzioni della Regione sul futuro del presidio e non poteva che essere così, considerata la mancanza di atti di programmazione dall’inizio di questa legislatura”, così il capogruppo Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci dopo la seduta straordinaria di oggi della Commissione regionale di vigilanza convocata anche sulla situazione del presidio.

“Siamo ormai ad aprile 2021 e la Giunta regionale non ha ancora trasmesso al Consiglio il piano sanitario 2019-2021 e la documentazione sulla rete ospedaliera 2019-2021 – aggiunge l’ex assessore alla Sanità – e vista la tabella di marcia, finirà che arriveremo al 2022 ad approvare gli atti precedenti, quando invece dovremmo approvare il piano 2022-2024. Nel frattempo ci presentiamo al tavolo di monitoraggio ministeriale con oltre 90 milioni di disavanzo sulla gestione sanitaria del 2020 e con 500 milioni di investimenti già pronti, bloccati dall’inerzia di questa maggioranza, evidentemente capace solo di promesse durante la campagna elettorale. 

Va ricordato che il presidio di Atessa era stato classificato “ospedale di area disagiata” con la dir 824/2018 adottata dalla Giunta regionale di centrosinistra. Era stata una scelta condivisa con il Consiglio comunale locale e accompagnata da tutta la documentazione del caso (tabella c). Una puntualità mancata negli atti del centrodestra sulla rete ospedaliera, che ha presentato un piano elaborato su quello esistente, ma incompleto delle tabelle di classificazione necessarie a capire che vocazione dare al presidio, con addirittura una delega illegittima alle Asl di occuparsi della programmazione quando per legge questi poteri sono in capo al Consiglio regionale. Alla confusione derivante dall’inerzia, si è poi aggiunta quella della gestione covid proprio per Atessa, che ha portato allo smantellamento del presidio, che in questi anni ha fatto da riferimento per la comunità e oggi in gran parte ripristinato solo dopo la battaglia dell’Amministrazione comunale e di un intero territorio.

Adesso, però, è arrivato il momento di dare certezze, di colmare le lacune e disegnare una rotta che ponga in modo puntuale l’ospedale all’interno della rete, dicendo chiaramente cosa la Regione vuole farne, riattivando anche tutte le prestazioni che deve continuare a dare alla comunità come ospedale di riferimento dell’area interna e di cui, in questo anno di pandemia, la comunità è rimasta priva. Anche gli investimenti di questi mesi portati avanti dall’azienda sanitaria e dalle donazioni private possono avere vita breve senza un atto certo di programmazione che cristallizzi e dia certezze al futuro del nosocomio”.