“Mentre la maggioranza che governa la Regione si consuma in lotte intestine per contendersi potere e poltrone, le imprese abruzzesi aspettano ancora oltre 70 milioni di euro dei 96 milioni di fondi promessi in occasione del varo del Cura Abruzzo 1 e 2. Nemmeno il 30 per cento di quanto deciso è arrivato a destinazione. Al palo anche i fondi europei, al 31 dicembre scorso il totale di risorse non ancora utilizzate è pari a 549 mln. Ritardi non derivanti dalla pandemia, perché dopo il caos della gestione dell’emergenza non va meglio nemmeno la campagna vaccinale anticovid, con una bella fetta di ultraottantenni e le persone fragili che aspettano ancora di essere contattati. Con questo scenario la ripresa che gli abruzzesi chiedono diventa davvero difficilissima, considerato pure che in appena 24 mesi la sanità abruzzese si ritrova in deficit per oltre 90 milioni per la gestione 2020, quella del Presidente Marsilio”, bilancio nero quello che i gruppi di centrosinistra in Consiglio regionale del Pd, Legnini Presidente, Gruppo misto e Abruzzo in Comune tracciano a un anno dall’approvazione della prima delibera a sostegno della comunità colpita dalla pandemia.

Il Cura Abruzzo compie un anno, ma a ristoro dei danni causati dal lockdown e dalla pandemia alle imprese Abruzzese sono arrivati solamente 25,34 milioni di euro degli oltre 96,13 previsti, nemmeno la terza parte. “Le aspettative erano diverse e sono state disattese a causa della lentezza, della burocrazia e delle liti che hanno complicato l’efficacia dell’azione regionale – lamentano i  consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani e Marianna Scoccia – Impressionante l’analisi del dettaglio delle misure principali: in tanto tempo la Regione è riuscita a erogare solo 5.932.807,87 euro dei 12 milioni previsti dal bando Aiuta impresa; per non parlare del Fondo perduto, a destinazione solo 15.675.775 dei gli oltre 57 promessi dalla propaganda del centrodestra. Ma oltre a questi e nonostante le corse alle coperture e numerose variazioni di bilancio, colpisce che non siano stati capaci di liquidare nemmeno misure di sostegno alle attività imprenditoriali di minore entità: abrogati i 10 milioni di euro per i piccoli prestiti; dei 5.027.741 euro di fondi per il rinnovo degli accordi di innovazione sono stati erogati solo poco più di 3 milioni; ancora attesi anche i 4,5 milioni di ristoro dei costi fissi per il mantenimento degli impianti a ciclo continuo e i 2,8 milioni di euro a fondo perduto per i contratti di locazione immobiliare; aspettano gli imprenditori del turismo montano il milione e mezzo promesso; aspettano anche le imprese titolari di concessioni demaniali il milione deciso mesi fa. 

Insomma, globalmente degli oltre 199,36 milioni promessi solo 78,29 sono stati effettivamente erogati per entrambe le misure, poco più di 1/3 del totale. Somme che in molti casi dovranno essere restituite in quanto trattasi di fondi di rotazione. E pensare che le misure programmate dovevano rappresentare una boccata di ossigeno nella prima fase emergenziale finita ormai da un pezzo”.

Stato attuazione LR 9/2020 e 10/2020
PROVVEDIMENTORISORSE PROMESSERISORSE ANCORA NON EROGATE
Cura Abruzzo 1 €   110.748.166,68  € 60.857.204,63 
Cura Abruzzo 2 €     88.620.498,37  € 60.220.066,67 
Totale €   199.368.665,05  € 121.077.271,30 

Risultano fermi al palo sul Cura Abruzzo 1 le seguenti misure: 

·       € 10.000.00,00 per i piccoli prestiti in favore delle imprese (fondi cancellati)

·       € 2.000.000,00 per le controgaranzie in favore delle imprese (fondi cancellati)

·       € 20.000.000,00 per il fondo rotativo per anticipazione di liquidità per pagamento imprese

·       € 7.000.000,00 per il fondo rotativo in favore delle ASP

·       € 5.000.000,00 per il fondo rotativo in favore dell’ERSI

·       € 5.000.000,00 per il fondo rotativo in favore di ARAP

·       € 4.500.000,00 per il parziale ristoro dei costi fissi sostenuti dalle imprese per mantenere in funzione impianti a ciclo continuo privi di output produttivo;

·       € 6.067.197,13 dell’intera dotazione finanziaria (12 MLN) per il bando “Aiuta Impresa”;

·       € 1.290.007,50 dell’intera dotazione finanziaria (5,02 MLN) per gli accordi per l’innovazione;

Risultano fermi al palo sul Cura Abruzzo 2 le seguenti misure: 

·       € 41.597.042,67 dell’intera dotazione finanziaria (57,27 MLN) per il bando a fondo perduto per le imprese;

·       € 2.836.680,00 per le spese dei contratti di locazione immobiliare per le attività, sospese da marzo-aprile 2020, rientrano in questa somma anche i contributi relativi alle spese di funzionamento dei servizi educativi per l’infanzia da 0 a 6 anni e a sostegno delle spese per gli affitti a carico degli studenti fuori sede, due misure integrative rese possibili da un emendamento introdotto alla misura dai consiglieri Antonio Blasioli e Americo Di Benedetto.

·       € 3.000.000,00 per le associazioni culturali e sportive (il cui bando è uscito un anno dopo l’approvazione); 

·       € 1.000.000,00 per il sostegno alle imprese titolari di concessioni demaniali marittime; 

·       € 1.500.000,00 a sostegno del turismo montano (il cui bando è uscito a circa un anno dall’approvazione);

·       € 3.000.000,00 per assicurare la sicurezza e la prevenzione dal COVID-19 nel demanio marittimo regionale; 

·       € 600.000,00 per il contributo all’Agenzia regionale per l’informatica e la committenza; 

·       € 100.000,00 per sostenere le attività della Film Commission d’Abruzzo;

·       € 70.000,00 per la rete escursionistica alpinistica speleologica torrentistica Abruzzo (REASTA);

·       € 125.000,00 per il sostegno ai tirocinanti degli uffici giudiziari (l’avviso è uscito a circa un anno dall’approvazione della misura);

·       € 200.000,00 per la realizzazione di un percorso cicloturistico di collegamento tra la Via Verde-Costa dei Trabocchi e le aree interne della Provincia di Chieti; 

·       € 300.000,00 per l’incentivo all’acquisto di mezzi di mobilità sostenibile (il cui avviso è uscito a circa un anno dall’approvazione della misura);

·       € 1.500.000,00 per ristorare il maggior costo sostenuto dai comuni inseriti in zona rossa dalle Ordinanze del Presidente della Giunta durante la fase 1 dell’emergenza; 

·       € 1.500.000,00 per consentire alle ATER di accedere alle misure nazionali cd. Sismabonus e Ecobonus; 

·       € 1.000.000,00 per il sostegno agli agenti di Polizia Locale (fondi cancellati); 

Non va meglio sul fronte risorse europee. La programmazione è ferma e l’Abruzzo colleziona alcune fra le peggiori performance d’Italia anche sul fronte della capacità di spesa di fondi relativi ai Programmi Operativi Regionali (FESR/FSE) al Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Siamo terzultimi per la spesa dei FEASR con 252.804.378,91 di euro ancora da spendere, peggio di noi solo Marche e Puglia; siamo penultimi per i FESR, abbiamo 197.513.085 euro fermi in attesa, peggio di noi solo le Marche; siamo ultimi in Italia per le risorse del FSE, 99.495.310. Se l’Abruzzo non si muove e non li spende entro la fine del 2023, rischia di vedere cancellati dalla clausola del disimpegno automatico, 549.812.773,91 milioni di euro

Avanzamento di spesa fondi EU al 31.12.2020
FONDOPERCENTUALE DI SPESA RISPETTO AGLI STANZIAMENTI INIZIALI RISORSE ANCORA NON EROGATE
FESR28,31% 197.513.085,00 € 
FSE28,16% 99.495.310,00 € 
FEASR47,27% 252.804.378,91 € 
Totale  549.812.773,91 €

“È un quadro di allarmante inerzia quello che emerge dai dati – ribadiscono i consiglieri – che ormai da mesi denunciamo perché frena lo sviluppo e relega l’Abruzzo in coda alle regioni italiane sulle percentuali di avanzamento di spesa dei fondi EU sulla dotazione finanziaria complessiva. Aspettiamo di conoscere cosa accadrà dopo, per il ciclo di programmazione 21-27, a cui si ancora anche la restituzione del 97% delle somme sottratte sul Masterplan, ignote anche le intenzioni della Regione circa la sfida del Next Generation EU. Da due anni il cammino virtuoso che il lavoro del centrosinistra aveva avviato, attraendo risorse e progettualità si è fermato. 

Questo è successo per una ragione semplice, perché il governo regionale non se ne è occupato”.