“Tempi lenti, confusione, mancanza di certezze sul fronte delle dosi, sulle modalità e sui luoghi e date di con unrapporto dosi somministrate/popolazione che ad oggi è pari al 4,28%, mentre quello persone vaccinate/popolazione è pari all’1,55%, dati che collocano l’Abruzzo rispettivamente al penultimo e ultimo posto tra le regioni italiane, con appena 20.000 vaccinati su una popolazione di 1.300.000 persone. Una situazione preoccupante emerge dal Lab24 del Sole 24 ore che si basa su dati governativi, per cui l’Abruzzo raggiungerà l’obiettivo prefissato dal Governo per l’immunità di gregge (copertura vaccinale del 70% della popolazione) il 2 aprile 2024, fra 3 anni, 1 mese e 25 giorni, se il ritmo rilevato dall’ultima media mobile a 7 giorni, pari a 1.528 dosi somministrate quotidianamente (aggiornata a stamane), fosse costante nel tempo”, questa la denuncia dei consiglieri regionali di centrosinistra dei gruppi Pd, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto.

Chiediamo alla Regione di sapere qual è il programma vaccinale, come si procederà, quanti vaccini serviranno, in quanto tempo saranno somministrati, perché l’Abruzzo non sia la Cenerentola anche per questo che è l’aspetto forse più importante della pandemia, l’uscita dall’emergenza e il ritorno alla normalità”, così i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia.

La situazione vaccini. Nel corso di questa settimana, sul territorio regionale abruzzese è stata avviata la vaccinazione per le persone con fragilità, con disabilità, anziani ultraottantenni, una categoria connotata dal maggior rischio di letalità correlato al COVID-19 e che rappresenta una considerevole fetta della popolazione abruzzese che, dai dati Istat[1], consta di oltre 100.000 unità. Il 13 febbraioinvece è stato dispostoper: il personale docente scuola; il personale ATA scuola;i dirigenti scolastici; gli insegnanti di sostegno; i tirocinanti; il personale non docente scuola; il docenti università/AFAM;il personale non docente università/AFAM;il personale docente e non docente Gran Sasso Science institute (GSSI);il personale uffici scolastici regionali/provinciali;il personale istituti tecnici superiori (I.T.S.); il personale I.S.I.A Pescara; il personale I.S.S.R istituto superiore scienze religiose.  La piattaforma è stata successivamente attivata anche per il: personale centri di formazione accreditati Regione Abruzzo e per personale asili nido pubblici e privati Regione Abruzzo.

I vaccini somministrati. Ad oggi sono 86.670 dosi consegnate, 55.892 le somministrate. Delle dosi 68.970 sono state fornite da Pfizer/BioNTech; 5.800 sono state fornite da Moderna; 11.900 sono state fornite da AstraZeneca. Al 18.2.2021[2], sono state somministrate 51.643 dosi di vaccino rispetto alle 72.630 dosi consegnate (il 64,5%): agli operatori sanitari e sociosanitari (n. 40.956); al personale non sanitario (n. 8.583); agli ospiti di strutture residenziali (n. 3.956); a persone ultraottantenni (n. 2.397).

La situazione sanitaria. Il costante peggioramento della situazione epidemiologica degli ultimi giorni, soprattutto nell’area metropolitana di Chieti-Pescara, che ci è costato il passaggio nello scenario di rischio moderato (Zona Arancione) dal 14.02.2021, con alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane. Analizzatii dati[3] elaborati dall’AGENAS che, al 19.2.2021, ci mostrano, il come sia stata superata la soglia critica del 30% di posti letto occupati nelle terapie intensive abruzzesi, attestandosi al 36%, mentre il tasso di occupazione per i posti letto di area mediche afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia tocca il 37%, sfiorando la soglia limite stabilita al 40%;

La campagna. La Regione Abruzzo ha attivato la piattaforma regionale dedicata alla manifestazione dell’interesse alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 in data 18.1.2021 per: gli ultraottantenni; le persone con fragilità; le persone con disabilità; dunquel’Abruzzo si trova ancora nella fase 1 della campagna di vaccinazione anti SARS COV-2/COVID-19, con notevoli ritardi accumulati rispetto alle altre regioni italiani, così come sopra evidenziato.

Le criticità. Oggi l’Abruzzo si trova ancora nella fase 1 della campagna di vaccinazione anti SARS COV-2/COVID-19, con notevoli ritardi accumulati rispetto alle altre regioni italiane, così come sopra evidenziato. Si riscontrano molteplici difficoltà organizzative per l’acquisizione della manifestazione d’interesse al vaccino COVID-19, sia in fase di lancio del portale che con l’impossibilità di alcune categorie di poter inviare la propria adesione alla campagna di vaccinazione in parola. Solo il 45,05% degli ultraottantenni aventi diritto ha aderito alla campagna vaccinale, manifestando il proprio interesse con l’iscrizione al portale web della Regione, mentresi segnalano altrecriticità organizzative legate alla scarsa mobilità della categoria.

Cosa serve. È fondamentale programmare nel migliore dei modi la fase 2, superando le problematiche riscontrate nella prima fase; ampliare gli attuali punti di somministrazioni vaccinali, potenziando contestualmente il personale necessario ad assicurare le corrette operazioni di inoculazione delle dosi, avvalendosi anche delle farmacie e dei MMG previo accordo con le rispettive Associazioni di categoria; è importante ampliare le seguenti categorie del settore scuola e del settore sociale per l’adesione alla manifestazione di interesse alla vaccinazione anti COVID-19, come: il personale degli appalti scolastici degli Enti locali (Es. lavoratori mense scolastiche e servizi trasporto scolastico) e degli ambiti sociali distrettuali (Es. assistenti sociali e psicologi), nonché al personale impegnato nell’assistenza domiciliare disabili e anziani.

Cosa fanno gli altri.  Altre regioni italiane hanno già siglato un accordo: con le Associazioni di categoria delle farmacie, che prevede la fornitura di dosi vaccinali alle farmacie da parte delle Aziende sanitarie e la successiva somministrazione nelle farmacie aperte al pubblico sotto la supervisione di medici, assistiti se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato; con i medici di medicina generale (MMG) affinché partecipino alla campagna per la somministrazione dei vaccini anti COVID-19.

Le richieste.

1)     Tempi certi sul completamento della fase 1 della la campagna di vaccinazione anti SARS COV-2/COVID-19, con la vaccinazione degli ultraottantenni;

2)     Conoscere il programma vaccinale già dal prossimo Consiglio regionale, anche per capire quale ordine si seguirà durante la fase 2, con la specifica dei tipi di vaccini disponibili associata a categorie di destinatari.

3)     Aumentare il rapporto dosi somministrate/popolazione (e quello persone vaccinate/popolazione), che vede l’Abruzzo all’ultimo posto tra le Regioni italiane e alcune platee ancora non raggiunte (alcune case di riposo attendono le dosi);

4)     Avvalersi della possibilità normativa offerta dallo Stato che consente alle Regioni, in via sperimentale, la somministrazione dei vaccini nelle farmacie aperte al pubblico sotto la supervisione di medici;

5)     Prevedere vaccini a domicilio per raggiungere davvero tutta la platea; 

6)     Favorire appositi accordi con le Associazioni di categoria delle farmacie e dei Medici di Medicina Generale) affinché partecipino alla campagna per la somministrazione dei vaccini anti COVID-19, così come stanno già facendo le altre Regioni;

7)     Ampliare gli attuali punti di somministrazione vaccinali, potenziando contestualmente il personale necessario ad assicurare le corrette operazioni di inoculazione delle dosi alla popolazione;

8)     Creare una sezione dedicata per l’acquisizione delle manifestazioni di interesse alla vaccinazione anti COVID-19 per il personale degli appalti scolastici degli Enti locali (Es. lavoratori mense scolastiche e servizi trasporto scolastico), degli ambiti sociali distrettuali (Es. assistenti sociali e psicologi), nonché al personale impegnato nell’assistenza domiciliare disabili e anziani e degli informatori scientifici;

9)     Fare informazione anche su cosa comporta non assumere il vaccino.

La deputata Stefania Pezzopane dichiara: “Perché la vaccinazione in Abruzzo è così lenta? Quali sono stati i criteri per l’assegnazione dei vaccini decisi e condivisi da ministero, Arcuri e Regione? Credo che oltre al grave ritardo organizzativo giustamente denunciato dai consiglieri di centrosinistra in Regione, si debba capire perché ne abbiamo avuti meno che altre regioni. C’è qualche criterio che ci penalizza? Se guardiamo ai numeri dei vaccini in Abruzzo, di questo passo ci vorranno anni per aspirare ad essere vaccinati e sinceramente non comprendiamo il perché. Sono consapevole dello sforzo che stanno facendo medici e personale sanitario, e approfitto per ringraziarli, ma il report del Ministero della salute aggiornato a ieri diceva che in Abruzzo era stato somministrato il 69,2 delle dosi ricevute. Sono solo 20.000 le persone vaccinate su 1.300.000 residenti in regione. Di questo passo arriviamo al 2024, mentre se tenessimo il passo che si sta tenendo in altre regioni basterebbero pochi mesi per arrivare all’estate con il 70% di cittadini abruzzesi vaccinati. C’è un problema generale di rifornimenti, che mette in luce la drammaticità di un Paese con industrie farmaceutiche di primo livello, multinazionali prestigiose nel campo del farmaco ma che non ha un polo vaccinale nazionale e quindi non ha ancora nessun principio di autonomia. Spingerò perché si vada nella direzione della autosufficienza anche dentro le strategie del Recovery fund, puntando anche a un coinvolgimento delle aziende che nel territorio abruzzese ed in particolare nel comprensorio aquilano costituiscono un polo chimico farmaceutico prestigioso, con la presenza di importanti facoltà universitarie. Questo è un pezzo del nostro futuro. Nell’immediato chiedo spiegazioni al ministero, ad Arcuri e alla Regione sulla distribuzione dei vaccini e mi domando se la Regione non abbia accettato parametri e standard di distribuzione che ci penalizzano. In tal caso bisogna rivedere immediatamente le attribuzioni e consentire di avere più vaccini per gli Abruzzesi. La regione ovviamente deve meglio organizzarsi  con un piano vaccinale chiaro e definito, utilizzando medici di famiglia, specializzandi, volontari e tutte le figure previste dai protocolli nazionali”.