“Ben arrivato onorevole D’Eramo” verrebbe da dire al coordinatore regionale della Lega, improvvisamente desto dopo mesi di letargo. Come il suo leader Salvini sul livello nazionale, anche lui, con colpevole ritardo, arriva alle posizioni del PD. Sarebbe stato utile lo avesse fatto, come noi, prima ancora che i contagi esplodessero in città, o quando i ricoverati saturavano gli ospedali e molti nostri concittadini perdevano la vita, e non a scoppio ritardato solo dopo il mancato rinnovo del contratto alla direttrice sanitaria di suo riferimento che, forse dimentica D’Eramo, ha gestito insieme al manager Testa, in un tandem Lega-Fratelli d’Italia, tutta la fase di emergenza Covid.

Ad ogni modo se D’Eramo vuole recuperare il tempo perduto ci aiuti a capire i motivi delle scelte politiche del governo regionale, di cui la Lega è il partito con la maggiore rappresentanza, che hanno visto la realtà aquilana soccombere sistematicamente su tutti i fronti. A partire dall’incredibile vicenda della gestione dei malati che da Pescara vengono, giustamente in caso di necessità, ricoverati nel nostro ospedale (come sempre accaduto dalla prima ondata ad oggi nonostante i 15 milioni di euro investiti dalla Regione sul covid hospital pescarese), mentre quando sono stati gli aquilani ad aver avuto bisogno di un ricovero, come accaduto nella seconda ondata di contagi, sono stati collocati in condizioni di fortuna nella cappella del San Salvatore adattata all’occorrenza o nelle tende ad Avezzano. Stesso dicasi per i tamponi molecolari, con fior di milioni che la ASL dell’Aquila ha corrisposto all’Istituto Zooprofilattico di Teramo, alla ASL di Pescara o ai laboratori privati pur di non convenzionare la nostra Università che, nonostante le mie battaglie e le rassicurazioni fornite in consiglio comunale dai vertici della ASL e della Regione, ancora viene tenuta fuori. Persino per la sperimentazione sulla risposta immunitaria delle persone vaccinate, la ASL aquilana ha preferito stabilire una collaborazione con l’IZP piuttosto di coinvolgere il nostro Ateneo, nonostante sia dotato degli stessi macchinari. Dulcis in fundo la gestione delle zone rosse, non concessa alla nostra città quando a fine ottobre la chiedevamo a gran voce e non imposta oggi a Pescara, nonostante tutti gli indicatori non lascino dubbi sul da farsi, con il rischio conseguente che tutta la regione possa tornare presto in zona arancione, con buona pace del sistema produttivo aquilano.

Non è un ragionamento campanilistico, ma un’evidenza dei fatti che inchioda la classe di governo aquilana in una posizione di complicità o in caso contrario di irrilevanza politica nel panorama regionale, rispetto all’indebolimento delle nostre strutture contrariamente a quelle di altri territori che, messe nelle condizioni di operare, hanno ottenuto invece risorse e sviluppato competenze. Se la Lega e Forza Italia, firmatari della richiesta di consiglio comunale straordinario sulla ASL n.1, ritengono Testa responsabile di questa situazione ne chiedano allora il commissariamento, come noi lo abbiamo fatto già da tempo, ma non credano di poter sfuggire con questa mossa alle precise responsabilità che tutto il centrodestra ha in questo disastro. Ci vuole ben altro di un vuoto “patto di responsabilità” siglato dal Sindaco Biondi con tutti gli esponenti aquilani in regione, tanto più se a peccare di responsabilità sono proprio le forze di governo impegnate in una guerra di potere per le postazioni apicali della ASL. Occorre piuttosto fissare obiettivi chiari che mirino a rafforzare il sistema sanitario locale e il ruolo della nostra Università rispetto ad alcuni asset strategici, e soprattutto una classe politica che si prenda cura degli interessi dei cittadini e non gioco di loro.

Il capogruppo del PD in Consiglio comunale all’Aquila

Stefano Palumbo