La politica smetta di usare la Sanità come campo di scontro e si concentri sui bisogni dei cittadini mettendo gli operatori sanitari nelle condizioni di operare al meglio delle possibilità. Se è giusto e doveroso capire cosa non ha funzionato nella nostra ASL nella gestione dell’emergenza, è anche giunto il momento per la politica di assumersi le proprie responsabilità e non più di rimpallarsi colpe come avvenuto nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Sono tanti i nodi strutturali che l’azienda sanitaria aquilana si trascina ormai da troppo tempo e con i quali abbiamo fatto amaramente i conti, a nostre spese, nel corso della seconda ondata di contagi. Problemi che azienda, politica e sindacati hanno il dovere di affrontare e risolvere senza più alcun indugio.
Consapevoli di quanto sia ancora lungo e difficile il percorso d’uscita dall’emergenza, rispetto alla quale ogni sforzo possibile va oggi indirizzato per garantire un’efficiente campagna di vaccinazione, è necessario però iniziare sin d’ora a guardare oltre secondo una visione d’insieme su tutto il territorio provinciale.
Occorre innanzitutto rafforzare il sistema di governance, superando la precarietà di troppi ruoli apicali ricoperti attualmente da facenti funzione e puntando al merito e alle competenze. Sbloccata finalmente la nomina di Mascitelli come Direttore Sanitario, a cui va un augurio di buon lavoro, occorre fare altrettanto con la figura del Direttore Amministrativo e con molti primariati da assegnare dando il via libera alle necessarie procedure concorsuali. Stessa situazione riguarda diversi ruoli da caposala vacanti presso l’Ospedale San Salvatore.
Un lavoro che passa inevitabilmente per un potenziamento della struttura amministrativa, dalla cui efficienza dipende il superamento della ormai cronica carenza di personale. I concorsi da fare vanno però calibrati secondo un nuovo modello sanitario, capace di assicurare una moderna e più efficiente offerta rispetto ad esigenze di cura profondamente mutate negli anni, non più incentrata attorno all’assistenza ospedaliera a cui va invece posto un filtro attraverso il potenziamento della sanità territoriale e della medicina preventiva e riabilitativa, necessità che l’emergenza covid ha evidenziato in modo chiarissimo.
Prospettiva, questa, raggiungibile però solo con il coraggio di superare l’attuale assetto feudale fatto di alcuni anacronistici privilegi e di presidi utili, in certi casi, più alla politica che agli utenti. Eventuale riconversione e specializzazione dei piccoli ospedali, ricerca dell’eccellenza nei presidi ospedalieri primari sono l’unica strada per invertire l’attuale rapporto negativo tra mobilità attiva e passiva, e recuperare così risorse fondamentali per risanare il debito e investire su attrezzature e nuove professionalità.
Infine, la copertura dell’assistenza su un territorio così esteso e così poco densamente abitato come quello della provincia dell’Aquila rende improcrastinabile una vera transizione dell’azienda verso una gestione digitale di molti servizi e significativi investimenti sulla telemedicina.
Obiettivi da cui dipende la qualità dei servizi sanitari da erogare ai cittadini, rispetto ai quali ognuno è chiamato a fare la propria parte e nell’interesse di tutti.
Il capogruppo del PD in Consiglio comunale
Stefano Palumbo